Indietro

Furto di conchiglie in Sardegna

E’ stato pubblicato sulla rivista scientifica Conservation Science and Practice un interessante articolo che analizza la problematica della raccolta di conchiglie, come ricordo delle vacanze, dal punto di vista scientifico e degli conseguenti impatti ambientali e socio-economici. Raccogliere specie marine lungo costa è un hobby estremamente comune in tutto il mondo: molti turisti, durante i loro viaggi, raccolgono conchiglie e altri oggetti naturali per portarli a casa come ricordo. Sebbene sia noto che in aree tropicali questa pratica abbia determinato una significativa perdita di biodiversità, in Mediterraneo non ci sono dati scientifici sul fenomeno della raccolta di souvenir naturali.

Lo studio ha analizzato proprio, considerando l’importanza del turismo balneare in Italia, la problematica della raccolta di conchiglie utilizzando la Sardegna come caso studio, anche in funzione dell’esistenza di una specifica norma regionale, in materia di turismo, che rafforza il divieto di tale pratica (Norme in materia di turismo - L. n. 16 del 28/07/2017, Art. 40).

La collaborazione fra diverse figure coinvolte, ognuna con propri compiti e responsabilità, è risultata fondamentale ai fini del raggiungimento dell’obiettivo.

Hanno preso parte allo studio:

  • il personale dell’aeroporto Cagliari-Elmas, che ha isolato il materiale biologico presente nei bagagli in partenza suddividendo i vari sequestri per luogo di raccolta sulla base delle dichiarazioni dei turisti;
  • i biologi del CNR-IAS, che si sono occupati della classificazione ed analisi del materiale sequestrato fra il 2019 e il 2020, proveniente dalla costa oristanese (circa 138 kg per un totale di 42945 pezzi identificati;);
  • il personale del Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale della Regione Autonoma della Sardegna, che ha valutato gli aspetti e le implicazioni legali del fenomeno.

Dopo l’analisi il materiale è stato riportato nell’area di provenienza e restituito alla natura.

Grazie a questo lavoro, è stata stilata la prima lista (check list) mediterranea delle specie marine soggette alla raccolta da parte di turisti, con inclusi 199 unità tassonomiche (taxa) dove molluschi gasteropodi e bivalvi rappresentano il 98% del totale. Tra le specie classificate, 22 sono protette da leggi nazionali ed internazionali (es. Pinna nobilis e Patella ferruginea) e 43 sono aliene (non native del Mediterraneo).

Solo 45 su 199 specie sono incluse fra quelle commerciali e avrebbero potuto passare i controlli se regolarmente acquistate; analizzando le 4 specie di patella presenti nel campione sequestrato, è stato dimostrato che i turisti non si limitano alla raccolta di conchiglie spiaggiate ma pescano anche esemplari vivi, contribuendo attivamente alla rarefazione delle popolazioni locali con impatti significativi su specie a rischio di estinzione, come Patella ferruginea. Si ipotizza ci siano due motivazioni alla base della raccolta di esemplari vivi: scegliere conchiglie intatte per fini collezionistici e mangiare frutti di mare locali (es. tutti i carapaci di granchi ed altri crostacei sono stati trovati cotti, molte conchiglie erano evidentemente pulite e con residui di condimento).

Lo staff dell’aeroporto ha stimato che il 90% dei passeggeri era totalmente inconsapevole dei divieti come dell’impatto causato dalla raccolta.

Questo articolo, oltre ad evidenziare come la portata del fenomeno “raccolta di souvenir naturali” in Sardegna sia paragonabile a quello osservato in aree tropicali, sottolinea l’importanza di continuare a studiarne le dinamiche ambientali, economiche e sociali e propone soluzioni per contribuire a preservare gli ecosistemi costieri. Scoraggiare le persone dal perpetuare tale pratica è una sfida difficile e necessita un aumento della disponibilità di informazioni come della collaborazione fra Istituzioni e portatori di interesse locali.

L’articolo completo in lingua inglese, pubblicato sulla rivista scientifica “Conservation Science and Practice”, è scaricabile al seguente link: https://conbio.onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/csp2.12913