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Pubblicati i dati sulla gestione dei rifiuti sanitari in Sardegna nel 2023

I rifiuti derivanti dalle strutture sanitarie sono disciplinati dal D.P.R. 15 luglio 2003, n. 254; tale decreto regola la gestione dei rifiuti sanitari a norma dell'articolo 24 della legge 31 luglio 2002, n. 179. Le Regioni sono tenute a istituire sistemi di monitoraggio e di analisi dei costi e della congruità dei medesimi relativamente alla gestione e allo smaltimento dei rifiuti sanitari e a inviare i dati risultanti all’ISPRA, che li comunica al Ministero dell’ambiente e al Ministero della salute, ai sensi dell’art. 4, comma 5 del decreto citato.

Nel corso del 2024 il competente Servizio dell’Assessorato della difesa dell’ambiente ha avviato una raccolta dati presso i produttori dei rifiuti sanitari (aziende sanitarie locali, aziende ospedaliere universitarie, azienda ospedaliera Brotzu e cliniche private) e presso i soggetti autorizzati a raccolta, deposito preliminare e smaltimento finale. I risultati sono raccolti nel documento “Relazione sulla produzione e gestione dei rifiuti sanitari nella Regione Sardegna - Anno 2023”, consultabile a fondo pagina.

I risultati dell’analisi mostrano che la produzione totale di rifiuti sanitari, di qualunque codice dell’elenco europeo, è pari a circa 6.700 tonnellate, di cui 6.000 provenienti dalle strutture pubbliche e 700 da quelle private.

Circa 5.500 tonnellate sono costituite da rifiuti distinti dalle prime quattro cifre del codice dell’Elenco Europeo dei Rifiuti 1801, cioè derivanti dalla cura della salute umana.

Il dato di produzione pro-capite dei rifiuti di codice 1801 è pari a 3,5 kg/ab, leggermente inferiore al dato dell’anno precedente.

La produzione annuale di rifiuti con codice 1801 per posto letto nelle strutture pubbliche è stata pari a 1.045 kg/anno, contro i 1.083 kg dell’anno precedente.

La produzione del codice 180103*, ovvero rifiuti (pericolosi) che devono essere raccolti e smaltiti applicando precauzioni particolari per evitare infezioni, è pari a circa 5.040 t. L’88% di questi rifiuti, i più significativi nell’ambito della sanità (92% dei codici 1801, 75% dei rifiuti prodotti in totale), deriva dalle strutture pubbliche, il restante 12% da quelle private.

Nel periodo in esame (1.1.2023 ÷ 31.12.2023) la destinazione dei rifiuti sanitari è stata prevalentemente l’incenerimento: diretto nel 50% dei casi, preceduto da una fase di deposito preliminare nel 46%. La messa in riserva e il raggruppamento preliminare si dividono la rimanente, ridotta, percentuale di destinazione.

Il costo medio di gestione, che risente di una notevole variabilità a seconda dell’ubicazione e della dimensione delle strutture, si attesta intorno a 1.830 €/t per le strutture pubbliche e a 1.690 €/t per quelle private.
Consulta i documenti
Relazione sulla produzione e gestione dei rifiuti sanitari - Anno 2023