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I rari Ibis eremita scelgono la Sardegna per svernare

Dai primi giorni di dicembre la Sardegna ospita due rari Ibis eremita (Geronticus eremita) che appartengono alla piccola popolazione alpina seguita nell’ambito del progetto LIFE Waldrapp (il nome tedesco della specie). Entrambi gli Ibis eremita sono inanellati e quindi possono essere riconosciuti individualmente. Gli esemplari hanno anche un nome, si tratta di Nina e Schneider, quest’ultimo è anche dotato di un trasmettitore GPS che consente ai ricercatori del progetto di seguirne i movimenti. Attualmente si trovano nei campi all’interno della Zona di Protezione Speciale Altopiano di Abbasanta istituita ai sensi della Direttiva Uccelli (2009/147/CE) che appartiene alla Rete Natura 2000, il sistema di aree protette che meglio concilia le attività umane con le esigenze di conservare habitat e specie. Inoltre la presenza di questa rara specie è l’ennesima prova dell’importanza che riveste la Sardegna per la migrazione e lo svernamento degli uccelli in ambito mediterraneo.

Gli Ibis eremita storicamente si riproducevano in Europa nell’arco alpino, in Germania, ma anche in Spagna e Grecia, ma poi si estinsero a causa principalmente della persecuzione diretta da parte dell’uomo. Grazie agli esemplari presenti in diversi zoo europei, negli anni 2000 sono stati intrapresi dei progetti di conservazione per favorirne il ritorno come popolazione nidificante allo stato libero. Originariamente la specie era migratrice e ogni anno, dopo la riproduzione, intraprendeva un lungo viaggio verso i quartieri di svernamento, mentre attualmente alcune popolazioni sono sedentarie anche grazie all’intervento dell’uomo, per evitare i pericoli della migrazione e di alcune aree di svernamento africane come quelle etiopiche.

Per la sua rarità la specie è protetta e inclusa nella Lista Rossa Mondiale redatta dall’IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura) ed è attualmente classificata come Endangered (in pericolo di estinzione) per il suo esiguo numero di individui e per l’areale ristretto.

Gli Ibis eremita sono abbastanza facili da riconoscere, hanno le dimensioni circa di una gallina domestica, con il becco lungo e ricurvo e la testa calva ma incorniciata da lunghe piume che partono dal collo. Il  piumaggio è scuro con riflessi metallici negli adulti. Gli Ibis nidificano in colonie, in pareti rocciose impervie e si cibano di insetti, larve, lombrichi e altri invertebrati che ricercano con il lungo becco, in spazi aperti come i campi incolti, con erba non troppo alta.

Come si vede nella foto scattata nell’Altopiano di Abbasanta, area chiave anche per la conservazione della Gallina prataiola, i due Ibis eremita si stavano cibando in un campo dove, a poca distanza, si è osservato un gregge di pecore seguito da alcuni esemplari di Aironi guardabuoi. Questo a evidenza di come la conservazione delle specie sia legata alle pratiche tradizionali di gestione del territorio.

I due Ibis eremita sono monitorati dal personale del Corpo Forestale e di Vigilanza ambientale e da alcuni appassionati e ricercatori, con l’auspicio che possano svernare tranquillamente senza pericoli.

 

La foto è stata realizzata nell’ambito delle attività di conservazione e ricerca portate avanti dal personale del Servizio Tutela Natura e Politiche Forestali della Direzione Generale dell’Ambiente.

 

Ulteriori informazioni possono essere reperite sul sito del Progetto LIFE Waldrapp al seguente link

https://www.waldrapp.eu/it/