Primo Workshop regionale del Progetto DesirMED : DEmonstration and mainstreaming of nature-based Solutions for climate Resilient transformation in the MEDiterranean.

Il 30 gennaio 2025, a Massama (OR), presso la sede di Forestas, si è svolto il primo Workshop regionale del progetto europeo DESIRMED dal titolo Il futuro delle spiagge e degli ecosistemi costieri in sardegna: quali azioni per affrontare le sfide climatiche?
DESIRMED è un progetto finanziato nell'ambito del programma Horizon Europe che si propone di rafforzare la capacità delle comunità regionali del Mediterraneo di affrontare i cambiamenti climatici facendo ricorso alle soluzioni basate sulla natura (NbS), alle tecnologie innovative e alle pratiche sociali.
La Regione Sardegna, con l’Assessorato della Difesa dell’Ambiente, è partner del Progetto che coinvolge Italia (Regione Sardegna e Provincia di Potenza); Croazia; Portogallo; Spagna; Francia; Grecia; Cipro.
Gli obiettivi generali sono quelli di studiare gli impatti connessi ai Cambiamenti Climatici sulle spiagge (linea costiera e Posidonia); sperimentare modelli di gestione innovativi per la conservazione della natura secondo approcci che utilizzano soluzioni basate sulla natura (NBS); sviluppare una strategia regionale per i servizi ecosistemici da testare nella zona pilota dell’Area Marina Protetta Penisola del Sinis – Isola di Mal di Ventre.
Il Workshop ha visto la partecipazione dei principali soggetti che gravitano sul sistema spiaggia e linea costiera: amministratori pubblici; società civile; rappresentanti del mondo accademico e di enti di ricerca sui cambiamenti climatici; rappresentanti del mondo imprenditoriale, dei pescatori professionisti e del mondo sportivo e associativo.
La presenza di soggetti così diversi ha permesso di avviare un processo partecipativo sul territorio capace di integrare specifiche istanze per individuare soluzioni condivisibili e applicabili. La finalità della giornata era quella di arrivare a:
- Una comprensione condivisa delle sfide, dei rischi e delle opportunità legate al cambiamento climatico.
- Alla creazione di una visione comune, che permetta di mobilitare le parti interessate e sviluppare un piano d’azione concreto.
- Coinvolgere i partecipanti in un processo collaborativo, per valorizzare al meglio le competenze e le prospettive di ciascuno.
- L’esplorazione del potenziale regionale per una trasformazione che rafforzi la resilienza delle comunità costiere, guardando al futuro con un approccio sostenibile e innovativo.
Il primo workshop del 2025 ha rappresentato un’occasione unica per creare connessioni, promuovere il dialogo e costruire soluzioni condivise che possano contribuire a un Mediterraneo più resiliente e sostenibile.
LINK:
I video della giornata con le interviste: https://www.youtube.com/@ProgettiEuropei
Visita il sito del progetto: https://www.desirmed.eu/p/the-project
Visita il nostro profilo linkedin: https://www.linkedin.com/company/desirmed/
La Regione Sardegna in prima linea per salvaguardare le coste del Mediterraneo con il progetto NaTour4Cchange
La Regione Autonoma della Sardegna è partner del progetto NaTour4CChange; un’iniziativa volta a contrastare gli effetti del cambiamento climatico nelle destinazioni turistiche costiere del Mediterraneo ad alto valore ambientale. Attraverso questa importante collaborazione, la Regione ribadisce il proprio impegno nella tutela dell’ambiente e nella promozione di un turismo sostenibile con un approccio ecosistemico.
Il progetto, che coinvolge dieci partner principali e diciotto partner associati di diversi Paesi, punta allo sviluppo di soluzioni innovative per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici, con particolare attenzione al settore turistico costiero, in coerenza con la Strategia Regionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici.
NaTour4CChange mira alla definizione di cinque Strategie Regionali e sei Piani d’Azione Climatici destinati a diverse aree turistiche del Mediterraneo.
In questo contesto, la Regione Sardegna, con l’Assessorato della Difesa dell’Ambiente, sta lavorando allo sviluppo di un Piano d’Azione Climatica per la località di Villasimius, con un focus specifico sull’Area Marina Protetta di Capo Carbonara. Questa area, infatti, ricca di biodiversità e di grande valore naturalistico, è stata selezionata come sito pilota per l’implementazione delle cosiddette Nature-based Solutions - NbS, con l’obiettivo di contrastare l’erosione costiera e proteggere l’ecosistema marino.
Il progetto NaTour4CChange rappresenta un’opportunità, per le destinazioni turistiche costiere del Mediterraneo, di sviluppare e adottare pratiche innovative e sostenibili sulle aree turistiche ad alto valore ambientale. La partecipazione della Regione Sardegna conferma l’impegno a lungo termine per la salvaguardia delle coste e per la promozione di un modello di turismo responsabile e resiliente da lasciare in eredità alle generazioni future.
Visita il nostro sito: https://natour4cchange.interreg-euro-med.eu/
Visita il nostro profilo linkedin: NaTour4CchangeLinkedin
AVVIO DEL PROGETTO INTERREG AMMIRARE

La Regione Sardegna è partner del progetto AMMIRARE, - Azioni e Metodologie per il Miglioramento della Resilienza degli AREnili un'importante iniziativa internazionale che coinvolge 15 partner tra istituzioni e centri di ricerca tra Italia e Francia, con la Scuola Sant'Anna di Pisa come capofila.
Segui la pagina LinkedIn AMMIRARE - Azioni e Metodologie per il Miglioramento della Resilienza degli Arenili per non perdere gli aggiornamenti.
Il progetto ha l’obiettivo di combattere l'erosione costiera con strategie intelligenti e rispettose dell'ambiente, promuovendo la sostenibilità e resilienza delle spiagge mediterranee.
AMMIRARE mira a sfidare l'erosione costiera con soluzioni innovative e sostenibili, attraverso l'utilizzo delle cosiddette #NatureBasedSolution (NbS), che permetteranno di contrastare gli effetti del cambiamento climatico sul sistema spiaggia, preservando gli arenili per le generazioni future.
La Sardegna, insieme a Liguria, Toscana e Corsica, è una delle aree pilota dove verranno messe in pratica queste strategie, con il coinvolgimento attivo di comunità locali, istituzioni e attori del territorio.
La resilienza all'erosione costiera è una sfida globale che richiede azioni locali, e noi siamo pronti a fare la nostra parte. Attraverso il progetto AMMIRARE, puntiamo a migliorare la gestione sostenibile delle nostre coste e a rafforzare la capacità di adattamento del nostro territorio ai cambiamenti climatici.
Scopri di più visitando il sito AMMIRARE
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LA GESTIONE DEI SITI MARINI PROTETTI - 8 Ottobre 2024 Esperienze a confronto tra Italia e Francia
L’8 Ottobre 2024, al Parco Regionale di Porto Conte Casa Gioiosa, Località Tramariglio (Alghero), dalle 09.30 - 13.00, si terrà il convegno dal titolo LA GESTIONE DEI SITI MARINI PROTETTI nell’ambito del progetto TALASSA - “Tutela e Azioni piLota per una governAnce tranSfrontaliera dei Siti mArini protetti”.
L’Assessorato della difesa dell’ambiente, Servizio tutela della natura e politiche forestali, è il capofila del progetto cofinanziato dal Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale (FESR) nell’ambito del Programma transfrontaliero Interreg Italia-Francia Marittimo 2021-2027.
Il partenariato è rappresentativo delle 5 regioni che costituiscono lo spazio geografico di cooperazione: per la Sardegna il Parco Nazionale dell’Asinara – Area Marina Protetta Isola dell’Asinara con il coinvolgimento del Parco Regionale di Porto Conte – AMP Capo Caccia Isola Piana e della Fondazione IMC; per la Liguria l’Agenzia Regionale per la protezione dell’ambiente della Liguria, l’Area Marina Protetta di Portofino; per la Regione Toscana e il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, per la Francia l’Ufficio Francese per la Biodiversità con il Parco Marino Naturale del Capo Corso e dell’ Agriate e l’Associazione francese Septentrion Environnement.
Il progetto, si pone l’obiettivo di migliorare lo stato di conservazione e la tutela degli habitat e specie target di interesse transfrontaliero nei siti marini protetti dell’area di cooperazione, attraverso la definizione condivisa di efficaci misure di conservazione, attuate in maniera coordinata da regioni, gestori di aree protette e siti Natura 2000, per accrescere lo stato delle conoscenze e competenze, rafforzare la coesione transfrontaliera e promuovere la competitività e sostenibilità ambientale delle PMI.
La gestione integrata delle zone costiere e dei siti marini implica la necessità di adottare un approccio strategico fondato sulla conservazione dell’integrità e del funzionamento degli ecosistemi, sulla gestione sostenibile delle risorse naturali, in una prospettiva globale di ampia portata che contempli l’interdipendenza e la diversità dei sistemi naturali, delle attività umane e individui la cooperazione come modalità di lavoro privilegiata.
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Locandina e programma
Prima schiusa nidi Caretta 2024

Si apre a Tertenia, sulla spiaggia di Foxi Manna (Sarrala), la stagione delle schiuse dei nidi di Caretta caretta in Sardegna: si tratta del quarto nido registrato nella stagione 2024.
La mattina di domenica 25 agosto un gruppo di bagnanti ha assistito alla corsa verso il mare di un gran numero di tartarughini: nella spiaggia di Sarrala è la prima volta che viene registrata una nidificazione di tartaruga e la soddisfazione è stata tanta per i numerosi bagnanti accorsi.
Il personale della Base Navale del Corpo Forestale di Arbatax ha immediatamente attivato le procedure di monitoraggio e tutela previste dai protocolli operativi dalla Rete Regionale per la conservazione della fauna marina, coordinata dall’Assessorato della Difesa dell’Ambiente. Nei tre giorni successivi non sono state registrate altre emersioni, quindi i ricercatori del CNR e del Centro di Recupero del Sinis, dott. de Lucia e dott. Camedda, coadiuvati dal Coordinamento della Rete e dal Corpo Forestale, hanno effettuato l’apertura ed ispezione del nido per verificare, tramite il conteggio dei gusci e delle uova presenti, il numero di uova deposte.
In totale sono state registrate 76 uova, di cui 70 schiuse e 6 rotte o non sviluppate: il successo di schiusa risulta del 92% e il dato è considerato un ottimo risultato dai ricercatori.
Il Corpo Forestale è da sempre impegnato a divulgare buone pratiche ambientali e dare il massimo risalto ad eventi di questa importanza e nonostante ciò ancora si evidenziano delle criticità nel comportamento da parte dei cittadini in questi eventi. In questo caso, i bagnanti che hanno assistito alla schiusa hanno mostrato comportamenti poco raccomandabili: video e fotografie diffuse nei social mostrano chiaramente come il nido sia stato scavato dai presenti, probabilmente pensando di aiutare le piccole ad uscire. Si ricorda che la natura ha programmato la schiusa in modo che le tartarughe possano emergere dalla sabbia nelle ore notturne, prima che il sole riscaldi troppo la sabbia, e per evitare i predatori, e non è necessario scavare bensì mettere in sicurezza il sito di nidificazione. Si invita tutti, in questi casi, a chiamare immediatamente il numero verde 1515 del Corpo Forestale e 1530 della Guardia Costiera e a non disturbare in alcun caso il processo di deposizione o schiusa.
Primi nidi Caretta 2024

La stagione delle nidificazioni dell’estate 2024 in Sardegna si apre con tre nidi di tartaruga marina Caretta caretta rinvenuti e messi in sicurezza fin dal momento della deposizione.
I primi due costituiscono un evento straordinario: nella serata del 22 luglio, intorno alle 20:00, una Caretta caretta ha deciso di regalare uno spettacolo incredibile alle persone presenti sulla spiaggia di Costa Rei, uscendo dall'acqua e nidificando di fronte al Camping Capo Ferrato - Costa Rei.
Allertato subito dai titolari della struttura il Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale, intervenuto insieme alle Guardie Ambientali Sardegna, sono giunte sul posto anche le biologhe dell'Area Marina Protetta Capo Carbonara di Villasimius, nodo della Rete regionale per la conservazione della fauna marina competente per territorio, che hanno proceduto con la ricerca della camera del nido per constatare l'avvenuta deposizione e mettere in sicurezza il sito di nidificazione secondo i protocolli regionali e ministeriali, che prevedono la posa di quattro pali in legno, di una rete metallica e di cartellonistica informativa a tutela della camera del nido.
Al termine delle operazioni, un volontario delle Guardie ambientali, mentre si accingeva a raggiungere la propria auto nel parcheggio retrodunale ha individuato, ad una distanza di circa 200 metri dalla prima, un'altra tartaruga in procinto di deporre le uova: si è dunque assistito incredibilmente ad un secondo evento di nidificazione, nella stessa notte a pochi metri e ore di distanza. Le persone presenti, tra stupore e meraviglia, sono rimaste in totale silenzio per evitare di arrecare disturbo all'animale che, in poco più di un’ora, ha attuato il rituale completo di nidificazione per poi prendere il largo.
A causa però della posizione dei nidi, facilmente raggiungibile dalle probabili mareggiate di settembre, si è deciso, insieme ai responsabili scientifici del Cres ed al Coordinamento regionale, di disporre per entrambi la traslocazione: i due nidi sono stati quindi posizionati vicini, nella parte più interna della spiaggia, in un'area più sicura dagli eventi meteoclimatici: la schiusa “gemellare” è attesa per la metà del mese di settembre, dopo una sessantina di giorni dalla deposizione.
Il rinvenimento del terzo nido è dell’alba di domenica 4 agosto nella spiaggia di Capo Comino, in Comune di Siniscola: la segnalazione delle inconfondibili tracce alle prime ore del mattino ha consentito di individuare la possibile deposizione, provvisoriamente messa in sicurezza dal personale dell’AMP Tavolara Punta Coda Cavallo, nodo della Rete regionale competente per territorio, fino all’individuazione della camera del nido ed predisposizione delle misure di protezione del nido avvenuta nella mattina di oggi.
L’Area Marina Protetta Tavolara Punta Coda Cavallo sta sperimentando, nella propria fascia di competenza, un progetto di monitoraggio di ricerca con l’ausilio del cane, grazie al supporto dell’addestratrice Paola Uccello e della piccola Kira, un lagotto romagnolo che, da questa primavera, si esercita sulle spiagge nel rinvenimento della presenza dei nidi: recatasi sul posto, Kira ha prontamente individuato la posizione del nido di Capo Comino, dimostrando l’efficacia dell’azione, riprendendo successivamente la perlustrazione alla ricerca di eventuali altre deposizioni.
Anche per questo nido la schiusa è prevista per la fine di settembre o la prima settimana di ottobre.
La tempestività di allerta ai numeri di emergenza della sala operativa della Rete regionale (1515 e 1530) ha consentito, anche in questo caso, di mettere in moto la macchina della Rete regionale per la conservazione della fauna marina costituita da Assessorato della Difesa dell'Ambiente, CFVA, Guardia Costiera, nodi della Rete competenti per territorio e CNR e garantire la messa in sicurezza, il monitoraggio e la tutela del nido, fondamentale per la conservazione della specie: l’attenzione rimane alta e si rimane in attesa, ancora per qualche settimana, di nuove segnalazioni.
Le spiagge della Sardegna, in attesa delle sorprese che arriveranno dalle prime schiuse, si confermano tra le destinazioni tra le preferite dalla Caretta: già da anni infatti si registrano, oltre a numerosi avvistamenti e recuperi di esemplari in mare, ricorrenti eventi straordinari di nidificazione, testimoniati dal boom dell’estate 2023 con diciannove siti di nidificazione, di cui undici messi in sicurezza dal momento della deposizione, che hanno consentito di accompagnare in mare oltre mille piccole tartarughe.
Rilasci in mare delle tartarughe riabilitate nei Centri della Rete regionale per la conservazione della fauna marina.
Sì è aperta a Porto Conte (Alghero), la stagione dei rilasci in mare delle tartarughe riabilitate nei Centri della Rete regionale per la conservazione della fauna marina: Nicoletta, un giovane esemplare di Caretta caretta recuperato la mattina del 20 Marzo nelle acque di Capo Caccia, messa in salvo dai biologi dell’ Area marina Protetta Capo Caccia Isola Piana e curata presso il CRAMA (Centro Recupero Animali Marini Asinara) ha preso il mare in velocità la mattina di venerdì 3 maggio.
Si prosegue mercoledì 8, con il rilascio a Cala Spalmatore (La Maddalena) di Giulia, recuperata dal Parco dell’Arcipelago di La Maddalena e curata anch’essa all’Asinara presso il CRAMA.
Si tratta di una stagione quasi da bollino rosso per i tre Centri di recupero della Rete regionale: sono attualmente 12 le piccole tartarughe in degenza presso le strutture operative. Sono stati importanti, purtroppo, anche i numeri di esemplari ritrovati spiaggiati senza vita nelle scorse settimane.
In primavera, con la ripresa degli spostamenti sotto costa delle tartarughe dopo la stagione di riposo invernale, gli animali in difficoltà vengano individuati più frequentemente grazie anche alla segnalazione ai numeri 1515 del Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale e 1530 della Guardia costiera, vengano messi in salvo secondo i protocolli operativi di intervento.
Già a partire dalle prossime settimane, non appena le temperature delle acque lo consentiranno, gli altri esemplari riabilitati verranno rimessi in libertà e la situazione di emergenza tornerà alla normalità.
Grazie ai rapporti di stretta collaborazione sviluppati, sotto il Coordinamento regionale, tra i Centri di primo soccorso, dislocati presso le tre Aree Marine Protette di Capo Carbonara, di Tavolara e di Capo Caccia, ed i tre Centri di Recupero, con il supporto logistico del Corpo Forestale e della Guardia costiera, la Rete regionale riesce ad intervenire con tempestività su tutto il territorio costiero, sia in caso di soccorso, sia nei casi di nidificazione sulle spiagge.
Dall’avvio delle attività della Rete si contano oltre 600 interventi di recupero di esemplari feriti o in difficoltà: i numeri negli ultimi anni sono aumentati, forse anche perché l’attenzione su questi aspetti è maggiore, grazie alle attività di informazione e sensibilizzazione portate avanti dai nodi della Rete. Ricomprendendo anche le attività sui nidi, ci si attesta nell’ordine di una novantina di interventi l’anno, col boom degli anni 2021 e del 2023 grazie all’importante numero di nidificazioni.
Grazie alle attività di informazione e sensibilizzazione della Rete regionale (con il coinvolgimento dei bambini, dei turisti, dei pescatori, degli operatori turistici, dei concessionari e dei diving operanti sulle coste della Sardegna) è aumentata la sensibilità verso la salvaguardia dell’ecosistema marino. Sono gli stessi diportisti e pescatori professionisti che intervengono in prima persona nel recupero degli animali ritrovati nelle reti, di quelli feriti per l’impatto con i mezzi nautici o, più frequentemente, per i problemi legati all’ingestione di plastiche in mare scambiate per cibo.
Sull’inquinamento da plastiche, la Rete regionale con il CNR (Centro Nazionale di Ricerca) svolge un ruolo importante: i contenuti stomacali delle tartarughe della Sardegna, sia ricoverate nei tre Centri di recupero che ritrovate morte e sottoposte a necroscopia dall’Istituto Zooprofilattico Sardo, costituiscono un indicatore delle distribuzione delle plastiche nel Mediterraneo e dell’impatto sulla fauna marina negli studi condotti dal Ministero dell’Ambiente nell’ambito dell’attuazione della Direttiva Quadro sulla Marine Strategy (MSFD-2008/56/CE).
La Rete regionale ha intrapreso già da due anni un progetto per cui, grazie al posizionamento di dispositivi GPS/satellitari sul carapace degli animali, si riesce a seguire gli spostamenti degli esemplari reimmessi in natura dopo il recupero: la batteria dei dispositivi consente di monitorare gli spostamenti per circa 18 mesi, un lasso di tempo non lungo ma già importante, con lo scopo primario di acquisire dati scientifici (i dispositivi sono in grado di trasmettere, oltre alla posizione dell’esemplare, tempi di apnea, profondità raggiunte, temperatura delle acque); a questo scopo primario si aggiunge anche una azione divulgativa: nel senso che la possibilità di far conoscere a tutti gli spostamenti delle tartarughe ed alcune curiosità sul loro trascorso è di grande interesse mediatico e social ed aiuta a tenere alto il livello di attenzione.
Ci si prepara anche quest’anno ad una stagione di nidificazioni straordinaria, come quella dell’estate 2023, che ha visto sui litorali della Sardegna il rinvenimento di diciannove nidi di Caretta, undici dei quali messi in sicurezza e presidiati dal momento esatto della deposizione, e nella quale oltre mille piccoli hatchlings (cuccioli di tartaruga) sono stati accompagnati in mare.
Aggiornamento tracking tartarughe Ottobre 2023

Procede il progetto di tracciamento degli spostamenti delle tartarughe marine Caretta caretta portato avanti nell’ambito delle attività di ricerca della Rete regionale per la conservazione della fauna marina, coordinata dall'Assessorato della difesa dell'ambiente sotto la supervisione scientifica dell’IAS -CNR di Torregrande,
Analogamente a quanto accaduto all’esemplare di Caretta caretta Azzurra, anche Graziella ha sfortunatamente terminato il suo viaggio nelle acque del golfo di Hammamet in Tunisia.
Rilasciata lo scorso 6 maggio presso la spiaggia di San Giovanni di Sinis, a Cabras, la tartaruga si è diretta verso le coste dell’Africa per poi trattenersi diversi giorni vicino alla costa della Penisola di Capo Bon e successivamente, passando a sud di Pantelleria, ha fatto rotta verso le coste sud-occidentali della Sicilia. Nella rotta di ritorno in Tunisia, a poco più di 30 miglia dalla costa, Azzurra è rimasta intrappolata probabilmente in una rete da pesca, a circa 50 metri di profondità. Il corpo dell’animale è stato ritrovato spiaggiato e grazie all’intervento dell'Istituto Nazionale tunisino di Scienze e Tecnologie Marine (INSTM) è stato possibile effettuare l’autopsia e recuperare il dispositivo di tracciamento satellitare.
Graziella ha percorso circa 1900 km in circa 3 mesi, spingendosi più volte intorno ai 100 metri di profondità.
Gioia, liberata il 27 maggio scorso da Cala di Spalmatore nel Parco Nazionale dell’Asinara, ha percorso circa 1400 km. Appena aver lasciato l’isola si è diretta verso ovest, trasmettendo per i primi giorni poche informazioni, ma mostrando comunque notevoli spostamenti; dopo aver raggiunto l’isola spagnola di Minorca, ha proseguito verso nord per poi invertire la rotta dirigendosi nuovamente verso la Sardegna.
I dati del trasmettitore continuano ad indicare che Gioia non sta effettuando immersioni particolarmente profonde.
Il progetto prosegue con il tracciamento di un nuovo, piccolo esemplare: Diva è una tartaruga Caretta caretta poco più grande di 35 cm, equipaggiata con un dispositivo satellitare molto piccolo e leggero, che consente di monitorare i suoi spostamenti attraverso il sistema satellitare Argos. L’acquisizione del dispositivo è stata possibile grazie alla sponsorizzazione della società Finlandese Baltic Yachts e la liberazione, effettuata dall’Area Marina Protetta “Tavolara – Capo Coda Cavallo” il 16 settembre a Porto Rotondo, è avvenuta in collaborazione con Nautica Assistance di Olbia.
Diva, in poco più di un mese ha percorso oltre 1000 km, spingendosi prima lungo la costa laziale, poi, passando accanto all’arcipelago toscano, ha costeggiato la Corsica e raggiunto la Liguria. Da alcuni giorni si trova tra la Corsica e la costa Francese.
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[foto mappa, elaborazione CReS]
Aggiornamento tracking tartarughe Luglio 2023
Procede il progetto di tracciamento degli spostamenti delle tartarughe marine Caretta caretta portato avanti nell’ambito delle attività di ricerca della Rete regionale per la conservazione della fauna marina, coordinata dall'Assessorato della difesa dell'ambiente sotto la supervisione scientifica dell’IAS -CNR di Torregrande,
Graziella e Gioia continuano a trasmettere, oltre alla loro posizione, anche altri dati di interesse scientifico quali le temperature, le profondità raggiunte ed i tempi di apnea.
Graziella, recuperata dall’AMP Capo Carbonara, nodo della Rete competente per territorio, dopo sette mesi di mantenimento, monitoraggio e riabilitazione presso il CReS e la rimozione della lenza di nylon che si trovava all'interno del tratto digerente, è stata rilasciata il 6 maggio dalle coste di San Giovanni di Sinis: dopo poco più di un mese i dati del tracciamento mostrano che ha percorso più di 1300 chilometri e, dopo aver lambito le coste nord della Tunisia, si sta dirigendo verso la Sicilia.
Gioia invece ha ripreso il mare sabato 27 maggio nella Cala di Spalmatore, nel Parco dell’Asinara: recuperata il 2 agosto dello scorso anno grazie alla segnalazione di un diportista nelle acque del Parco della Maddalena, è stata accolta e ricoverata presso il Centro di Recupero Animali Marini dell'Asinara (CRAMA) grazie alla collaborazione tra i due Parchi nell’ambito delle attività della Rete regionale. A quasi due mesi dal rilascio, i dati accessori ricevuti non sono molti (c’è stato un momento in cui sono mancate le trasmissioni) ma ci consentono di dire che Gioia si sta muovendo verso le Isole Baleari, avendo nuotato per oltre 300 km, anche controcorrente, sotto il pelo dell'acqua e spingendosi ad una profondità massima di 5 metri.
I rilasci di esemplari da monitorare sono fermi, a causa dell’intenso traffico lungo le coste della Sardegna, ma riprenderanno a settembre con ulteriori sperimentazioni.
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[foto mappa, elaborazione CReS]