Assetto Idrogeologico
Lo studio dell’assetto idrogeologico di un territorio è finalizzato a definire le complesse dinamiche delle acque superficiali e sotterranee e le interazioni di queste con il suolo e con i versanti rocciosi, ed è condotto attraverso l’analisi delle caratteristiche fisiche quali quelle geologiche, idrauliche, pedologiche, morfologiche e meteopluviometriche.
Lo studio comprende inoltre l’analisi delle attività antropiche che si sviluppano sul territorio, dal momento che queste, modificando le naturali condizioni del terreno, incidono sulla sua risposta ai fenomeni meteopluviometrici e possono alterare il naturale scorrimento dei corsi d’acqua.
Lo studio dell’Assetto idrogeologico, in base al D.Lgs. 152/2006, è demandato alle Autorità di bacino distrettuali, i cui distretti di competenza sono individuati dall’art.64; nel caso della Sardegna il distretto coincide con l’intero territorio regionale.
La descrizione dell’assetto idrogeologico, dato il suo continuo mutamento dovuto a fenomeni naturali e a cause antropiche, è un processo dinamico che nella normativa regionale sarda, in recepimento delle previsioni nazionali e comunitarie, è espresso nel Piano di Assetto Idrogeologico, nel Piano Stralcio delle Fasce Fluviali e nel Piano di Gestione del Rischio di Alluvioni.
In questi strumenti di pianificazione vengono analizzate le potenziali criticità idrogeologiche e individuate le conseguenti aree pericolose che potrebbero essere potenzialmente soggette a fenomeni calamitosi. Laddove in tali aree vi è presenza di elementi sensibili, quali le persone, il territorio, le attività umane, i beni, l’ambiente, il patrimonio cultuale, si determina la condizione di rischio idrogeologico; il verificarsi di questa evenienza da luogo al dissesto idrogeologico.
Con il termine generale di “rischio idrogeologico” si intende sia il rischio di frana, ovvero quello connesso all'instabilità dei versanti dovuta a particolari caratteristiche geologiche e geomorfologiche, sia il rischio idraulico, ovvero quello connesso allo stato dei corsi d’acqua e alle loro possibili esondazioni. Entrambi i fenomeni, sia quelli franosi che quelli di esondazione, si verificano in corrispondenza di eventi meteoclimatici particolarmente intensi e possono comportare importanti conseguenze sull'incolumità della popolazione, sull’ambiente e sulla sicurezza di servizi e attività.
Il concetto di rischio consegue da quello di pericolosità, la quale è correlata alla probabilità che un determinato evento accada a un prefissato tempo di ritorno. Pertanto, per elaborare le mappe del rischio, sia idraulico che da frana, vengono dapprima individuate le aree interessate da una determinata pericolosità; successivamente si individuano gli elementi a rischio che ricadono in quelle aree e conseguentemente, valutata la vulnerabilità di questi elementi e l’entità del danno potenziale, viene definito il rischio. I Piani di Assetto idrogeologico e gli altri strumenti di pianificazione e gestione del rischio idrogeologico sono quindi costituiti dalle mappe del rischio e dalle mappe di pericolosità, sia idraulica che da frana.
Per quanto illustrato, la pianificazione degli interventi e delle azioni da mettere in atto nella gestione del rischio idrogeologico necessita di un’accurata conoscenza degli aspetti geologici e idraulici del territorio, della consistenza e dello stato degli elementi a rischio esistenti e dell'analisi storica dei fenomeni alluvionali e di frana pregressi.
Consulta i link
Piano Gestione Rischio Alluvioni
Autorità di Bacino Regionale della Sardegna - Piano stralcio di bacino per l’assetto idrogeologico (PAI)
Autorità di Bacino Regionale della Sardegna - Piano Stralcio delle Fasce Fluviali (P.S.F.F.)