Chi siamo: I nodi della Rete regionale per la conservazione della fauna marina

 

Il protocollo di intesa n. 5119 del 09.03.2009, con i successivi atti aggiuntivi del 2011 e del 2021, istituisce formalmente a tal scopo la Rete regionale per la conservazione della fauna marina ferita e in difficoltà (tartarughe e mammiferi marini) che vede coinvolti:

  •     la Regione Sardegna, Assessorato della Difesa dell’Ambiente, con funzioni di coordinamento delle attività della Rete, definizione dei processi autorizzativi in attuazione del DPR 357/97 e della legge regionale 23/98, programmazione delle risorse economiche per il finanziamento dei centri di recupero e di primo soccorso autorizzati;
  •     il Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale, con funzioni di vigilanza, presidio, coordinamento delle basi logistiche operative navali (BLON) e delle Stazioni Forestali nella gestione delle emergenze e di supporto alle attività di recupero e reimmissione in natura di esemplari di fauna marina in attuazione della legge regionale 23/98
  •     il Corpo delle Capitanerie di Porto (Direzioni Marittime di Cagliari e Olbia), con funzioni di supporto nelle attività di recupero, trasporto e rilascio di esemplari di fauna marina in collaborazione con il CFVA e i Centri di recupero e di primo soccorso autorizzati e operanti nei propri ambiti di competenza;
  •     l’Istituto per lo studio degli impatti Antropici e Sostenibilità in ambiente marino del Consiglio Nazionale delle Ricerche (IAS – CNR) di Oristano con funzioni di supporto tecnico scientifico alla Rete nelle attività di primo soccorso, nella predisposizione ed attuazione dei protocolli operativi (in caso di nidificazioni, schiuse e recuperi di fauna marina) e nella conseguente reportistica delle attività su tutto il territorio regionale, oltreché per i rapporti col Ministero e con l’ISPRA.
  •     i Centri regionali per il recupero o per il primo soccorso della fauna marina, autorizzati e operanti nei propri ambiti di competenza, con il compito di assicurare in modo costante gli interventi di soccorso, cura, riabilitazione e rilascio degli esemplari feriti o in difficoltà, di curare l’informazione, sensibilizzazione ed educazione ambientale. I Centri sono localizzati presso:

Il Parco nazionale Arcipelago di La Maddalena attualmente non dispone di un centro di recupero sul proprio territorio ma, per garantire supporto alla Rete si appoggia alle strutture del Parco Nazionale dell’Asinara.

In considerazione delle specie che frequentano i mari della Sardegna, attività principale della Rete regionale è il recupero ed il soccorso in mare delle tartarughe marine, dalla assidua Caretta Caretta (Tartaruga comune) a quelle più rare (Chelonia mydas - Tartaruga verde e Dermochelys coriacea - Tartaruga liuto) e dei mammiferi marini (delfini, tursiopi, stenelle).

Negli ultimi anni sono ormai frequenti i casi di nidificazione della Caretta caretta sulle spiagge dell’Isola: la tutela e il monitoraggio di tali eventi sono di straordinaria importanza per la conservazione della specie e necessitano di un grande sforzo di coordinamento tra per garantire un esito positivo degli eventi.

Grazie ai rapporti di stretta collaborazione sviluppati tra i differenti soggetti istituzionali, la Rete riesce ad operare sull’intero ambito costiero regionale garantendo la capillarità degli interventi di recupero.

La sinergia tra questi soggetti ha consentito alla Rete regionale per la fauna marina di maturare significative esperienze di salvaguardia e diventare oggi un'eccellenza nel panorama italiano grazie anche alla condivisione delle scelte e dei risultati.

Fondamentale, altresì, l’attività di informazione e sensibilizzazione, anche nelle scuole di vario ordine e grado, che la Rete promuove e realizza con il coinvolgimento dei pescatori, degli operatori turistici, dei centri diving operanti sulle coste della Sardegna, contribuendo allo sviluppo di una maggiore sensibilità verso la salvaguardia dell’ecosistema marino, favorendo la diffusione di buone pratiche e di comportamenti corretti volti a prevenire e ridurre le cause di mortalità.