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Pubblicati i dati sulla gestione dei veicoli fuori uso in Sardegna nel 2022

La direttiva 2000/53/CE, recepita nell’ordinamento nazionale dal decreto legislativo 209 del 24 giugno 2003, ha fissato, con riguardo ai rifiuti provenienti dall’attività di demolizione dei veicoli fuori uso, degli obiettivi di reimpiego, riciclaggio e recupero. In particolare “per tutti i veicoli fuori uso la percentuale di reimpiego e di recupero è pari almeno al 95 per cento del peso medio per veicolo e per anno e la percentuale di reimpiego e di riciclaggio è pari almeno all'85 per cento del peso medio per veicolo e per anno”.

Nel corso del 2023 il Servizio tutela dell’atmosfera e del territorio ha avviato una raccolta dati presso i soggetti autorizzati alla demolizione dei veicoli fuori uso e li ha confrontati con quelli provenienti dal modulo unico di dichiarazione (MUD) e del pubblico registro automobilistico (PRA). I risultati dello studio sono raccolti nel documento “Gestione dei rifiuti derivanti da autodemolizione in Sardegna. Anno 2022.”.

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Gestione dei rifiuti derivanti da autodemolizione in Sardegna - Anno 2022


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Pubblicati i dati sulla gestione dei rifiuti sanitari in Sardegna nel 2022

I rifiuti derivanti dalle strutture sanitarie sono disciplinati dal D.P.R. 15 luglio 2003, n. 254; tale decreto regola la gestione dei rifiuti sanitari a norma dell'articolo 24 della legge 31 luglio 2002, n. 179.
La Regioni sono tenute a istituire sistemi di monitoraggio e di analisi dei costi e della congruità dei medesimi relativamente alla gestione e allo smaltimento dei rifiuti sanitari e a inviare i dati risultanti all’ISPRA, che li comunica al Ministero dell’ambiente e al Ministero della salute, ai sensi dell’art. 4, comma 5 del decreto citato.

Nel corso del 2023 il competente Servizio dell’Assessorato della difesa dell’ambiente ha avviato una raccolta dati presso i produttori dei rifiuti sanitari (aziende sanitarie locali, aziende ospedaliere universitarie, azienda ospedaliera Brotzu e cliniche private) e presso  i soggetti autorizzati a raccolta, deposito preliminare e smaltimento finale, sia mediante termodistruzione sia tramite sterilizzazione.
I risultati sono raccolti nel documento “Relazione sulla produzione e gestione dei rifiuti sanitari nella Regione Sardegna - Anno 2022”, consultabile a fondo pagina.

I risultati dell’analisi mostrano che la produzione totale di rifiuti sanitari, di qualunque codice dell’elenco europeo, è pari a circa 6.815 tonnellate, di cui 6.125 provenienti dalle strutture pubbliche e 690 da quelle private.

5.687 tonnellate sono costituite da rifiuti distinti dalle prime quattro cifre del codice dell’Elenco Europeo dei Rifiuti 1801, cioè derivanti dalla cura della salute umana.

Il dato di produzione pro-capite dei rifiuti di codice 1801 è pari a 3,45 kg/ab, leggermente superiore al dato dell’anno precedente.

La produzione annuale di rifiuti con codice 1801 per posto letto nelle strutture pubbliche è stata pari a 1.083 kg/anno, contro i 918 kg dell’anno precedente.

La produzione del codice 180103*, ovvero rifiuti (pericolosi) che devono essere raccolti e smaltiti applicando precauzioni particolari per evitare infezioni, sfiora le 4.700 t. L’88% di questi rifiuti, i più significativi nell’ambito della sanità (78% dei rifiuti prodotti in totale), deriva dalle strutture pubbliche, il restante 12% da quelle private.

Nel periodo in esame (1.1.2022 ÷ 31.12.2022) la destinazione dei rifiuti sanitari è stata prevalentemente l’incenerimento: diretto nel 34% dei casi, preceduto da una fase di deposito preliminare nel 64%. La messa in riserva e il raggruppamento preliminare si dividono la rimanente, ridottissima, percentuale di destinazione.

Il costo medio di gestione, che risente di una notevole variabilità a seconda dell’ubicazione e della dimensione delle strutture, si attesta intorno a 1.740 €/t per le strutture pubbliche e a 1.690 €/t per quelle private.

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Relazione sulla produzione e gestione dei rifiuti sanitari - Anno 2022


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Attività di vigilanza sulla gestione dei rifiuti: i dati 2021

La Giunta regionale, con la deliberazione n. 44/23 del 14.12.2023, ha preso atto dei dati utili a definire lo stato di attuazione dei piani regionali di gestione dei rifiuti, secondo quanto previsto dall’articolo 199 del d. lgs. n. 152 del 3.4.2006, come modificato dalla legge n. 221 del 28.12.2015 e dal d. lgs. 116 del 3.9.2020. I dati relativi al 2021 sono stati raccolti ed elaborati dal Catasto rifiuti incardinato presso l’ARPAS e dal competente Servizio dell’Assessorato della Difesa dell’Ambiente.

La Sardegna ha raggiunto il 74,63% di raccolta differenziata, migliorando leggermente il risultato del 2020 e confermandosi, per il terzo anno consecutivo, al secondo posto fra le regioni italiane, a circa 2 punti percentuali dal Veneto.

Solo 8 Comuni, 3 in meno del 2020, per una popolazione pari al 9% del totale, non hanno raggiunto l'obiettivo di legge del 65%; tra questi è presente il Comune di Sassari che, per via della sua dimensione in termini di popolazione, è determinante per il raggiungimento degli obiettivi di Piano e in particolare per il conseguimento dell'80% al 2022. Sono, quindi, 369 su 377 i Comuni che hanno superato l’obiettivo di legge del 65%. In particolare 120 Comuni hanno superato l’80% di raccolta differenziata, anticipando in tal modo a livello locale l’obiettivo stabilito dal Piano regionale per il 2022. Tra questi, sono aumentati da 8 a 17 i Comuni che hanno superato l’85% mentre sono diminuiti quelli compresi tra l’80% e l’85%, che sono passati da 136 a 103. Inoltre 230 Comuni si collocano fra il 70% e l’80% e 19 fra il 65% e il 70%. Come nelle precedenti annualità, nella prima fascia si collocano Comuni interessati da importanti flussi turistici come Orosei e Siniscola, affiancati da Comuni meno popolosi come Monti, Sant’Antonio di Gallura e Ussassai, nonché da interi territori nei quali i servizi di raccolta sono svolti in maniera associata come l’Associazione dei Comuni di Irgoli, Loculi, Onifai e Galtellì, l’Unione dei Comuni del Coros e la Comunità Montana del Gennargentu Mandrolisai.

L’indicatore relativo alla percentuale di rifiuti urbani avviati a preparazione per il riutilizzo e a riciclaggio non è migliorato rispetto a quanto rilevato nel 2020. Si tratta in ogni caso di un valore superiore all’obiettivo di legge del 55% al 2025: in funzione del metodo di calcolo utilizzato fra quelli proposti dalle norme comunitarie, la nostra Isola ha conseguito un risultato pari al 59% o al 63%.

La produzione complessiva dei rifiuti urbani è aumentata di quasi 37.000 tonnellate rispetto al 2020, con un incremento del 5,2%, superiore anche a quello registrato a livello nazionale (+2,3%).

Si registra una forte diminuzione dei rifiuti avviati alla termovalorizzazione, con conseguente incremento delle quantità di rifiuti urbani che sono state conferite direttamente in discarica, a causa dei lavori di ristrutturazione dei termovalorizzatori.

Le volumetrie residue in discarica destinate alla chiusura del ciclo dei rifiuti urbani sono aumentate del 40% nel 2021 rispetto al 2020, malgrado l’aumento dei conferimenti, a causa dei ritardi accumulati nella ristrutturazione dei termovalorizzatori che hanno comportato l’autorizzazione di incrementi di volumetria di discarica nel centro nord Sardegna.

I conferimenti in discarica per la totalità dei rifiuti speciali non pericolosi sono diminuiti del 5,7% e le corrispondenti volumetrie residue del 10,7%. Tenendo in considerazione le sole utenze diffuse i conferimenti sono diminuiti del 15%. I conferimenti nelle discariche per rifiuti inerti sono diminuiti del 3,9% e i volumi residui si sono ridotti del 3,3%.

La produzione totale di rifiuti speciali nel 2021 è aumentata del 12,4% rispetto al 2020. In particolare si registra una variazione percentuale della produzione di rifiuti speciali per unità di PIL rispetto al 2010 pari a +0,7% per i rifiuti non pericolosi e -1,3% per i rifiuti pericolosi.

La percentuale di rifiuti speciali avviati a preparazione per il riutilizzo e il riciclaggio rispetto al totale gestito nel 2021 è stata del 53,0%, quasi un punto percentuale superiore al valore del 2020; mentre, la percentuale di rifiuti speciali avviati a termovalorizzazione e incenerimento si è riportata al valore registrato nel 2019 (0,8%) dopo il decremento registrato nel 2020 (0,6%).

È diminuita la percentuale di rifiuti speciali avviati a smaltimento in discarica rispetto al totale gestito, passata dal 33,7% del 2020 al 32,1% del 2021.

Infine, si segnala che la superficie destinata al riutilizzo di fanghi in agricoltura è stata pari a 2.310 ettari, inferiore di diversi punti percentuali (13,3%) rispetto al valore del 2020.

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Delibera 44/23 del 14.12.2023
Attività di vigilanza sulla gestione dei rifiuti in Sardegna 2021


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Aggiornamento del Piano regionale di gestione dei rifiuti urbani

Con la deliberazione n. 4/145 del 15 febbraio 2024 la Giunta regionale ha approvato l’aggiornamento della sezione rifiuti urbani del Piano regionale di gestione dei rifiuti. Si ricorda che il Piano è costituito anche dalle sezioni riguardanti i rifiuti speciali, la bonifica delle aree inquinate e l’amianto.

Il Piano è stato aggiornato alla luce delle prescrizioni della direttiva 2008/98/CE, dell’Ottavo programma d'azione per l'ambiente dell’Unione, del programma nazionale per la gestione dei rifiuti e delle nuove norme che attengono alla gestione dei rifiuti urbani intervenute tra il 2017 e il 2023.

Il documento è impostato sul rispetto della gerarchia comunitaria della gestione dei rifiuti, che individua la seguente scala di opzioni nella gestione di un rifiuto:

  • prevenzione della produzione dei rifiuti;
  • preparazione per il riutilizzo;
  • riciclaggio o recupero di materia;
  • recupero di altro tipo, per esempio il recupero di energia;
  • smaltimento.

Il documento ha individuato le azioni necessarie affinché:

  • la produzione dei rifiuti urbani sia ridotta;
  • le discariche siano limitate ai rifiuti non riciclabili e non recuperabili;
  • il recupero energetico sia limitato ai materiali non riciclabili;
  • sia massimizzata la reimmissione dei rifiuti urbani nel ciclo economico ovvero siano promossi l’utilizzo dei rifiuti per la produzione di materiali commerciali debitamente certificati e la loro commercializzazione anche a livello locale;
  • sia promosso lo sviluppo di una “green economy” regionale, fornendo impulso al sistema economico produttivo nell’ottica di uno sviluppo sostenibile, all’insegna dell’innovazione e della modernizzazione;
  • siano ottimizzate le fasi di raccolta, trasporto, recupero e smaltimento;
  • siano confermati gli obiettivi del Piano vigente al 2022 e sia verificata la possibilità di porre obiettivi più ambiziosi al 2029.

Il ciclo di gestione dei rifiuti deve essere innanzitutto orientato alla riduzione della produzione dei rifiuti. A tale proposito, il Piano aggiorna e rafforza il programma di prevenzione della produzione dei rifiuti presente nel Piano del 2016, anche in considerazione dei contenuti dell’aggiornamento del programma nazionale di prevenzione in corso di revisione.

L'aggiornamento del Piano sottolinea l’importanza di una puntuale ed attenta progettazione di raccolte differenziate ad alta efficienza, che consentano di intercettare già a livello domiciliare frazioni di rifiuto a basso grado di impurità da inviare direttamente al riciclo; pertanto, il documento prevede il coinvolgimento degli ultimi Comuni ancora in ritardo al fine di conseguire l’obiettivo dell’80% di raccolta differenziata al 31.12.2029. Il Piano prevede, inoltre, azioni volte ad assicurare la raccolta separata dei rifiuti tessili da parte dei Comuni.

Altro obiettivo qualificante dell’aggiornamento del Piano è il conseguimento del 70% di riciclo al 2029, in netto anticipo rispetto all’obiettivo comunitario del 60% al 2030 e del 65% al 2035, attraverso:

  • l’applicazione sistematica agli impianti di compostaggio di qualità delle linee guida tecniche finalizzate al miglioramento della qualità del compost e alla realizzazione degli impianti di digestione anaerobica previsti;
  • il completamento dell'infrastrutturazione del territorio regionale attraverso la realizzazione di centri di preparazione per il riutilizzo, di piattaforme di recupero dei rifiuti tessili, degli ingombranti e dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche, nonché la realizzazione delle piattaforme di prima valorizzazione degli imballaggi e dei centri di selezione e stoccaggio ancora mancanti;
  • la promozione del recupero del compost attraverso appositi accordi di programma con gli utilizzatori e i produttori;
  • il rinnovo del protocollo di intesa con il CONAI;
  • il mantenimento dello strumento delle analisi merceologiche anche al fine di modulare le tariffe di conferimento in funzione della qualità dell'umido;
  • il controllo strutturato degli impianti al fine di garantire la qualità della filiera di riciclo a valle della raccolta differenziata;
  • la promozione degli acquisti verdi da parte delle Pubbliche Amministrazioni.

Inoltre, l'aggiornamento del Piano regionale minimizza ulteriormente l'importanza delle operazioni di smaltimento, che dovrà riguardare una quota ridotta del rifiuto urbano. In particolare, il conferimento in discarica dovrà essere ridotto ai rifiuti non idonei al riciclaggio o al recupero di altro tipo; in aggiunta, la quantità di rifiuti urbani collocati in discarica dovrà essere, al 31.12.2029, inferiore al 10% del totale dei rifiuti urbani. L'aggiornamento del Piano conferma lo schema impiantistico di riferimento caratterizzato dall'individuazione di due centri di termovalorizzazione, ubicati a Macchiareddu e a Tossilo, e la previsione di un unico Ambito Territoriale Ottimale coincidente con l'intero territorio regionale.

Il Piano regionale aggiorna, infine, i criteri per l'individuazione, da parte delle Province, delle aree idonee e non idonee alla localizzazione degli impianti di recupero e smaltimento dei rifiuti sul territorio regionale; tali criteri riguardano anche gli impianti dei rifiuti speciali.

L'aggiornamento del Piano regionale di gestione dei rifiuti urbani è stato assoggettato alla procedura di verifica dell'assoggettabilità a valutazione ambientale strategica e a verifica di assoggettabilità a valutazione di incidenza, entrambe concluse positivamente senza la necessità di attivare ulteriori fasi del procedimento.
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Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti - Aggiornamento
Deliberazione n.4/145 del 15.02.2024


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24° Rapporto sulla gestione dei rifiuti urbani in Sardegna

Il 24°Rapporto annuale sulla gestione dei rifiuti urbani in Sardegna è redatto dalla Sezione regionale del Catasto dei rifiuti dell’ARPAS, con la collaborazione degli Osservatori Provinciali dei rifiuti e dell’Assessorato della Difesa dell’Ambiente della Regione, ed espone e analizza la situazione dei rifiuti urbani raccolti e gestiti in Sardegna nel 2022.

Le informazioni del Rapporto derivano dalla validazione dei dati ottenuta attraverso il confronto tra i dati dichiarati dai Comuni e le loro aggregazioni sul Modulo Osservatorio Rifiuti Urbani del SIRA, e quelli forniti dagli impianti che hanno gestito i rifiuti urbani nel 2022. Questi dati sono stati integrati, quando necessario, con altre fonti come le dichiarazioni MUD. I dati validati sono stati inoltre trasmessi all’ISPRA per l’elaborazione del Rapporto nazionale sui rifiuti urbani.

Nel 2022 la produzione totale dei rifiuti urbani in Sardegna è pari a 732.071,44 tonnellate, in diminuzione del 2,5% rispetto al 2021, con un calo che risulta superiore a quello registrato a livello nazionale dall’ISPRA nel “Rapporto rifiuti urbani – edizione 2023” (-1,8%). Il pro capite di rifiuti urbani totali sottolinea la diminuzione del quantitativo totale dei rifiuti urbani prodotti, posizionandosi su un valore pari a poco meno di 465 kg/ab/anno (di circa 10 kg/ab/anno in meno rispetto al 2021).

Si tratta di una riduzione che, fra l’altro, è in controtendenza rispetto alla ripresa economica testimoniata dall’aumento del PIL regionale riportato dall’ISTAT per il 2022.

Sopratutto risulta in calo rispetto al 2021 la produzione di rifiuti destinati allo smaltimento (-7,0%), ma appare in lieve diminuzione anche il totale delle frazioni differenziate raccolte (-0,9%).

Grazie al minor decremento dei rifiuti differenziati, rispetto a quello registrato dalla produzione dei rifiuti allo smaltimento, la percentuale regionale di raccolta differenziata è in lieve crescita (+1,18%), portandosi al 75,81%, con un tasso di crescita superiore a quello riscontrato nell’anno precedente.

Questo dato, come riportato da ISPRA nel rapporto annuale già citato, colloca la Sardegna al secondo posto per percentuale di RD raggiunta a livello nazionale, per il quarto anno consecutivo, con una distanza davvero minima dal primo posto del Veneto.

A livello provinciale, tutti i territori hanno superato il 70% di raccolta differenziata: le province di Nuoro e di Oristano hanno sfiorato l’80% mentre quella di Sassari è più vicina al 70%.

Il numero dei Comuni che non hanno ancora raggiunto l’obiettivo di legge del 65% di raccolta differenziata previsto dalle norme nazionali per il 2012 si è ridotto a sette (uno in meno del 2021), per una popolazione pari all’8% del totale. Sono invece aumentati da 17 a 20 i Comuni che hanno superato l’85% e da 103 a 146 quelli con percentuali comprese fra l’80% e l’85%. Sono pertanto 166 i Comuni che hanno superato l’obiettivo dell’80% previsto dal Piano regionale per il 2022 (erano 120 nel 2021).

Documenti e collegamenti correlati:
24° Rapporto sulla gestione dei rifiuti urbani in Sardegna - Anno 2022 
 

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Pubblicati i dati del riutilizzo dei fanghi di depurazione in agricoltura nell’anno 2022

L’utilizzo nei terreni agricoli dei fanghi derivanti da trattamenti di depurazione delle acque reflue, domestiche o industriali, è disciplinato dal D. Lgs. 27 Gennaio 1992, n. 99, in attuazione della direttiva 86/278/CEE concernente la protezione dell’ambiente, in particolare del suolo, nell’utilizzazione dei fanghi di depurazione in agricoltura. Gli aspetti gestionali generali (raccolta, trasporto, deposito preliminare, trattamento, etc.), sono regolati dal D. Lgs. 3 Aprile 2006, n. 152, nella sua parte IV, relativa alla gestione dei rifiuti.

Le Regioni sono tenute a redigere annualmente la relazione riassuntiva, ai sensi del D. Lgs. 99/92, sui quantitativi di fanghi prodotti e riutilizzati in agricoltura sul territorio regionale, e a trasmetterla al Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica.

Nel corso del 2023 il competente Servizio dell’Assessorato della difesa dell’ambiente ha pertanto avviato una raccolta dati presso i produttori di fanghi di depurazione e i soggetti autorizzati al loro riutilizzo in agricoltura, nonché tra gli impianti autorizzati allo smaltimento della quota che non è stato possibile recuperare. I risultati sono raccolti nel documento “Utilizzo dei fanghi nella regione Sardegna - Anno 2022”.

Dal confronto con i dati delle precedenti relazioni annuali, consultabili nella pagina dedicata ai rifiuti speciali del portale SardegnaAmbiente, si riscontra che il riutilizzo, con circa 11.440 tonnellate, è in leggero aumento, +1,45%, rispetto al 2021. Molto simile in valore percentuale è anche l’aumento della superficie agricola interessata dagli spandimenti, 2.352 ettari (+1,85%).

I fanghi avviati allo spandimento presso le aziende agricole autorizzate provengono in massima misura dagli impianti di depurazione delle acque reflue urbane (98,13%). In leggero aumento la quantità dei fanghi provenienti dall’industria lattiero-casearia (da 179 a 194 t), mentre scende di poco, nel suo piccolo contributo percentuale sul totale recuperato, l’apporto dei fanghi provenienti dalla produzione di bevande alcoliche e analcoliche (da 20,71 a 19,52 t).

Il ruolo di principale destinazione dei fanghi rimane in capo alla provincia del Sud Sardegna, destinazione del 54% del recupero, mentre quella di Sassari ne riceve circa un terzo. La quota restante è suddivisa tra la Città metropolitana di Cagliari con il 10% e la Provincia di Oristano con il 4% della quantità totale riutilizzata in agricoltura.

La relazione include anche i dati riguardanti i trattamenti subiti dai fanghi prima di essere avviati al riutilizzo agricolo, la composizione media dei fanghi, la distribuzione a livello comunale e provinciale e le caratteristiche delle colture e dei terreni interessati.

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Relazione 2022


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Pubblicato il 3° rapporto compost Sardegna 2023

Il decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, dispone che le Regioni emanino misure volte a incoraggiare la raccolta separata e il recupero dei rifiuti organici, al fine di ottenere materie prime secondarie da utilizzare.  A tal proposito, il Piano regionale di gestione dei rifiuti urbani ha individuato le azioni da attuare per lo sviluppo del riciclaggio della sostanza organica, dando indicazioni per garantire l’adeguamento dell’impiantistica regionale e per promuovere l’utilizzo del compost.

In questi anni, pertanto, l’Amministrazione regionale ha programmato e finanziato diversi interventi volti alla realizzazione di nuovi impianti di compostaggio di qualità, all’ottimizzazione di quelli esistenti e alla conversione di alcuni impianti di stabilizzazione in impianti di recupero.

Inoltre, in data 21 dicembre 2021, è stato stipulato tra la Regione Sardegna e il Consorzio Italiano Compostatori (C.I.C.), consorzio nazionale volontario tra aziende ed enti italiani pubblici e privati che producono compost, un Accordo di programma per favorire il riciclaggio dei rifiuti organici e promuovere la produzione e l’utilizzo dei materiali ottenuti dal loro recupero.

In attuazione di tale Accordo di programma, a quattro anni dalla pubblicazione del 2° Rapporto compost Sardegna, viene nuovamente fatto il punto della situazione relativa alla gestione dei rifiuti organici da raccolta differenziata in Sardegna. Il 3° Rapporto illustra i progressi della filiera dal 2019 al 2023 sia in termini quantitativi che qualitativi e fornisce spunti sulle azioni da intraprendere per l’ulteriore consolidamento del settore, soprattutto con riferimento allo sviluppo del mercato del compost in Sardegna.

Il Rapporto è strutturato sulla base dei dati di cui al 23° Rapporto sulla gestione dei rifiuti urbani in Sardegna redatto da ARPAS, secondo cui, nel 2021, sono state raccolte in maniera differenziata circa 217.500 tonnellate di umido e circa 27.000 tonnellate di verde.

É presente un’analisi della qualità merceologica della frazione organica da raccolta differenziata, fattore determinante ai fini della produzione di compost di qualità. Mediamente in Sardegna la percentuale di materiali non compostabili è risultata del 2,9%, valore di eccellenza se si considera che il valore medio nazionale sfiora il 6,2%, migliore anche del dato rilevato nel 2019 per la redazione del 2° Rapporto compost.

Il documento illustra anche le caratteristiche del sistema impiantistico in Sardegna, e contiene una scheda informativa sintetica per ciascun impianto dell’isola, con le caratteristiche dei prodotti e del loro mercato.

Rispetto a tale ultimo aspetto, sulla base delle risposte fornite dai gestori risulta che il materiale sfuso viene ceduto prevalentemente con un prezzo medio di 5 €/t. Il compost prodotto è ancora prevalentemente utilizzato in agricoltura: il 62,2% in agricoltura professionale e il 15,6% in agricoltura amatoriale, in linea con i dati rilevati a livello nazionale. Il Rapporto illustra alcuni ulteriori interessanti sbocchi per questo prodotto, quali i lavori di manutenzione e/o impianto del verde urbano o di altre infrastrutture verdi come, ad esempio, bordure stradali, scarpate ferroviarie e simili, svolte dalle pubbliche amministrazioni o da attività private che lavorano nel pubblico.

Consulta i documenti
3° Rapporto Compost Sardegna 2023


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Raccolta differenziata in Sardegna nell’anno 2022 al 75,81%

La Sardegna ha raggiunto il 75,81% di raccolta differenziata migliorando leggermente il risultato rispetto al 2021.

Il dato è stato validato da ARPAS sulla base delle informazioni trasmesse dai Comuni entro il termine del 30 aprile 2023.

Inoltre, l’ARPAS ha comunicato:

  • la quantità delle singole frazioni di rifiuto che hanno concorso alla determinazione della sommatoria dei quantitativi delle diverse frazioni che compongono la raccolta differenziata nonché il valore di quest’ultimo;
  • la quantità delle singole frazioni di rifiuto che hanno concorso alla determinazione della sommatoria dei quantitativi di rifiuti urbani indifferenziati nonché il valore di quest’ultimo;
  • la quantità di rifiuti totali prodotta;
  • la quantità di rifiuti pro capite prodotta;
  • la percentuale di raccolta differenziata validata con due cifre decimali.

Il calcolo e la verifica delle percentuali di raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani raggiunte in ogni Comune sono stati svolti secondo quanto previsto dall’art. 205 del D. Lgs. n. 152/2006 e sulla base delle linee guida definite dal decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare del 26 maggio 2016, recepiti con atto di indirizzo allegato alla D.G.R. n. 23/8 del 9.5.2017.

Conseguentemente, con determinazione del Direttore del Servizio tutela dell’atmosfera e del territorio n. 759 del 13 novembre 2023 è stata stabilita la percentuale di raccolta differenziata di ciascun Comune nell’anno 2022 e l’elenco dei Comuni che hanno conseguito nel 2022 una produzione pro capite di rifiuti inferiore al 70% del valore medio regionale (pari a 464,80 kg/abitante/anno), ai quali non andrà applicata l’addizionale di cui al comma 3 dell’art. 205 del D. Lgs. n. 152/2006 a decorrere dalle quantificazioni del tributo e dell’addizionale relative al primo trimestre 2024.

È stato, inoltre, stabilito l’elenco dei Comuni che hanno omesso di trasmettere i dati e sono quindi esclusi dall'applicazione della modulazione dell’ecotassa di cui al comma 3-bis dell’art. 205 del D. Lgs. n. 152/2006, sempre a decorrere dalle quantificazioni del tributo e dell’addizionale relative al primo trimestre 2024.

Tali elenchi sono stati utilizzati per stabilire le eventuali riduzioni, fatto salvo l’ammontare di 5,16 €/ton fissato dall’art. 3, comma 29, della Legge n. 549/1995, o maggiorazioni del tributo di smaltimento in discarica per ciascun Comune, in coerenza con il citato atto di indirizzo regionale.

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Determinazione Prot 33732 n 759 del 13.11.2023 con Allegati


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Pubblicato il nuovo modello per la dichiarazione di avvenuta adozione della tariffa puntuale

Con deliberazione n. 14/29 del 13.4.2023 la Giunta regionale ha modificato la deliberazione n. 9/44 del 24.3.2022 di approvazione del meccanismo premialità/penalità per il 2022, il 2023 e il 2024 stabilendo i requisiti minimali nell’attivazione della tariffa puntuale per l’accesso alle premialità regionali e le modalità di attestazione dei requisiti medesimi.

In attuazione di tale deliberazione si rende disponibile il nuovo modello di dichiarazione che i Comuni che hanno adottato, a decorrere dal 1.1.2023, un sistema di tariffazione puntuale coerente con quanto riportato nelle linee guida regionali dovranno compilare e trasmettere alla Regione e alla Provincia o Città metropolitana di competenza entro il 31.7.2023 per accedere alla quota della premialità 2024 correlata all’attivazione di modalità di tariffazione.

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Modello


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Pubblicati i dati sulla gestione dei rifiuti sanitari in Sardegna nel 2021

I rifiuti derivanti dalle strutture sanitarie sono disciplinati dal D.P.R. 15 luglio 2003, n. 254; tale decreto regola la gestione dei rifiuti sanitari a norma dell'articolo 24 della legge 31 luglio 2002, n. 179.
La Regioni sono tenute a istituire sistemi di monitoraggio e di analisi dei costi e della congruità dei medesimi relativamente alla gestione e allo smaltimento dei rifiuti sanitari e a inviare i dati risultanti all’ISPRA, che li comunica al Ministero dell’ambiente e al Ministero della salute, ai sensi dell’art. 4, comma 5 del decreto citato.

Nel corso del 2022 il competente Servizio dell’Assessorato della difesa dell’ambiente ha avviato una raccolta dati presso i produttori dei rifiuti sanitari (aree socio-sanitarie locali, aziende ospedaliere universitarie, azienda ospedaliera Brotzu e cliniche private) e presso  i soggetti autorizzati a raccolta, deposito preliminare e smaltimento finale, sia mediante termodistruzione sia tramite sterilizzazione.
I risultati sono raccolti nel documento “Report sulla produzione e gestione dei rifiuti sanitari nella Regione Sardegna - Anno 2021”, consultabile a fondo pagina.

I risultati dell’analisi mostrano che la produzione totale di rifiuti sanitari è pari a circa 6.450 tonnellate, di cui 5.734 provenienti dalle strutture pubbliche e 723 da quelle private.

5.490 tonnellate sono costituite da rifiuti distinti dalle prime quattro cifre del codice dell’Elenco Europeo dei Rifiuti 1801, cioè derivanti dalla cura della salute umana.

Il dato di produzione pro-capite dei rifiuti di codice 1801 è pari a 3,45 kg/ab, leggermente superiore agli ultimi dati nazionali reperiti.

La produzione annuale di rifiuti con codice 1801 per posto letto nelle strutture pubbliche è stata pari a 918 kg/anno, contro gli 805 kg dell’anno precedente.

La produzione del codice 180103*, ovvero rifiuti (pericolosi) che devono essere raccolti e smaltiti applicando precauzioni particolari per evitare infezioni, supera di poco le 5.150 t. L’87% di questi rifiuti, i più significativi nell’ambito della sanità, deriva dalle strutture pubbliche.

Nel periodo in esame (1.1.2021 ÷ 31.12.2021) la destinazione dei rifiuti sanitari è stata prevalentemente l’incenerimento: diretto nel 60% dei casi, preceduto da una fase di deposito preliminare nel 34%. La messa in riserva e la termovalorizzazione si dividono la rimanente percentuale di destinazione.

Il costo medio di gestione, che risente di una notevole variabilità a seconda dell’ubicazione e della dimensione delle strutture, si attesta intorno a 1.910 €/t per le strutture pubbliche e a 1.760 €/t per quelle private.

Consulta i documenti
Relazione 2021