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Attività di vigilanza sulla gestione dei rifiuti: i dati 2018

La Giunta regionale, con la deliberazione n. 27/19 del 28/05/2020, ha disposto la pubblicazione dei dati utili a definire lo stato di attuazione dei piani regionali di gestione dei rifiuti, secondo quanto previsto dall’articolo 199 del D. Lgs. n. 152 del 3/04/2006, come modificato dalla legge n. 221 del 28/12/2015. I dati relativi al 2018 sono stati raccolti ed elaborati dal Catasto rifiuti incardinato presso l’ARPAS e dal competente Servizio dell’Assessorato della Difesa dell’Ambiente.

La Sardegna ha raggiunto il 66,8% di raccolta differenziata, con un incremento del 4% rispetto al dato 2017 e pertanto coerente con le previsioni dell’aggiornamento del Piano regionale di gestione dei rifiuti urbani approvato nel dicembre del 2016. Questo risultato porta la nostra regione al sesto posto fra le regioni italiane, con un minimo scarto dall’Emilia Romagna, ma ancora distante da Veneto, Trentino Alto Adige e Lombardia che hanno superato il 70%.

341 Comuni (contro i 315 del 2017) hanno raggiunto e superato l’obiettivo di legge del 65%, per una popolazione che quasi raggiunge il 77% del totale (nel 2016 era il 70%). In particolare si segnalano ben 82 Comuni che nel 2018 hanno superato l’80% di raccolta differenziata, mentre 173 Comuni si collocano fra il 70% e l’80% e 86 Comuni fra il 65% e il 70%. Il dato è ancor più positivo se si considera che nella prima fascia si collocano Comuni interessati da importanti flussi turistici come Orosei, che conferma l’eccellente 88% del 2017, Tortolì, Siniscola e Pula, affiancati da Comuni meno popolosi come Ussassai, Gergei e Mandas, nonché da interi territori nei quali i servizi di raccolta sono svolti in maniera associata come l’Unione della Trexenta, la Comunità Montana del Gennargentu Mandrolisai e la Comunità Montana del Goceano.

Continua il trend positivo di crescita del riciclaggio con il raggiungimento di valori superiori all’obiettivo di legge fissato per il 50% al 2020: a seconda del metodo di calcolo utilizzato fra quelli proposti dalle norme comunitarie, la nostra isola ha conseguito un risultato pari 53% o al 58%, in aumento di alcuni punti percentuali rispetto al dato 2017.

Dopo la riduzione registrata nel 2017, riprende l’aumento della produzione dei rifiuti urbani: sono solo 52 (contro i 225 dello scorso anno) i Comuni che mostrano una tendenza, più o meno evidente, alla diminuzione dei rifiuti prodotti, mentre dei restanti 325, la maggior parte mostra valori in aumento fino al 10%.

Si evidenzia il soddisfacimento del fabbisogno di trattamento dei rifiuti urbani prima del conferimento a discarica e un deficit nel fabbisogno di termovalorizzazione da coprire con gli interventi previsti nel Piano regionale; il fabbisogno di riciclaggio della frazione organica è ampiamente coperto dall’esistente impiantistica di compostaggio e digestione anaerobica mentre si evidenzia la sostanziale assenza di veri e propri impianti di riciclaggio per le altre frazioni da raccolta differenziata.

Si riduce la quantità di rifiuto urbano avviato a discarica mentre si incrementa fino al 13% la quantità di rifiuto avviato a termovalorizzazione (contro il 7% del 2017), per via del funzionamento con continuità dell’impianto di Capoterra.

Le volumetrie residue in discarica destinate alla chiusura del ciclo dei rifiuti urbani risultano in decremento del 28% rispetto all’anno precedente.

I conferimenti in discarica per rifiuti speciali non pericolosi aumentano del 17%, mentre le corrispondenti volumetrie residue si riducono del 19%, risultando ancora sufficienti per coprire le esigenze delle utenze diffuse. I conferimenti nelle discariche per rifiuti inerti invece aumentano del 2% e i volumi diminuiscono del 3%.

Consulta i documenti
Deliberazione n. 27/19 del 28/05/2020
Allegato Deliberazione n. 27/19