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Pubblicato il rapporto sulla gestione dei rifiuti urbani in Sardegna relativo al 2017

Il rapporto sulla gestione dei rifiuti urbani in Sardegna relativo all’anno 2017, redatto dalla Sezione regionale del Catasto rifiuti dell’ARPAS, con la collaborazione degli Osservatori Provinciali dei rifiuti e dell’Assessorato della Difesa dell’Ambiente della Regione, conferma, in linea con quanto emerso negli anni precedenti, molti aspetti positivi che hanno caratterizzato la gestione dei rifiuti in Sardegna e individua alcuni aspetti su cui intervenire nell’immediato futuro.

Dopo l’aumento registrato nel 2016, riprende la riduzione della produzione dei rifiuti urbani: in particolare 225 comuni mostrano una tendenza, più o meno evidente, alla diminuzione dei rifiuti prodotti. Tuttavia, il dato misurato è ancora distante dagli obiettivi definiti nell’aggiornamento del Piano regionale dei rifiuti urbani; un miglioramento ulteriore potrà constatarsi a riscontro delle raccolte a porta a porta avviate ad Alghero e Cagliari nel corso del 2018.

Si conferma la crescita della percentuale di raccolta differenziata che ha raggiunto il 62,8%, con un incremento superiore al 3% rispetto al dato 2016 e pertanto coerente con le previsioni dell’aggiornamento del Piano regionale di gestione dei rifiuti urbani approvato nel dicembre del 2016. Questo risultato porta la Regione Sardegna al settimo posto fra le regioni italiane, con un minimo scarto dalle Marche, ma ancora distante da Veneto e Trentino Alto Adige che hanno superato il 70%.

Sono ben 63 i comuni che superano l’80% di raccolta differenziata, e che dunque conseguono con anticipo i risultati che il Piano regionale prevede per il 2022, ai quali si accompagnano altri 74 comuni che superano il 75% di raccolta differenziata; ve ne sono poi altri 97 nella fascia fra il 70% e il 75%, cui si aggiungono altri 81 la cui percentuale supera comunque il 65%. In totale, quindi, ben 315 comuni hanno raggiunto e superato l’obiettivo, previsto dal D. Lgs. n. 152/2006, del 65% (contro i 253 del 2017) per una popolazione che quasi raggiunge il 70% del totale (nel 2016 era il 50%).

Le frazioni raccolte in maniera differenziata continuano a crescere su tutto il territorio, ma esistono ancora dei margini di miglioramento sulla raccolta degli imballaggi in legno, dello spazzamento stradale e di altre frazioni quali gli oli e lo scarto verde.

Per quanto concerne la filiera del riciclo, continua il trend positivo di crescita con il raggiungimento di valori superiori all’obiettivo di legge fissato per il 50% al 2020: in funzione del metodo di calcolo utilizzato fra quelli proposti dalle norme comunitarie, si è conseguito un risultato pari al 50% o al 56%, in crescita di diversi punti percentuali rispetto al dato 2016, ma ancora lontano dal 70% previsto dal Piano regionale.

Oltre alla descrizione degli importanti risultati positivi raggiunti, il rapporto individua gli aspetti su cui concentrare gli sforzi futuri per migliorare la gestione dei rifiuti urbani nel territorio regionale.

Si confermano gli andamenti in diminuzione della quantità di rifiuti oggetto di termovalorizzazione e conseguentemente l’incremento delle quantità smaltite in discarica, dovuti all’esecuzione degli interventi di revamping del termovalorizzatore di Macomer e alle frequenti fermate di quello di Capoterra. Soprattutto è aumentato il dato del rifiuto urbano biodegradabile conferito in discarica, pari a 92,5 kg/ab/a, superiore al valore limite che la direttiva europea di settore individua per il 2018 ovvero 81 kg/ab/a.

Prosegue infine la riduzione di volumetria disponibile nelle discariche per rifiuti urbani, a causa del fatto che i programmati ampliamenti delle discariche di Sassari, Ozieri, Olbia e Villacidro, attualmente risultano in fase autorizzativa o di appalto.

Consulta i documenti
Diciannovesimo rapporto sulla gestione dei rifiuti urbani in Sardegna - anno 2017