Tassi de Sos Niberos


Foto di: Archivio Regionale

 

L'area dei Tassi de Sos Niberos copre una superficie di circa 7 ettari e ha intorno a sè un'area di rispetto  di 434 ettari

Rappresenta una formazione vegetale di notevole importanza scientifica, storico-culturale e paesaggistica popolata da tassi, pressoché millenari che raggiungono anche un metro di diametro e altezze sui 15 metri. La densità non è eccessiva eppure assicura una notevole copertura, poiché le chiome dei tassi risultano molto espanse: infatti, nei punti dove il popolamento è chiuso, il sottobosco è quasi assente e manca completamente di specie eliofile, mentre nelle zone in cui il bosco è più aperto è prevalente una vegetazione mesofila. 


Il suolo che sostiene questa formazione è molto evoluto e, come confermano le analisi fisico-chimiche, ricchissimo di sostanza organica e con una intensa attività biologica. 
All'interno dell'area lungo il corso del torrente è presente un raro endemismo botanico circoscritto a questa zona, il rovo di Arrigoni (Rubus Arrigoni Camarda) con caratteristiche molto diverse dal comune rovo (Rubus ulmifolius) quali, ad esempio una foglia molto più grande, rami tomentosi e meno spinescenti, una infruttescenza più piccola con i singoli frutti più grandi e meno dolci. 
Per le sue peculiarità l'area rappresenta un popolamento unico in Sardegna, le cui caratteristiche naturalistico-vegetazionali, pedologiche e climatiche non sono rigenerabili e quindi vanno rigorosamente tutelate nell'interesse di tutti. 

Vi si accede dalle strade provinciali Bonorva-Bono e Ittireddu-Bono che si uniscono nel bivio Foresta Burgos; superato l'accesso alla casermetta forestale Monte Pisanu continuando per Bono si imbocca la strada sterrata "Ucca 'e Grile" dove apposita segnaletica indica il sito preciso. 


L’emergenza naturale e il suo ambiente
Si è scelto per l’istituzione in monumento l’esemplare più grande della stazione di Taxus baccata L. esistente sul versante ONO di Monte Rasu, in località Ucca ‘e Grile. La stazione si trova a circa 1.000 m slm, su terreni freschi e profondi, ben conservati, derivati da scisti paleozoici. Questa è la più grande stazione sarda di tasso ed è sicuramente di interesse nazionale. Il suo valore deriva da una superficie apprezzabile e dalla presenza di specie forestali di rilevante interesse fitogeografico, come Taxus baccata e Ilex aquifolium. La foresta, solo in parte naturale, si trova sul versante NO del M. Rasu, nei monti del Gocéano. Nel sito la formazione mista di leccio e roverella lascia spazio ad una forte presenza di tasso e agrifoglio. I tassi mostrano forme arboree, con esemplari plurisecolari, costituendo un boschetto allo stato puro ma più spesso misto. I soggetti che raggiungono un’altezza di una dozzina di m sono certamente plurisecolari. Si tratta di alberi con fusti alquanto irregolari, presto divaricati in varie branche con portamento abetoide. Lo stato vegetativo è buono. L’esemplare maggiore, alto 11 m, si trova al margine inferiore della stazione, la cui superficie è di circa 3 ha, presso un ruscello. Esso misura, all’altezza di 1 m, m 7.05 di circonferenza. È presente, nella zona, anche il locus classicus di Rubus Arrigonii (ossia il luogo in cui una specie botanica viene descritta per la prima volta), scoperta da I. Camarda nel 1986. Il tipo forestale è simile a quello di Mularza Noa in comune di Bolòtana. Questi due esempi sono i meglio conservati in ambito mediterraneo e pertanto di primaria importanza. L’area appartiene alla Foresta demaniale di Monte Pisano  e vi si trovano rari endemismi sardo - corsi. Resti di un antico bosco a tasso ed agrifoglio si trovano anche nella valle del Rio de s’Isfundadu, dove si riscontra la presenza di agrifogli vetusti, uno dei quali misura 114 cm di diametro.
L’interesse culturale

Il nome è quello dato localmente al tasso (numerose le varianti: niberu, eni, enis, linnarubbia, tassu). L’albero viene considerato popolarmente un simbolo di morte. Il centro di Bono conserva alcune emergenze architettoniche, testimoni della sua passata funzione di sede vescovile e di centro localmente importante. A Burgos si possono visitare i resti del Castello del Gocéano, un’opera posta a difesa del Logudoro agli inizi del XII secolo.

 

Scheda tecnica tratta da: I monumenti naturali della Sardegna - Barroccu Giovanni - Gentileschi Maria Luisa - Carlo Delfino Editore - 1996.
Soggetto gestore: Comune di Bono
Provvedimento istitutivo: Decreto Assessorato Difesa Ambiente n° 24 del 29/01/94