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Pubblicati i dati sulla gestione dei rifiuti sanitari in Sardegna nel 2016

I rifiuti derivanti dalle strutture sanitarie sono disciplinati dal D.P.R. 15 luglio 2003, n. 254; tale decreto regola la gestione dei rifiuti sanitari a norma dell'articolo 24 della legge 31 luglio 2002, n. 179.
La Regioni sono tenute a istituire sistemi di monitoraggio e di analisi dei costi e della congruità dei medesimi relativamente alla gestione e allo smaltimento dei rifiuti sanitari e a inviare i dati risultanti all’ISPRA, che li comunica al Ministero dell’Ambiente e al Ministero della Salute, ai sensi dell’art. 4, comma 5 del decreto citato.

Nel corso del 2017 il competente Servizio dell’Assessorato della difesa dell’ambiente ha avviato una raccolta dati presso i produttori dei rifiuti sanitari (aree socio-sanitarie locali, aziende ospedaliere universitarie, azienda ospedaliera Brotzu e cliniche private) e presso  i soggetti autorizzati a raccolta, deposito preliminare e smaltimento finale, sia mediante termodistruzione sia tramite sterilizzazione.
I risultati sono raccolti nel documento “Report sulla produzione e gestione dei rifiuti sanitari nella Regione Sardegna - Anno 2016”, consultabile a fondo pagina.

I risultati dell’analisi mostrano che la produzione totale di rifiuti sanitari è pari a circa 5.582 tonnellate, di cui 5.111 provenienti dalle strutture pubbliche e 471 da quelle private.

Quasi 4.400 tonnellate sono costituite da rifiuti distinti dalle prime quattro cifre del codice dell’Elenco Europeo dei Rifiuti 1801, cioè derivanti dalla cura della salute umana.

Il dato di produzione pro-capite dei rifiuti di codice 1801 è pari a 2,78 kg/ab, leggermente superiore agli ultimi dati nazionali reperiti.

La produzione annuale di rifiuti con codice CER 1801 per posto letto nelle strutture pubbliche è stata pari a 779 kg/anno, contro i 727 kg dell’anno precedente.

La produzione del codice CER 180103*, ovvero rifiuti (pericolosi) che devono essere raccolti e smaltiti applicando precauzioni particolari per evitare infezioni, ammonta a poco più di 4.000 tonnellate, di cui il 92% deriva dalle strutture pubbliche.

Nel periodo in esame (1.1.2016 ÷ 31.12.2016) la destinazione dei rifiuti sanitari è stata prevalentemente l’incenerimento: diretto nel 58,8% dei casi, preceduto da una fase di deposito preliminare nel 38,5%. È insignificante il trattamento di recupero di tipo chimico-fisico (0,003%) mentre il ricorso alla sterilizzazione incide per il 2,7%.

Il costo medio di smaltimento, che risente di una notevole variabilità a seconda dell’ubicazione e della dimensione delle strutture, si attesta intorno a 2.120 €/t per le strutture pubbliche e a 1.130 €/t per quelle private.

Consulta i documenti
Relazione 2016