Progetto Life ABILAS -Fostering the settlement of Bonelli’s eagle population in Sardinia
L’Assessorato della Difesa dell’Ambiente della Regione Sardegna è partner del Progetto Life ABILAS (codice LIFE23-NAT-IT) che è stato avviato a ottobre 2024 e si concluderà a settembre 2030. Gli altri partner di progetto sono ISPRA (Capofila), Agenzia Forestas, e-Distribuzione S.p.A. e GREFA (Grupo para la Rehabilitación de la Fauna Autóctona y su Hábitat-ES).
Il progetto ha l’obiettivo di ricostituire una popolazione vitale e riproduttiva di Aquila di Bonelli (Aquila fasciata) in Sardegna, dove la specie si era estinta tra gli anni 80 e 90. L’Aquila di Bonelli, rapace diurno di grandi dimensioni appartenente alla Famiglia degli Accipitridae, è inserita nell’allegato I della Direttiva Uccelli (2009/147/CE) e in Italia è attualmente classificata come “In Pericolo” (EN, Endangered), mentre a livello europeo, grazie alle azioni di conservazione intraprese, la popolazione mostra un leggero incremento.
La principale causa di morte della specie è rappresentata dall’elettrocuzione sui cavi elettrici, che in Spagna gli esperti stimano sia responsabile dal 43% al 60% dei decessi (Rollan et al., 2016; López et al., 2019; Grefa, 2020a). Tale fattore incide prevalentemente sulla popolazione più giovane, in quanto meno abile al volo e più incline a posarsi sui tralicci. Ulteriori fattori di pressione ritenuti responsabili della contrazione della popolazione sono legati a: persecuzione diretta, collisione sui fili elettrici, annegamento nelle vasche per irrigazione/antincendio, disturbo antropico determinato da una sempre maggior fruizione dell’ambiente naturale da parte di escursionisti, sportivi e scalatori, competizione per i territori con l’Aquila reale, ridotta disponibilità di risorse trofiche, avvelenamento da piombo e morte per malattie (tricomoniasi).
Il progetto Life Abilas si pone in continuità con i progetti “Aquila a-Life” (2017-2022) e “Back to Sardinia. Supporting the return of Bonelli's eagle in Sardinia” (European Wildlife Come Back Fund – Rewilding Europe), grazie ai quali, è stato rilasciato in Sardegna un primo nucleo di individui di Aquila di Bonelli, attraverso l’applicazione della tecnica dell’hacking (ISPRA - Di Vittorio et al. 2022). Tale metodologia consiste nell’ospitare gli esemplari da rilasciare in una voliera di pre-ambientamento, ubicata nel sito in cui verrà effettuato il rilascio, senza che i pulli associno la presenza umana con il cibo non avendo contatti visivi con l'uomo. La tecnica dell’hacking assicura l’alimentazione e un buon sviluppo e recupero fisico del rapace, aumentando la probabilità di involo con successo, senza rischiare imprinting o comportamenti non naturali a causa del contatto con l'uomo. Questa tecnica consente un graduale inserimento dell’animale in natura.
Lo scopo del Progetto Life ABILAS è quello di aumentare e consolidare la popolazione presente, attraverso il rilascio di altri esemplari di giovani, favorendo la nidificazione della specie, anche attraverso azioni finalizzate a limitare le principali minacce che incidono negativamente sulla popolazione.
L’Assessorato della Difesa dell’Ambiente della Regione Sardegna curerà principalmente l’iter di designazione di nuove Zone di Protezione Speciale (ZPS) a favore della specie per la protezione dei territori utilizzati e/o potenzialmente idonei alla presenza degli esemplari liberati, che saranno tutti dotati di GPS al fine di monitorarne gli spostamenti.
L’obiettivo di questa azione è quello di ricomprendere tutte le aree chiave all’interno della rete Natura 2000, tali aree possono avere molteplici utilizzi da parte della specie, quali:
• aree relative ai nuovi territori riproduttivi (qualora non ricomprese nella totalità o in parte nella rete Natura 2000) anche nell’ipotesi di eventuali ampliamenti dei confini;
• aree di dispersione invernale e/o alimentazione con particolare riferimento ai territori dei giovani nei primi anni di vita (es. complesso zone umide dell’oristanese o zone umide in prossimità dei siti di rilascio);
• aree di rilascio, ovvero aree dove sono ubicate le voliere di ambientamento utilizzate per la tecnica dell’hacking;
• eventuali aree potenziali per l’insediamento di nuove coppie, anche con riferimento agli areali storici occupati dalla specie, sulla base dell’analisi della bibliografia esistente.
Alla designazione di nuove ZPS seguirà l’aggiornamento dei rispettivi Formulari standard, sulla base dei dati rilevati sull’insediamento di nuove coppie e sul regolare utilizzo di territori di alimentazione/dispersione, al fine di poter disporre di un patrimonio informativo che consenta di individuare specifiche misure di conservazione a favore della specie e degli habitat frequentati e/o delle specie preda.
Attualmente è già stato avviato l’iter per la designazione della prima nuova ZPS a favore della specie nella Sardegna nord occidentale.
Le altre azioni del progetto riguardano:
- la messa in sicurezza di alcune linee elettriche a media tensione dal rischio di elettrocuzione;
- la messa in sicurezza di piccoli bacini e vasche di irrigazione/antincendio per ridurre i rischi di annegamento;
- la creazione di nuclei sanitari controllati di conigli selvatici per aumentare la disponibilità di cibo;
- la promozione dell’utilizzo di munizioni non tossiche per la caccia alla piccola selvaggina;
- azioni di comunicazione e sensibilizzazione finalizzate a diffondere le conoscenze sull'ecologia dell’Aquila di Bonelli e sulle principali minacce alla conservazione della specie e dei rapaci in generale.
L’importo complessivo del progetto è di 4.219,156 €.
Ulteriori informazioni sul Progetto Life ABILAS possono essere reperite ai seguente link:
https://m.facebook.com/61571832097665/
Autore della foto dell'Aquila di Bonelli, Mauro Sanna.
La popolazione sarda del Falco pescatore si espande: due nuovi nidi nell’Area Marina Protetta di Tavolara
Dopo la nidificazione nel Parco regionale di Porto Conte, è l’Area Marina Protetta di Tavolara Punta Coda Cavallo ad ospitare ben due nuove coppie di Falco pescatore (Pandion haliaetus). Sale così a quattro il numero delle coppie note che quest’anno si riproducono lungo le falesie della Sardegna, a testimonianza dell’importanza della Rete Ecologica Regionale per conservazione della biodiversità e in particolare delle aree protette nelle quali le misure di tutela limitano al minimo i disturbi dovuti alla presenza dell’uomo.
Un processo di ricolonizzazione iniziato nel 2020, con una prima coppia scoperta nel Parco di Porto Conte, nelle falesie di Capo Caccia, dopo circa cinquanta anni dalla sua estinzione in Sardegna.
Nel 2024, a poca distanza dal primo nido, sempre nel Parco di Porto Conte si è insediata una seconda coppia che ha allevato con successo due giovani Falchi pescatori.
Dopo la nidificazione anche a Tavolara, la Sardegna riveste un ruolo sempre più importante per la conservazione della specie in ambito Mediterraneo. L’isola non solo è importante per la popolazione nidificante, ma anche in quanto area chiave per lo svernamento. In particolare, è noto che le zone umide dell’Oristanese ospitano la più alta concentrazione di falchi pescatori in periodo invernale, come emerso da recenti censimenti condotti dagli ornitologi del Gruppo sardo di ricerca sul falco pescatore e dalla LIPU. Inoltre, dalla osservazione degli anelli con codice alfanumerico, di cui molti esemplari sono dotati, si è potuto rilevare come la Sardegna rappresenti un punto di contatto fra individui provenienti dal centro e nord Europa e ovviamente dall’area mediterranea.
Il Falco pescatore è, infatti, una specie cosmopolita presente in tutti i Continenti ad eccezione dei Poli, con una popolazione europea in incremento. In Italia ha nuovamente nidificato a partire dal 2011, attività favorita dal Progetto “Falco pescatore Italia” portato avanti dal Parco Regionale della Maremma, grazie al rilascio, avvenuto dal 2006 al 2010, di giovani individui nati nei nidi presenti in Corsica, trasferiti in un centro di involo e poi liberati in Maremma. Del progetto Falco Pescatore sono partner anche il Parco Regionale di Porto Conte e il Parco Nazionale dell’Isola dell’Asinara.
L’obiettivo principale per la Regione Sardegna è quello di continuare a garantire le misure di conservazione adeguate affinché questa piccola popolazione nidificante possa consolidarsi nei prossimi anni, pertanto la Rete Ecologica Regionale dovrà coordinarsi per il raggiungimento di questo prioritario obiettivo.
Attualmente, proprio la popolazione mediterranea è la più minacciata, infatti, sebbene stiamo osservando una seppur iniziale ricolonizzazione della Sardegna, la popolazione della Corsica ha subito un decremento dei giovani involati nell’ultimo decennio, osservando un successo riproduttivo molto basso anche nel 2024. Questo crollo è stato determinato presumibilmente da diversi fattori tra cui l’impatto delle imbarcazioni turistiche nei pressi dei nidi o da disturbi antropici di altra natura, nonchè da fattori intrinseci alla popolazione.
La conservazione della specie in ambito mediterraneo necessita di una serie di misure che vanno oltre i confini nazionali per cui sarebbe auspicabile un Piano d’Azione Mediterraneo, per garantire un futuro a questa specie che rappresenta idealmente il simbolo delle coste più selvagge e inaccessibili ancora presenti nel Mare Nostrum.
Per approfondimenti:
https://sisn.pagepress.org/rio/article/download/484/538/2928
https://www.amptavolara.com/news/il-falco-pescatore-ritrova-tavolara
https://www.falcopescatore.it
Manifestazione d'interesse per interventi di tutela, ripristino e uso sostenibile dei siti Natura 2000: Pubblicazione graduatoria ed elenco proposte escluse/inammissibili.

Il Servizio tutela della natura e politiche forestali dell’Assessorato della Difesa dell’ambiente, nel quadro della procedura di selezione delle proposte di interventi di tutela, ripristino e uso sostenibile dei siti Natura 2000, da finanziare sul PR FESR Sardegna 2021 - 2027 Obiettivo specifico RSO 2.7 - Azione 3.7.1, rende noto di aver pubblicato la graduatoria delle proposte pervenute, nonché l’elenco delle candidature escluse e inammissibili (determinazione rep. 313, prot. 8160 del 13/03/2025).
Vecchia notizia:
Consulta i documenti
https://www.regione.sardegna.it/atti-bandi-archivi/atti-amministrativi/bandi/17152458272621
I rari Ibis eremita scelgono la Sardegna per svernare

Dai primi giorni di dicembre la Sardegna ospita due rari Ibis eremita (Geronticus eremita) che appartengono alla piccola popolazione alpina seguita nell’ambito del progetto LIFE Waldrapp (il nome tedesco della specie). Entrambi gli Ibis eremita sono inanellati e quindi possono essere riconosciuti individualmente. Gli esemplari hanno anche un nome, si tratta di Nina e Schneider, quest’ultimo è anche dotato di un trasmettitore GPS che consente ai ricercatori del progetto di seguirne i movimenti. Attualmente si trovano nei campi all’interno della Zona di Protezione Speciale Altopiano di Abbasanta istituita ai sensi della Direttiva Uccelli (2009/147/CE) che appartiene alla Rete Natura 2000, il sistema di aree protette che meglio concilia le attività umane con le esigenze di conservare habitat e specie. Inoltre la presenza di questa rara specie è l’ennesima prova dell’importanza che riveste la Sardegna per la migrazione e lo svernamento degli uccelli in ambito mediterraneo.
Gli Ibis eremita storicamente si riproducevano in Europa nell’arco alpino, in Germania, ma anche in Spagna e Grecia, ma poi si estinsero a causa principalmente della persecuzione diretta da parte dell’uomo. Grazie agli esemplari presenti in diversi zoo europei, negli anni 2000 sono stati intrapresi dei progetti di conservazione per favorirne il ritorno come popolazione nidificante allo stato libero. Originariamente la specie era migratrice e ogni anno, dopo la riproduzione, intraprendeva un lungo viaggio verso i quartieri di svernamento, mentre attualmente alcune popolazioni sono sedentarie anche grazie all’intervento dell’uomo, per evitare i pericoli della migrazione e di alcune aree di svernamento africane come quelle etiopiche.
Per la sua rarità la specie è protetta e inclusa nella Lista Rossa Mondiale redatta dall’IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura) ed è attualmente classificata come Endangered (in pericolo di estinzione) per il suo esiguo numero di individui e per l’areale ristretto.
Gli Ibis eremita sono abbastanza facili da riconoscere, hanno le dimensioni circa di una gallina domestica, con il becco lungo e ricurvo e la testa calva ma incorniciata da lunghe piume che partono dal collo. Il piumaggio è scuro con riflessi metallici negli adulti. Gli Ibis nidificano in colonie, in pareti rocciose impervie e si cibano di insetti, larve, lombrichi e altri invertebrati che ricercano con il lungo becco, in spazi aperti come i campi incolti, con erba non troppo alta.
Come si vede nella foto scattata nell’Altopiano di Abbasanta, area chiave anche per la conservazione della Gallina prataiola, i due Ibis eremita si stavano cibando in un campo dove, a poca distanza, si è osservato un gregge di pecore seguito da alcuni esemplari di Aironi guardabuoi. Questo a evidenza di come la conservazione delle specie sia legata alle pratiche tradizionali di gestione del territorio.
I due Ibis eremita sono monitorati dal personale del Corpo Forestale e di Vigilanza ambientale e da alcuni appassionati e ricercatori, con l’auspicio che possano svernare tranquillamente senza pericoli.
La foto è stata realizzata nell’ambito delle attività di conservazione e ricerca portate avanti dal personale del Servizio Tutela Natura e Politiche Forestali della Direzione Generale dell’Ambiente.
Ulteriori informazioni possono essere reperite sul sito del Progetto LIFE Waldrapp al seguente link
Manifestazione di interesse per gestione siti Natura 2000 – Bando 2024

E' stato approvato e pubblicato l’avviso "Manifestazione di interesse per l’individuazione di enti che intendano candidarsi alla gestione di siti della rete Natura 2000 della Regione Sardegna - Bando 2024".
L'avviso è rivolto ai Comuni, Province, Città metropolitane, unioni di comuni e agli enti gestori di aree naturali protette (Parchi Nazionali, Parchi Regionali, Aree Marine Protette) interessati alla gestione di siti della Rete Natura 2000:
• SIC Siti di interesse Comunitario
• ZSC Zone Speciali di Conservazione
• ZPS Zone di protezione speciale.
L'avviso prevede una procedura a sportello. Saranno ammesse a finanziamento le proposte, valutate in ordine di arrivo, che superano il punteggio minimo di 15 punti, dopo una verifica dei criteri di ammissibilità.
Gli enti interessati dovranno presentare le proposte di candidatura e relativi allegati, compilati e sottoscritti digitalmente, tramite PEC all’indirizzo: difesa.ambiente@pec.regione.sardegna.it, all'attenzione del Servizio Tutela della Natura e politiche forestali, a partire dalla data di pubblicazione dell’avviso, 18 novembre 2024, ed entro il 13 dicembre 2024.
Le richieste di informazioni e chiarimenti dovranno pervenire tramite posta elettronica all’indirizzo: amb.naturaforeste@regione.sardegna.it.
I chiarimenti su argomenti di interesse generale saranno pubblicati a beneficio di tutti i partecipanti e costituiranno parte integrante dell'avviso.
Consulta i documenti
Pubblicato l'Avviso Manifestazione di interesse per l’attuazione di progetti di valorizzazione ambientale nelle aree di particolare interesse naturalistico - Annualità 2024

L’Avviso si prefigge di dare attuazione a progetti di valorizzazione ambientale di aree di pertinenza di Parchi regionali, aree di rilevante interesse naturalistico (RIN), monumenti naturali istituiti ai sensi della L.R. 31/89 o aree limitrofe a queste, purché gli interventi abbiano effetti sulle aree sopra elencate.
Il presente bando darà priorità ai progetti mirati alla valorizzazione ambientale e dei servizi ecosistemici non meramente in chiave turistica, che rispondano ai seguenti requisiti:
• contribuiscano alla diffusione delle conoscenze sul valore ambientale ed ecologico del patrimonio naturale della Sardegna, anche attraverso l’uso di tecnologie innovative e con l’ausilio di Nature – Based solutions (NBS);
• siano funzionali alla gestione dei siti protetti in ottica di razionalizzazione delle presenze, contribuendo, dove necessario, a limitare i potenziali impatti antropici sui siti;
• che contribuiscano a migliorare la risposta a pressioni e minacce presenti nel sito, anche di origine naturale.
Le aree interessate al bando sono quelle di di particolare interesse naturalistico, da intendersi come:
§ Parchi naturali regionali istituiti ai sensi della LR 31/1989;
§ Monumenti naturali istituiti ai sensi della LR 31/1989;
§ Altre aree di rilevante interesse naturalistico ed ambientale (aree RIN), sempre istituite ai sensi della LR 31/1989.
A titolo esemplificativo, non esaustivo, potranno essere finanziate le seguenti tipologie d‘intervento, anche in combinazione tra esse:
- creazione di percorsi educativi tematici (flora, fauna, geologia, storia) con pannelli informativi e percorsi multimediali;
- realizzazione di sistemi di accesso e/o sistemazione di percorsi preesistenti che consentano la fruizione in sicurezza e agevolata dei siti anche ad anziani, bambini e persone con una ridotta mobilità o che comunque favoriscano la fruizione per persone portatrici di diverse disabilità (motoria, cognitiva, sensoriale);
- razionalizzazione degli accessi attraverso: passerelle, sistemi di delimitazione di dune o di areali di presenza di specie vulnerabili, sensibili, endemismi (es. staccionate e/o sistemi corda - palo-corda); chiusure di accessi o percorsi non congrui con le esigenze di tutela;
- eliminazione (demolizione e smaltimento) di manufatti e/o strutture incongrue, degradate o con rilevante impatto paesaggistico, purché non costituiscano elementi di rifugio per fauna tutelata (chirotteri, erpetofauna);
- interventi di naturalizzazione o rinaturalizzazione, creazione e/o ripristino di fasce di protezione o fasce di connessione ecologica.
Le domande potranno essere presentate a partire dalla data di pubblicazione (07 ottobre 2024) e fino a venerdì 15 novembre 2024 alle ore 23:59 e dovranno essere inviate unicamente via PEC al Servizio Tutela della Natura e Politiche Forestali all’ indirizzo difesa.ambiente@pec.regione.sardegna.it
Informazioni e richieste di chiarimenti dovranno essere rivolte entro le ore 13.00 del 6 novembre 2024 secondo le modalità riportate nell’avviso.
LINK:
https://www.regione.sardegna.it/atti-bandi-archivi/atti-amministrativi/bandi/172829078022953
Prima schiusa nidi Caretta 2024

Si apre a Tertenia, sulla spiaggia di Foxi Manna (Sarrala), la stagione delle schiuse dei nidi di Caretta caretta in Sardegna: si tratta del quarto nido registrato nella stagione 2024.
La mattina di domenica 25 agosto un gruppo di bagnanti ha assistito alla corsa verso il mare di un gran numero di tartarughini: nella spiaggia di Sarrala è la prima volta che viene registrata una nidificazione di tartaruga e la soddisfazione è stata tanta per i numerosi bagnanti accorsi.
Il personale della Base Navale del Corpo Forestale di Arbatax ha immediatamente attivato le procedure di monitoraggio e tutela previste dai protocolli operativi dalla Rete Regionale per la conservazione della fauna marina, coordinata dall’Assessorato della Difesa dell’Ambiente. Nei tre giorni successivi non sono state registrate altre emersioni, quindi i ricercatori del CNR e del Centro di Recupero del Sinis, dott. de Lucia e dott. Camedda, coadiuvati dal Coordinamento della Rete e dal Corpo Forestale, hanno effettuato l’apertura ed ispezione del nido per verificare, tramite il conteggio dei gusci e delle uova presenti, il numero di uova deposte.
In totale sono state registrate 76 uova, di cui 70 schiuse e 6 rotte o non sviluppate: il successo di schiusa risulta del 92% e il dato è considerato un ottimo risultato dai ricercatori.
Il Corpo Forestale è da sempre impegnato a divulgare buone pratiche ambientali e dare il massimo risalto ad eventi di questa importanza e nonostante ciò ancora si evidenziano delle criticità nel comportamento da parte dei cittadini in questi eventi. In questo caso, i bagnanti che hanno assistito alla schiusa hanno mostrato comportamenti poco raccomandabili: video e fotografie diffuse nei social mostrano chiaramente come il nido sia stato scavato dai presenti, probabilmente pensando di aiutare le piccole ad uscire. Si ricorda che la natura ha programmato la schiusa in modo che le tartarughe possano emergere dalla sabbia nelle ore notturne, prima che il sole riscaldi troppo la sabbia, e per evitare i predatori, e non è necessario scavare bensì mettere in sicurezza il sito di nidificazione. Si invita tutti, in questi casi, a chiamare immediatamente il numero verde 1515 del Corpo Forestale e 1530 della Guardia Costiera e a non disturbare in alcun caso il processo di deposizione o schiusa.
Primi nidi Caretta 2024

La stagione delle nidificazioni dell’estate 2024 in Sardegna si apre con tre nidi di tartaruga marina Caretta caretta rinvenuti e messi in sicurezza fin dal momento della deposizione.
I primi due costituiscono un evento straordinario: nella serata del 22 luglio, intorno alle 20:00, una Caretta caretta ha deciso di regalare uno spettacolo incredibile alle persone presenti sulla spiaggia di Costa Rei, uscendo dall'acqua e nidificando di fronte al Camping Capo Ferrato - Costa Rei.
Allertato subito dai titolari della struttura il Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale, intervenuto insieme alle Guardie Ambientali Sardegna, sono giunte sul posto anche le biologhe dell'Area Marina Protetta Capo Carbonara di Villasimius, nodo della Rete regionale per la conservazione della fauna marina competente per territorio, che hanno proceduto con la ricerca della camera del nido per constatare l'avvenuta deposizione e mettere in sicurezza il sito di nidificazione secondo i protocolli regionali e ministeriali, che prevedono la posa di quattro pali in legno, di una rete metallica e di cartellonistica informativa a tutela della camera del nido.
Al termine delle operazioni, un volontario delle Guardie ambientali, mentre si accingeva a raggiungere la propria auto nel parcheggio retrodunale ha individuato, ad una distanza di circa 200 metri dalla prima, un'altra tartaruga in procinto di deporre le uova: si è dunque assistito incredibilmente ad un secondo evento di nidificazione, nella stessa notte a pochi metri e ore di distanza. Le persone presenti, tra stupore e meraviglia, sono rimaste in totale silenzio per evitare di arrecare disturbo all'animale che, in poco più di un’ora, ha attuato il rituale completo di nidificazione per poi prendere il largo.
A causa però della posizione dei nidi, facilmente raggiungibile dalle probabili mareggiate di settembre, si è deciso, insieme ai responsabili scientifici del Cres ed al Coordinamento regionale, di disporre per entrambi la traslocazione: i due nidi sono stati quindi posizionati vicini, nella parte più interna della spiaggia, in un'area più sicura dagli eventi meteoclimatici: la schiusa “gemellare” è attesa per la metà del mese di settembre, dopo una sessantina di giorni dalla deposizione.
Il rinvenimento del terzo nido è dell’alba di domenica 4 agosto nella spiaggia di Capo Comino, in Comune di Siniscola: la segnalazione delle inconfondibili tracce alle prime ore del mattino ha consentito di individuare la possibile deposizione, provvisoriamente messa in sicurezza dal personale dell’AMP Tavolara Punta Coda Cavallo, nodo della Rete regionale competente per territorio, fino all’individuazione della camera del nido ed predisposizione delle misure di protezione del nido avvenuta nella mattina di oggi.
L’Area Marina Protetta Tavolara Punta Coda Cavallo sta sperimentando, nella propria fascia di competenza, un progetto di monitoraggio di ricerca con l’ausilio del cane, grazie al supporto dell’addestratrice Paola Uccello e della piccola Kira, un lagotto romagnolo che, da questa primavera, si esercita sulle spiagge nel rinvenimento della presenza dei nidi: recatasi sul posto, Kira ha prontamente individuato la posizione del nido di Capo Comino, dimostrando l’efficacia dell’azione, riprendendo successivamente la perlustrazione alla ricerca di eventuali altre deposizioni.
Anche per questo nido la schiusa è prevista per la fine di settembre o la prima settimana di ottobre.
La tempestività di allerta ai numeri di emergenza della sala operativa della Rete regionale (1515 e 1530) ha consentito, anche in questo caso, di mettere in moto la macchina della Rete regionale per la conservazione della fauna marina costituita da Assessorato della Difesa dell'Ambiente, CFVA, Guardia Costiera, nodi della Rete competenti per territorio e CNR e garantire la messa in sicurezza, il monitoraggio e la tutela del nido, fondamentale per la conservazione della specie: l’attenzione rimane alta e si rimane in attesa, ancora per qualche settimana, di nuove segnalazioni.
Le spiagge della Sardegna, in attesa delle sorprese che arriveranno dalle prime schiuse, si confermano tra le destinazioni tra le preferite dalla Caretta: già da anni infatti si registrano, oltre a numerosi avvistamenti e recuperi di esemplari in mare, ricorrenti eventi straordinari di nidificazione, testimoniati dal boom dell’estate 2023 con diciannove siti di nidificazione, di cui undici messi in sicurezza dal momento della deposizione, che hanno consentito di accompagnare in mare oltre mille piccole tartarughe.
Manifestazione di interesse per l’attuazione di interventi di tutela, ripristino e uso sostenibile dei siti Natura 2000 - incontro pubblico

Il Servizio Tutela della Natura e politiche forestali il 9 maggio 2024 ha pubblicato un avviso atto a selezionare proposte di interventi di tutela, ripristino e uso sostenibile dei siti Natura 2000, da finanziare nell'ambito del PR FESR Sardegna 2021 - 2027 Obiettivo specifico RSO 2.7 - Azione 3.7.1.
La notizia e gli atti di cui alla manifestazione di interesse sono pubblicati sul BURAS e sul sito internet della Regione Sardegna.
Per le finalità dell’Avviso la dotazione finanziaria a disposizione è pari a 20.000.000,00 di euro (venti milioni) provenienti dalla dotazione del Programma Regionale (PR) Sardegna FESR 2021-2027, Obiettivo specifico RSO 2.7 “Rafforzare la protezione e la preservazione della natura, la biodiversità e le infrastrutture verdi, anche nelle aree urbane, e ridurre tutte le forme di inquinamento”, Azione 3.7.1. “Tutela, ripristino e uso sostenibile dei Siti Natura 2000”.
L’ente proponente può prevedere di cofinanziare l’intervento con propri fondi o ulteriori risorse.
Il costo di ogni singola proposta progettuale, al netto dell’eventuale quota di cofinanziamento, dovrà essere compreso tra una soglia minima di 350.000 euro e un importo massimo di 2 milioni di euro.
La scadenza per la presentazione delle proposte di intervento, inizialmente fissata al 6 settembre, è stata prorogata al 30 settembre 2024.
Si prevede di realizzare incontri informativi a beneficio degli interessati, da tenersi nella prima e nella seconda settimana di luglio 2024, al fine di illustrare l'avviso e i suoi contenuti ma anche di rispondere a eventuali quesiti.
Il primo incontro si terrà in data 04 luglio 2024, in modalità mista (presenza e videoconferenza) alle ore 10:30, secondo le modalità illustrate nella locandina allegata
Allegato – Avviso incontro pubblico
Consulta i documenti nella sezione Bandi e gare - Regione Autonoma della Sardegna
https://www.regione.sardegna.it/atti-bandi-archivi/atti-amministrativi/bandi/17152458272621
Rilasci in mare delle tartarughe riabilitate nei Centri della Rete regionale per la conservazione della fauna marina.
Sì è aperta a Porto Conte (Alghero), la stagione dei rilasci in mare delle tartarughe riabilitate nei Centri della Rete regionale per la conservazione della fauna marina: Nicoletta, un giovane esemplare di Caretta caretta recuperato la mattina del 20 Marzo nelle acque di Capo Caccia, messa in salvo dai biologi dell’ Area marina Protetta Capo Caccia Isola Piana e curata presso il CRAMA (Centro Recupero Animali Marini Asinara) ha preso il mare in velocità la mattina di venerdì 3 maggio.
Si prosegue mercoledì 8, con il rilascio a Cala Spalmatore (La Maddalena) di Giulia, recuperata dal Parco dell’Arcipelago di La Maddalena e curata anch’essa all’Asinara presso il CRAMA.
Si tratta di una stagione quasi da bollino rosso per i tre Centri di recupero della Rete regionale: sono attualmente 12 le piccole tartarughe in degenza presso le strutture operative. Sono stati importanti, purtroppo, anche i numeri di esemplari ritrovati spiaggiati senza vita nelle scorse settimane.
In primavera, con la ripresa degli spostamenti sotto costa delle tartarughe dopo la stagione di riposo invernale, gli animali in difficoltà vengano individuati più frequentemente grazie anche alla segnalazione ai numeri 1515 del Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale e 1530 della Guardia costiera, vengano messi in salvo secondo i protocolli operativi di intervento.
Già a partire dalle prossime settimane, non appena le temperature delle acque lo consentiranno, gli altri esemplari riabilitati verranno rimessi in libertà e la situazione di emergenza tornerà alla normalità.
Grazie ai rapporti di stretta collaborazione sviluppati, sotto il Coordinamento regionale, tra i Centri di primo soccorso, dislocati presso le tre Aree Marine Protette di Capo Carbonara, di Tavolara e di Capo Caccia, ed i tre Centri di Recupero, con il supporto logistico del Corpo Forestale e della Guardia costiera, la Rete regionale riesce ad intervenire con tempestività su tutto il territorio costiero, sia in caso di soccorso, sia nei casi di nidificazione sulle spiagge.
Dall’avvio delle attività della Rete si contano oltre 600 interventi di recupero di esemplari feriti o in difficoltà: i numeri negli ultimi anni sono aumentati, forse anche perché l’attenzione su questi aspetti è maggiore, grazie alle attività di informazione e sensibilizzazione portate avanti dai nodi della Rete. Ricomprendendo anche le attività sui nidi, ci si attesta nell’ordine di una novantina di interventi l’anno, col boom degli anni 2021 e del 2023 grazie all’importante numero di nidificazioni.
Grazie alle attività di informazione e sensibilizzazione della Rete regionale (con il coinvolgimento dei bambini, dei turisti, dei pescatori, degli operatori turistici, dei concessionari e dei diving operanti sulle coste della Sardegna) è aumentata la sensibilità verso la salvaguardia dell’ecosistema marino. Sono gli stessi diportisti e pescatori professionisti che intervengono in prima persona nel recupero degli animali ritrovati nelle reti, di quelli feriti per l’impatto con i mezzi nautici o, più frequentemente, per i problemi legati all’ingestione di plastiche in mare scambiate per cibo.
Sull’inquinamento da plastiche, la Rete regionale con il CNR (Centro Nazionale di Ricerca) svolge un ruolo importante: i contenuti stomacali delle tartarughe della Sardegna, sia ricoverate nei tre Centri di recupero che ritrovate morte e sottoposte a necroscopia dall’Istituto Zooprofilattico Sardo, costituiscono un indicatore delle distribuzione delle plastiche nel Mediterraneo e dell’impatto sulla fauna marina negli studi condotti dal Ministero dell’Ambiente nell’ambito dell’attuazione della Direttiva Quadro sulla Marine Strategy (MSFD-2008/56/CE).
La Rete regionale ha intrapreso già da due anni un progetto per cui, grazie al posizionamento di dispositivi GPS/satellitari sul carapace degli animali, si riesce a seguire gli spostamenti degli esemplari reimmessi in natura dopo il recupero: la batteria dei dispositivi consente di monitorare gli spostamenti per circa 18 mesi, un lasso di tempo non lungo ma già importante, con lo scopo primario di acquisire dati scientifici (i dispositivi sono in grado di trasmettere, oltre alla posizione dell’esemplare, tempi di apnea, profondità raggiunte, temperatura delle acque); a questo scopo primario si aggiunge anche una azione divulgativa: nel senso che la possibilità di far conoscere a tutti gli spostamenti delle tartarughe ed alcune curiosità sul loro trascorso è di grande interesse mediatico e social ed aiuta a tenere alto il livello di attenzione.
Ci si prepara anche quest’anno ad una stagione di nidificazioni straordinaria, come quella dell’estate 2023, che ha visto sui litorali della Sardegna il rinvenimento di diciannove nidi di Caretta, undici dei quali messi in sicurezza e presidiati dal momento esatto della deposizione, e nella quale oltre mille piccoli hatchlings (cuccioli di tartaruga) sono stati accompagnati in mare.