Reintroduzione dell’Aquila di Bonelli in Sardegna: presentato a Cagliari il nuovo progetto “Life Abilas” nel cui ambito rientra il rilascio dei 7 individui
L’Assessorato della Difesa dell’Ambiente della Regione Sardegna è partner del Progetto Life ABILAS (codice LIFE23-NAT-IT) - avviato a ottobre 2024 e in conclusione a settembre 2030 - assieme all’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale ISPRA (Capofila), all’Agenzia Forestas, e-Distribuzione S.p.A. e dalla ONG spagnola GREFA (Grupo para la Rehabilitación de la Fauna Autóctona y su Hábitat-ES). In occasione del rilascio di 7 individui di Aquila di Bonelli avvenuto all’alba del 30 giugno, è stato ufficialmente presentato a Cagliari, il nuovo progetto Life Abilas, che punta alla reintroduzione stabile dell’Aquila di Bonelli (Aquila fasciata) sull’isola. Si tratta di una specie scomparsa dalla Sardegna negli anni ’80-’90 per un insieme di cause tra cui la persecuzione diretta e la mortalità causata dall’elettrocuzione sui tralicci della rete elettrica di media tensione. Il progetto, in continuità con il precedente Aquila A-Life, rappresenta un importante esempio di conservazione della biodiversità su scala europea.Tra gli obiettivi principali del progetto: il rilascio controllato di individui, la mitigazione dei fattori di mortalità (come elettrocuzione, avvelenamento e annegamento), l’aumento della disponibilità trofica (soprattutto conigli selvatici) e la sensibilizzazione delle comunità locali.
Durante l’incontro Rosanna Laconi, Assessora regionale della Difesa dell’Ambiente, ha ricordato che “Difendere la biodiversità significa difendere il nostro futuro”, e ha definito il progetto un esempio virtuoso di collaborazione tra enti pubblici e privati.
Elisabetta Raganella, coordinatrice di Life Abilas, ha illustrato in dettaglio la strategia pluriennale del progetto che prevede il rilascio progressivo di individui provenienti dai partner dell’Andalusia, Sicilia e francesi e l’adozione di misure tecniche e scientifiche per sostenere la sopravvivenza dei soggetti in natura, come l’alimentazione supplementare, l’uso di GPS per il monitoraggio dei territori di insediamento e la messa in sicurezza delle linee elettriche.
Nel corso della mattinata sono intervenuti numerosi relatori, Salvatore Piras, amministratore di Forestas, che ha evidenziato la necessità di creare un servizio strutturato e permanente dedicato alla reintroduzione faunistica, Antonio Casula Direttore Generale di Forestas ha evidenziato il ruolo dell’Agenzia Forestas nella conservazione della fauna selvatica minacciata e Silvia Serra responsabile del Settore Rete Ecologica Regionale della Regione Sardegna, che ha posto l’accento sull’importanza di adottare misure di conservazione efficaci per la protezione delle specie e dei loro habitat.
Successivamente Orietta Andretta di e-distribuzione ha spiegato le misure di mitigazione del rischio di elettrocuzione, con l’isolamento dei conduttori nudi e la mappatura delle linee a rischio, Michele Ravaglioli (Comandante dei Carabinieri Forestali) ha descritto il ruolo cruciale del presidio territoriale nel contrasto ai comportamenti illegittimi e Fabrizio Madeddu Commissario superiore del CFVA ha evidenziato le importanti attività di monitoraggio sul territorio, recupero degli individui feriti o deceduti portate avanti dal corpo forestale. La Direttrice del Parco naturale regionale di Tepilora, Marianna Mossa ha sottolineato l'importanza delle aree protette come serbatoi di biodiversità”. Gianluca Doa, in rappresentanza dell’Associazione Sos Abbilarjos, che collabora al progetto, ha raccontato attraverso le immagini il ciclo biologico dell’Aquila reale con cui l’Aquila di Bonelli condivide parte dell’areale.
Infine, prima della chiusura dei lavori, il moderatore ha invitato sul palco la Prof.ssa Fiammetta Berlinguer, docente dell’Università di Sassari che ha raccontato brevemente le attività portate avanti per la conservazione del Grifone attraverso i progetti LIFE, e il noto fotografo naturalista Domenico Ruiu che invece ha posto l’attenzione sull’importanza della comunicazione dei risultati nei progetti di conservazione.
L’evento ha testimoniato l’importanza del processo in atto che anche attraverso percorsi di educazione ambientale come webinar, attività con le scuole e iniziative di citizen science, con il coinvolgimento attivo delle comunità locali – agricoltori, cacciatori, associazioni – Life Abilas punta a trasformare un sogno di conservazione in una realtà sostenibile e duratura.
Foto di Michele Mendi
Primo nido tartaruga marina in Sardegna
Primo nido sardo del 2025: si apre a Sant’Antioco, nel litorale di Maladroxia, la stagione delle nidificazioni in Sardegna. Dopo tre tentativi registrati ad Arbus, Carloforte e Castiadas, alle prime luci della mattina del 30 giugno è stata segnalata alla Guardia costiera la presenza di una tartaruga in fase di deposizione sulla spiaggia di Maladroxia, a Sant’Antioco (SU): il Centro di recupero Laguna di Nora, nodo della Rete Regionale per la conservazione della fauna marina competente per territorio, è giunto tempestivamente per verificare la presenza effettiva delle uova e attivare le procedure di prima messa in sicurezza del sito.
Accertata la deposizione, si è reso necessario disporne la traslocazione a causa della vicinanza alla battigia ed al fatto che la tartaruga, disturbata dai presenti, si è allontanata prima di riuscire a portare a termine le operazioni di mascheratura del nido: il primo uovo, infatti, è stato rinvenuto pochi millimetri sotto la superficie della sabbia.
Sotto la supervisione del coordinamento della Rete regionale dell’Assessorato Ambiente e del CNR di Torregrande, responsabile scientifico, e grazie alla collaborazione dell’Assosulcis Protezione Civile Sant’Antioco, il nido è stato trasferito in sicurezza in sito più idoneo: l’ispezione ha consentito di verificare la presenza di 129 uova di cui 123 in perfetto stato di conservazione.
Nel nuovo nido sono stati disposte tre sonde termometriche bluetooth che consentiranno di monitorare le temperature alla base, a metà altezza e nella parte più alta della camera del nido: in funzione delle temperature registrate si potrà definire con buona attendibilità la data della schiusa che, alle latitudini e temperature del sud dell’Isola, si aggira intorno al cinquantacinquesimo giorno dalla deposizione, quindi intorno al 25 agosto.
Il lieto evento anticipa di un giorno la consegna della Bandiera Blu alla spiaggia di Maladroxia: un segnale del riconoscimento che spiagge ben gestite accolgono importanti eventi di nidificazione.
Perché gli eventi di nidificazione di Caretta caretta sono così importanti e perché la specie va tutelata?
La specie è considerata vulnerabile dall’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN), con popolazioni in calo a causa dell’alta mortalità, dovuta prevalentemente a catture accidentali durante le attività di pesca, all’impatto con mezzi nautici e all’inquinamento marino, in particolare da plastiche. A questo si somma il fatto che l’antropizzazione delle coste, il disturbo antropico e l’erosione connessa limitano la buona riuscita delle nidificazioni, sia impedendone di fatto la deposizione, a causa delle condizioni non ideali del fondo sabbioso, sia per il danneggiamento accidentale dei siti di nidificazione ad opera dell’uomo.
“Ogni nuovo nido censito è un piccolo grande successo per la specie e un indicatore dello stato di salute dei nostri litorali. Il ritorno delle tartarughe a nidificare regolarmente in regioni come Basilicata e Sardegna è un segnale incoraggiante che conferma l’importanza delle azioni di monitoraggio, sensibilizzazione e tutela portate avanti da operatori specializzati, associazioni locali e cittadini attenti.” (www.tartapedia.it)
Per contribuire alla conservazione della specie e dare una possibilità concreta di sopravvivenza a centinaia di piccole tartarughe è importante segnalare subito l’evento alle sale operative del Corpo Forestale (1515) e della Guardia Costiera (1530) che provvederanno ad attivare i protocolli della Rete regionale e nel frattempo:
- in caso di avvistamento di un esemplare sulla spiaggia, mantenersi a distanza, non ostacolarlo nei suoi spostamenti e disturbarlo con luci o rumori
- in caso di individuazione delle classiche tracce, come del passaggio di un piccolo trattore, non calpestarle né alterare le tracce sulla sabbia.
Primo Workshop regionale del Progetto DesirMED : DEmonstration and mainstreaming of nature-based Solutions for climate Resilient transformation in the MEDiterranean.

Il 30 gennaio 2025, a Massama (OR), presso la sede di Forestas, si è svolto il primo Workshop regionale del progetto europeo DESIRMED dal titolo Il futuro delle spiagge e degli ecosistemi costieri in sardegna: quali azioni per affrontare le sfide climatiche?
DESIRMED è un progetto finanziato nell'ambito del programma Horizon Europe che si propone di rafforzare la capacità delle comunità regionali del Mediterraneo di affrontare i cambiamenti climatici facendo ricorso alle soluzioni basate sulla natura (NbS), alle tecnologie innovative e alle pratiche sociali.
La Regione Sardegna, con l’Assessorato della Difesa dell’Ambiente, è partner del Progetto che coinvolge Italia (Regione Sardegna e Provincia di Potenza); Croazia; Portogallo; Spagna; Francia; Grecia; Cipro.
Gli obiettivi generali sono quelli di studiare gli impatti connessi ai Cambiamenti Climatici sulle spiagge (linea costiera e Posidonia); sperimentare modelli di gestione innovativi per la conservazione della natura secondo approcci che utilizzano soluzioni basate sulla natura (NBS); sviluppare una strategia regionale per i servizi ecosistemici da testare nella zona pilota dell’Area Marina Protetta Penisola del Sinis – Isola di Mal di Ventre.
Il Workshop ha visto la partecipazione dei principali soggetti che gravitano sul sistema spiaggia e linea costiera: amministratori pubblici; società civile; rappresentanti del mondo accademico e di enti di ricerca sui cambiamenti climatici; rappresentanti del mondo imprenditoriale, dei pescatori professionisti e del mondo sportivo e associativo.
La presenza di soggetti così diversi ha permesso di avviare un processo partecipativo sul territorio capace di integrare specifiche istanze per individuare soluzioni condivisibili e applicabili. La finalità della giornata era quella di arrivare a:
- Una comprensione condivisa delle sfide, dei rischi e delle opportunità legate al cambiamento climatico.
- Alla creazione di una visione comune, che permetta di mobilitare le parti interessate e sviluppare un piano d’azione concreto.
- Coinvolgere i partecipanti in un processo collaborativo, per valorizzare al meglio le competenze e le prospettive di ciascuno.
- L’esplorazione del potenziale regionale per una trasformazione che rafforzi la resilienza delle comunità costiere, guardando al futuro con un approccio sostenibile e innovativo.
Il primo workshop del 2025 ha rappresentato un’occasione unica per creare connessioni, promuovere il dialogo e costruire soluzioni condivise che possano contribuire a un Mediterraneo più resiliente e sostenibile.
LINK:
I video della giornata con le interviste: https://www.youtube.com/@ProgettiEuropei
Visita il sito del progetto: https://www.desirmed.eu/p/the-project
Visita il nostro profilo linkedin: https://www.linkedin.com/company/desirmed/
La Regione Sardegna in prima linea per salvaguardare le coste del Mediterraneo con il progetto NaTour4Cchange
La Regione Autonoma della Sardegna è partner del progetto NaTour4CChange; un’iniziativa volta a contrastare gli effetti del cambiamento climatico nelle destinazioni turistiche costiere del Mediterraneo ad alto valore ambientale. Attraverso questa importante collaborazione, la Regione ribadisce il proprio impegno nella tutela dell’ambiente e nella promozione di un turismo sostenibile con un approccio ecosistemico.
Il progetto, che coinvolge dieci partner principali e diciotto partner associati di diversi Paesi, punta allo sviluppo di soluzioni innovative per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici, con particolare attenzione al settore turistico costiero, in coerenza con la Strategia Regionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici.
NaTour4CChange mira alla definizione di cinque Strategie Regionali e sei Piani d’Azione Climatici destinati a diverse aree turistiche del Mediterraneo.
In questo contesto, la Regione Sardegna, con l’Assessorato della Difesa dell’Ambiente, sta lavorando allo sviluppo di un Piano d’Azione Climatica per la località di Villasimius, con un focus specifico sull’Area Marina Protetta di Capo Carbonara. Questa area, infatti, ricca di biodiversità e di grande valore naturalistico, è stata selezionata come sito pilota per l’implementazione delle cosiddette Nature-based Solutions - NbS, con l’obiettivo di contrastare l’erosione costiera e proteggere l’ecosistema marino.
Il progetto NaTour4CChange rappresenta un’opportunità, per le destinazioni turistiche costiere del Mediterraneo, di sviluppare e adottare pratiche innovative e sostenibili sulle aree turistiche ad alto valore ambientale. La partecipazione della Regione Sardegna conferma l’impegno a lungo termine per la salvaguardia delle coste e per la promozione di un modello di turismo responsabile e resiliente da lasciare in eredità alle generazioni future.
Visita il nostro sito: https://natour4cchange.interreg-euro-med.eu/
Visita il nostro profilo linkedin: NaTour4CchangeLinkedin
AVVIO DEL PROGETTO INTERREG AMMIRARE

La Regione Sardegna è partner del progetto AMMIRARE, - Azioni e Metodologie per il Miglioramento della Resilienza degli AREnili un'importante iniziativa internazionale che coinvolge 15 partner tra istituzioni e centri di ricerca tra Italia e Francia, con la Scuola Sant'Anna di Pisa come capofila.
Segui la pagina LinkedIn AMMIRARE - Azioni e Metodologie per il Miglioramento della Resilienza degli Arenili per non perdere gli aggiornamenti.
Il progetto ha l’obiettivo di combattere l'erosione costiera con strategie intelligenti e rispettose dell'ambiente, promuovendo la sostenibilità e resilienza delle spiagge mediterranee.
AMMIRARE mira a sfidare l'erosione costiera con soluzioni innovative e sostenibili, attraverso l'utilizzo delle cosiddette #NatureBasedSolution (NbS), che permetteranno di contrastare gli effetti del cambiamento climatico sul sistema spiaggia, preservando gli arenili per le generazioni future.
La Sardegna, insieme a Liguria, Toscana e Corsica, è una delle aree pilota dove verranno messe in pratica queste strategie, con il coinvolgimento attivo di comunità locali, istituzioni e attori del territorio.
La resilienza all'erosione costiera è una sfida globale che richiede azioni locali, e noi siamo pronti a fare la nostra parte. Attraverso il progetto AMMIRARE, puntiamo a migliorare la gestione sostenibile delle nostre coste e a rafforzare la capacità di adattamento del nostro territorio ai cambiamenti climatici.
Scopri di più visitando il sito AMMIRARE
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LA GESTIONE DEI SITI MARINI PROTETTI - 8 Ottobre 2024 Esperienze a confronto tra Italia e Francia
L’8 Ottobre 2024, al Parco Regionale di Porto Conte Casa Gioiosa, Località Tramariglio (Alghero), dalle 09.30 - 13.00, si terrà il convegno dal titolo LA GESTIONE DEI SITI MARINI PROTETTI nell’ambito del progetto TALASSA - “Tutela e Azioni piLota per una governAnce tranSfrontaliera dei Siti mArini protetti”.
L’Assessorato della difesa dell’ambiente, Servizio tutela della natura e politiche forestali, è il capofila del progetto cofinanziato dal Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale (FESR) nell’ambito del Programma transfrontaliero Interreg Italia-Francia Marittimo 2021-2027.
Il partenariato è rappresentativo delle 5 regioni che costituiscono lo spazio geografico di cooperazione: per la Sardegna il Parco Nazionale dell’Asinara – Area Marina Protetta Isola dell’Asinara con il coinvolgimento del Parco Regionale di Porto Conte – AMP Capo Caccia Isola Piana e della Fondazione IMC; per la Liguria l’Agenzia Regionale per la protezione dell’ambiente della Liguria, l’Area Marina Protetta di Portofino; per la Regione Toscana e il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, per la Francia l’Ufficio Francese per la Biodiversità con il Parco Marino Naturale del Capo Corso e dell’ Agriate e l’Associazione francese Septentrion Environnement.
Il progetto, si pone l’obiettivo di migliorare lo stato di conservazione e la tutela degli habitat e specie target di interesse transfrontaliero nei siti marini protetti dell’area di cooperazione, attraverso la definizione condivisa di efficaci misure di conservazione, attuate in maniera coordinata da regioni, gestori di aree protette e siti Natura 2000, per accrescere lo stato delle conoscenze e competenze, rafforzare la coesione transfrontaliera e promuovere la competitività e sostenibilità ambientale delle PMI.
La gestione integrata delle zone costiere e dei siti marini implica la necessità di adottare un approccio strategico fondato sulla conservazione dell’integrità e del funzionamento degli ecosistemi, sulla gestione sostenibile delle risorse naturali, in una prospettiva globale di ampia portata che contempli l’interdipendenza e la diversità dei sistemi naturali, delle attività umane e individui la cooperazione come modalità di lavoro privilegiata.
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Prima schiusa nidi Caretta 2024

Si apre a Tertenia, sulla spiaggia di Foxi Manna (Sarrala), la stagione delle schiuse dei nidi di Caretta caretta in Sardegna: si tratta del quarto nido registrato nella stagione 2024.
La mattina di domenica 25 agosto un gruppo di bagnanti ha assistito alla corsa verso il mare di un gran numero di tartarughini: nella spiaggia di Sarrala è la prima volta che viene registrata una nidificazione di tartaruga e la soddisfazione è stata tanta per i numerosi bagnanti accorsi.
Il personale della Base Navale del Corpo Forestale di Arbatax ha immediatamente attivato le procedure di monitoraggio e tutela previste dai protocolli operativi dalla Rete Regionale per la conservazione della fauna marina, coordinata dall’Assessorato della Difesa dell’Ambiente. Nei tre giorni successivi non sono state registrate altre emersioni, quindi i ricercatori del CNR e del Centro di Recupero del Sinis, dott. de Lucia e dott. Camedda, coadiuvati dal Coordinamento della Rete e dal Corpo Forestale, hanno effettuato l’apertura ed ispezione del nido per verificare, tramite il conteggio dei gusci e delle uova presenti, il numero di uova deposte.
In totale sono state registrate 76 uova, di cui 70 schiuse e 6 rotte o non sviluppate: il successo di schiusa risulta del 92% e il dato è considerato un ottimo risultato dai ricercatori.
Il Corpo Forestale è da sempre impegnato a divulgare buone pratiche ambientali e dare il massimo risalto ad eventi di questa importanza e nonostante ciò ancora si evidenziano delle criticità nel comportamento da parte dei cittadini in questi eventi. In questo caso, i bagnanti che hanno assistito alla schiusa hanno mostrato comportamenti poco raccomandabili: video e fotografie diffuse nei social mostrano chiaramente come il nido sia stato scavato dai presenti, probabilmente pensando di aiutare le piccole ad uscire. Si ricorda che la natura ha programmato la schiusa in modo che le tartarughe possano emergere dalla sabbia nelle ore notturne, prima che il sole riscaldi troppo la sabbia, e per evitare i predatori, e non è necessario scavare bensì mettere in sicurezza il sito di nidificazione. Si invita tutti, in questi casi, a chiamare immediatamente il numero verde 1515 del Corpo Forestale e 1530 della Guardia Costiera e a non disturbare in alcun caso il processo di deposizione o schiusa.
Primi nidi Caretta 2024

La stagione delle nidificazioni dell’estate 2024 in Sardegna si apre con tre nidi di tartaruga marina Caretta caretta rinvenuti e messi in sicurezza fin dal momento della deposizione.
I primi due costituiscono un evento straordinario: nella serata del 22 luglio, intorno alle 20:00, una Caretta caretta ha deciso di regalare uno spettacolo incredibile alle persone presenti sulla spiaggia di Costa Rei, uscendo dall'acqua e nidificando di fronte al Camping Capo Ferrato - Costa Rei.
Allertato subito dai titolari della struttura il Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale, intervenuto insieme alle Guardie Ambientali Sardegna, sono giunte sul posto anche le biologhe dell'Area Marina Protetta Capo Carbonara di Villasimius, nodo della Rete regionale per la conservazione della fauna marina competente per territorio, che hanno proceduto con la ricerca della camera del nido per constatare l'avvenuta deposizione e mettere in sicurezza il sito di nidificazione secondo i protocolli regionali e ministeriali, che prevedono la posa di quattro pali in legno, di una rete metallica e di cartellonistica informativa a tutela della camera del nido.
Al termine delle operazioni, un volontario delle Guardie ambientali, mentre si accingeva a raggiungere la propria auto nel parcheggio retrodunale ha individuato, ad una distanza di circa 200 metri dalla prima, un'altra tartaruga in procinto di deporre le uova: si è dunque assistito incredibilmente ad un secondo evento di nidificazione, nella stessa notte a pochi metri e ore di distanza. Le persone presenti, tra stupore e meraviglia, sono rimaste in totale silenzio per evitare di arrecare disturbo all'animale che, in poco più di un’ora, ha attuato il rituale completo di nidificazione per poi prendere il largo.
A causa però della posizione dei nidi, facilmente raggiungibile dalle probabili mareggiate di settembre, si è deciso, insieme ai responsabili scientifici del Cres ed al Coordinamento regionale, di disporre per entrambi la traslocazione: i due nidi sono stati quindi posizionati vicini, nella parte più interna della spiaggia, in un'area più sicura dagli eventi meteoclimatici: la schiusa “gemellare” è attesa per la metà del mese di settembre, dopo una sessantina di giorni dalla deposizione.
Il rinvenimento del terzo nido è dell’alba di domenica 4 agosto nella spiaggia di Capo Comino, in Comune di Siniscola: la segnalazione delle inconfondibili tracce alle prime ore del mattino ha consentito di individuare la possibile deposizione, provvisoriamente messa in sicurezza dal personale dell’AMP Tavolara Punta Coda Cavallo, nodo della Rete regionale competente per territorio, fino all’individuazione della camera del nido ed predisposizione delle misure di protezione del nido avvenuta nella mattina di oggi.
L’Area Marina Protetta Tavolara Punta Coda Cavallo sta sperimentando, nella propria fascia di competenza, un progetto di monitoraggio di ricerca con l’ausilio del cane, grazie al supporto dell’addestratrice Paola Uccello e della piccola Kira, un lagotto romagnolo che, da questa primavera, si esercita sulle spiagge nel rinvenimento della presenza dei nidi: recatasi sul posto, Kira ha prontamente individuato la posizione del nido di Capo Comino, dimostrando l’efficacia dell’azione, riprendendo successivamente la perlustrazione alla ricerca di eventuali altre deposizioni.
Anche per questo nido la schiusa è prevista per la fine di settembre o la prima settimana di ottobre.
La tempestività di allerta ai numeri di emergenza della sala operativa della Rete regionale (1515 e 1530) ha consentito, anche in questo caso, di mettere in moto la macchina della Rete regionale per la conservazione della fauna marina costituita da Assessorato della Difesa dell'Ambiente, CFVA, Guardia Costiera, nodi della Rete competenti per territorio e CNR e garantire la messa in sicurezza, il monitoraggio e la tutela del nido, fondamentale per la conservazione della specie: l’attenzione rimane alta e si rimane in attesa, ancora per qualche settimana, di nuove segnalazioni.
Le spiagge della Sardegna, in attesa delle sorprese che arriveranno dalle prime schiuse, si confermano tra le destinazioni tra le preferite dalla Caretta: già da anni infatti si registrano, oltre a numerosi avvistamenti e recuperi di esemplari in mare, ricorrenti eventi straordinari di nidificazione, testimoniati dal boom dell’estate 2023 con diciannove siti di nidificazione, di cui undici messi in sicurezza dal momento della deposizione, che hanno consentito di accompagnare in mare oltre mille piccole tartarughe.
Rilasci in mare delle tartarughe riabilitate nei Centri della Rete regionale per la conservazione della fauna marina.
Sì è aperta a Porto Conte (Alghero), la stagione dei rilasci in mare delle tartarughe riabilitate nei Centri della Rete regionale per la conservazione della fauna marina: Nicoletta, un giovane esemplare di Caretta caretta recuperato la mattina del 20 Marzo nelle acque di Capo Caccia, messa in salvo dai biologi dell’ Area marina Protetta Capo Caccia Isola Piana e curata presso il CRAMA (Centro Recupero Animali Marini Asinara) ha preso il mare in velocità la mattina di venerdì 3 maggio.
Si prosegue mercoledì 8, con il rilascio a Cala Spalmatore (La Maddalena) di Giulia, recuperata dal Parco dell’Arcipelago di La Maddalena e curata anch’essa all’Asinara presso il CRAMA.
Si tratta di una stagione quasi da bollino rosso per i tre Centri di recupero della Rete regionale: sono attualmente 12 le piccole tartarughe in degenza presso le strutture operative. Sono stati importanti, purtroppo, anche i numeri di esemplari ritrovati spiaggiati senza vita nelle scorse settimane.
In primavera, con la ripresa degli spostamenti sotto costa delle tartarughe dopo la stagione di riposo invernale, gli animali in difficoltà vengano individuati più frequentemente grazie anche alla segnalazione ai numeri 1515 del Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale e 1530 della Guardia costiera, vengano messi in salvo secondo i protocolli operativi di intervento.
Già a partire dalle prossime settimane, non appena le temperature delle acque lo consentiranno, gli altri esemplari riabilitati verranno rimessi in libertà e la situazione di emergenza tornerà alla normalità.
Grazie ai rapporti di stretta collaborazione sviluppati, sotto il Coordinamento regionale, tra i Centri di primo soccorso, dislocati presso le tre Aree Marine Protette di Capo Carbonara, di Tavolara e di Capo Caccia, ed i tre Centri di Recupero, con il supporto logistico del Corpo Forestale e della Guardia costiera, la Rete regionale riesce ad intervenire con tempestività su tutto il territorio costiero, sia in caso di soccorso, sia nei casi di nidificazione sulle spiagge.
Dall’avvio delle attività della Rete si contano oltre 600 interventi di recupero di esemplari feriti o in difficoltà: i numeri negli ultimi anni sono aumentati, forse anche perché l’attenzione su questi aspetti è maggiore, grazie alle attività di informazione e sensibilizzazione portate avanti dai nodi della Rete. Ricomprendendo anche le attività sui nidi, ci si attesta nell’ordine di una novantina di interventi l’anno, col boom degli anni 2021 e del 2023 grazie all’importante numero di nidificazioni.
Grazie alle attività di informazione e sensibilizzazione della Rete regionale (con il coinvolgimento dei bambini, dei turisti, dei pescatori, degli operatori turistici, dei concessionari e dei diving operanti sulle coste della Sardegna) è aumentata la sensibilità verso la salvaguardia dell’ecosistema marino. Sono gli stessi diportisti e pescatori professionisti che intervengono in prima persona nel recupero degli animali ritrovati nelle reti, di quelli feriti per l’impatto con i mezzi nautici o, più frequentemente, per i problemi legati all’ingestione di plastiche in mare scambiate per cibo.
Sull’inquinamento da plastiche, la Rete regionale con il CNR (Centro Nazionale di Ricerca) svolge un ruolo importante: i contenuti stomacali delle tartarughe della Sardegna, sia ricoverate nei tre Centri di recupero che ritrovate morte e sottoposte a necroscopia dall’Istituto Zooprofilattico Sardo, costituiscono un indicatore delle distribuzione delle plastiche nel Mediterraneo e dell’impatto sulla fauna marina negli studi condotti dal Ministero dell’Ambiente nell’ambito dell’attuazione della Direttiva Quadro sulla Marine Strategy (MSFD-2008/56/CE).
La Rete regionale ha intrapreso già da due anni un progetto per cui, grazie al posizionamento di dispositivi GPS/satellitari sul carapace degli animali, si riesce a seguire gli spostamenti degli esemplari reimmessi in natura dopo il recupero: la batteria dei dispositivi consente di monitorare gli spostamenti per circa 18 mesi, un lasso di tempo non lungo ma già importante, con lo scopo primario di acquisire dati scientifici (i dispositivi sono in grado di trasmettere, oltre alla posizione dell’esemplare, tempi di apnea, profondità raggiunte, temperatura delle acque); a questo scopo primario si aggiunge anche una azione divulgativa: nel senso che la possibilità di far conoscere a tutti gli spostamenti delle tartarughe ed alcune curiosità sul loro trascorso è di grande interesse mediatico e social ed aiuta a tenere alto il livello di attenzione.
Ci si prepara anche quest’anno ad una stagione di nidificazioni straordinaria, come quella dell’estate 2023, che ha visto sui litorali della Sardegna il rinvenimento di diciannove nidi di Caretta, undici dei quali messi in sicurezza e presidiati dal momento esatto della deposizione, e nella quale oltre mille piccoli hatchlings (cuccioli di tartaruga) sono stati accompagnati in mare.