Sistema energetico regionale

La Regione Sardegna si muove nella stessa direzione degli obiettivi comunitari e nazionali per quanto riguarda la determinazione delle strategie di politica energetica.

A partire dal Pacchetto Clima-Energia 20 20 20, che prevedeva la riduzione del 20% dei consumi energetici, la riduzione del 20% delle emissioni di CO2 rispetto ai valori del 1990 e una quota di produzione di energia da fonti rinnovabili pari al 20%, gli obiettivi europei sono stati aggiornati con il Pacchetto Fit for 55, una strategia a lungo termine che prevede di ridurre le emissioni di gas serra del 55% entro il 2030, sempre rispetto ai valori del 1990, con l’obiettivo di arrivare alla carbon neutrality per il 2050. Ulteriore stimolo alla definizione di nuovi target è il Piano REPowerEU, con cui la Commissione Europea prevede di diversificare le importazioni di energia, accelerando la transizione verso l’energia pulita e perseguendo un maggiore risparmio energetico. REPowerEU prevede di innalzare gli obiettivi di efficienza energetica ed energie rinnovabili portandoli rispettivamente al 13% rispetto alle proiezioni dello scenario di riferimento del 2020 e al 45% del mix energetico complessivo.

Per raggiungere questi obiettivi il Servizio Energia ed Economia Verde dell’Assessorato Industria, nell’ambito del quadro normativo nazionale e nel rispetto degli indirizzi indicati dalla Direzione Regionale, definisce le linee programmatiche dell’azione regionale in campo energetico, attiva sistemi di incentivazione finalizzati all’aumento dell’efficienza energetica, all’incremento dell’utilizzo delle fonti rinnovabili e al contenimento dei consumi, coordina la razionalizzazione e lo sviluppo delle infrastrutture e delle reti energetiche sul territorio, promuove la sensibilizzazione sulle tematiche energetiche attraverso molteplici canali divulgativi per una maggiore capillarità di informazione.

La produzione di energia elettrica in Sardegna avviene mediante l’utilizzo di:

  • fonti energetiche non rinnovabili ovvero i combustibili fossili quali gas naturale, carbone e petrolio, in gran parte importati dall'estero;
  • fonti rinnovabili derivanti dallo sfruttamento dell'energia solare, eolica, idroelettrica, geotermica e proveniente da biomasse. Il loro uso permette di ridurre non soltanto le emissioni di gas a effetto serra provenienti dalla produzione e dal consumo di energia, ma anche la dipendenza da altri Stati dalle importazioni di combustibili fossili (in particolare gas e petrolio).

Per poter descrivere il sistema energetico regionale occorre rappresentare la filiera dell’energia elettrica, del calore e dei trasporti scomponendola in una serie di passaggi, che dalla produzione alla distribuzione, arriva al consumo.

 

La filiera dell’energia elettrica in Sardegna
Il percorso che porta dalla produzione di energia elettrica al suo ingresso nelle case, negli uffici o nelle fabbriche si articola in:

  1. generazione
  2. trasmissione
  3. distribuzione
  4. dispacciamento (il coordinamento necessario per produrre istante per istante quanto richiesto).

1. Generazione
La produzione dell’energia elettrica ha luogo in impianti che trasformano in elettricità altre forme di energia e la immettono nella rete di trasmissione, che la conduce poi fino all’utente finale. Gli impianti di produzione tradizionale, classificati in base alla forma di energia impiegata per generare elettricità, sono principalmente:

  • impianti termoelettrici (funzionanti a carbone, a gas di raffineria, o a olio combustibile come esempio, la centrale termoelettrica “Grazia Deledda a Portovesme da 720 MW);
  • impianti alimentati da fonti energetiche rinnovabili (idroelettrica, eolica, fotovoltaica, geotermoelettrica, biogas, biomassa …).

Nel 2020, secondo il rapporto statistico del Gestore Servizi Elettrici (GSE), in Sardegna gli impianti a fonti rinnovabili hanno determinato una produzione lorda di 3.704,2 GWh (mentre nel 2012 tale produzione si attestava a 3.079,2 GWh), pari al 38,4% del Consumo Interno Lordo (CIL), ovvero alla produzione lorda di energia (13.144,6 GWh più il saldo con l’estero (-393,4), più il saldo fra regioni (-2.908,2) al netto dei pompaggi (194,4)). Il CIL equivale al Consumo Finale Lordo di energia elettrica introdotto dalla Direttiva Europea 28/2009/CE.

Accanto alle ricerche mirate a un ottimale impiego di fonti di energia rinnovabile, come quella eolica o solare, e allo sfruttamento dei residui industriali inquinanti per la produzione di energia elettrica, le moderne tecnologie hanno permesso la costruzione di centrali a ciclo combinato IGCC (Integrated Gasification Combined Cycle), che producono energia elettrica, idrogeno e vapore, a partire dagli idrocarburi pesanti derivanti dal processo di raffinazione, caratterizzate da elevati rendimenti energetici, con conseguenti vantaggi in termini economici e ambientali (ad esempio l’impianto della SARAS con potenza di 570 MW e una produzione media annua di 4275 GWh).

2. Trasmissione
La rete di trasmissione permette il trasporto dell’energia elettrica prodotta nelle centrali fino alla rete di distribuzione, quella a cui sono collegati gli utenti finali.

Si tratta di linee elettriche che collegano punti distanti fra loro centinaia di chilometri, costituite da conduttori lineari isolati, costituite da linee aeree oppure cavi interrati. Per ridurre al minimo le perdite di energia lungo le linee di trasmissione, derivanti dalla resistenza dei cavi di conduzione al passaggio di elettricità, si innalza la tensione dell’energia elettrica trasportata: dai 30 kV massimi di produzione, la tensione nella rete di trasmissione viene portata a valori compresi fra i 120 e i 380 kV. Rispetto alla produzione lorda in Sardegna, nel 2020 le perdite rappresentano oltre il 6% nel 2020.

3. Distribuzione
Le reti di distribuzione rappresentano l’estensione capillare sul territorio delle linee di trasmissione: trasportano l’energia elettrica a tutti i clienti finali. Servono consumatori che vanno dai grossi impianti industriali (che normalmente sono collegati alla rete di alta tensione) alle utenze domestiche (bassa tensione).

4. Dispacciamento
Il dispacciamento è l’attività di regolazione del sistema elettrico e di gestione della rete di trasmissione e distribuzione, in modo da garantire l’adeguata fornitura a tutti i clienti finali e da ridurre al minimo le dispersioni. Si tratta di un’attività resa necessaria dalle particolari caratteristiche dell’energia elettrica e dalle sue modalità di consumo e distribuzione.

L’elettricità, infatti, è:

  • un bene immagazzinabile solo in minima parte;
  • un bene la cui domanda varia nel tempo (ad esempio in funzione della stagione e della fascia oraria);
  • soggetta a vincoli fisici ben precisi.

Il dispacciamento perciò è l’insieme di attività, basate sulle analisi storiche e sulle previsioni di consumo di energia elettrica, volto a coordinare la produzione e il trasporto dell’elettricità. La sua funzione è garantire che l’energia prodotta venga consegnata “istantaneamente” agli utilizzatori finali.

 

La filiera dell’energia del gas
Per descrivere la filiera del gas è utile suddividerla in 4 fasi:

  1. approvvigionamento, con le due distinte attività di:
  • produzione
  • importazione
  1. trasporto
  2. stoccaggio e dispacciamento
  3. distribuzione, a sua volta divisa in:
  •  grande distribuzione, o primaria: a grossi utilizzatori e aziende distributrici
  •  distribuzione locale, o secondaria: a piccoli utenti finali – privati e imprese locali

1. Approvvigionamento

Produzione. Le attività che regolano la produzione di gas naturale possono essere descritte come:

  • prospezione, rilievi geomorfologici finalizzati all’indagine della natura del suolo o del fondale marino
  • ricerca, mirata all’individuazione del giacimento
  • coltivazione, ovvero estrazione degli idrocarburi dal giacimento distribuzione primaria

Importazione. L’attività di importazione gas naturale richiede:

  • la gestione di trattative e rapporti con gli stati produttori, collocati a volte in aree politicamente a rischio o comunque instabili come ad esempio Russia e Algeria. Mentre nel 2022 si è avuto l’incremento dell’importazione da Stati come l’Azerbaigian, il Qatar, la Libia, la Nigeria e gli USA, in controtendenza l’incidenza dell’importazioni da Norvegia ed Olanda si è ridotta;
  • una notevole capacità finanziaria, in grado di sostenere contratti complessi, stipulati con stati esteri, di durata particolarmente lunga (20-25 anni) e con formula take or pay, cioè con l’obbligo per l’importatore di garantire al fornitore ricavi pari fino al 90% del valore complessivo del contratto, indipendentemente dai volumi prelevati;
  • la realizzazione di metanodotti per il trasporto del gas dal paese produttore a quello di consumo.

2. Trasporto
L’attività di trasporto consiste nella conduzione del gas dal luogo di produzione, estero o nazionale, o dai campi di stoccaggio sino alle reti di distribuzione locale, cui sono allacciati gli utenti finale.

  • Rete primaria. Il trasferimento avviene principalmente tramite gasdotti ad alta pressione, che costituiscono la cosiddetta “rete primaria” e che sono caratterizzati da condotte di notevoli dimensioni.
  • Trasporto via nave. Nel mercato italiano, significativa è anche la quota di gas trasportato via nave. In questo caso, il gas viene liquefatto e mantenuto liquido a bassa temperatura (si parla allora di Gas Naturale Liquefatto – GNL – o Liquid Natural Gas – LNG).

Il gas liquido viene scaricato a una temperatura di circa –160°C e immesso in due serbatoi di capacità complessiva di circa 1 miliardo di metri cubi. Viene quindi vaporizzato, compresso e immesso nel gasdotto.

3. Stoccaggio e dispacciamento
Strettamente correlate alla fase di trasporto sono le due attività di stoccaggio e dispacciamento.

  • Stoccaggio. Si rende allora necessario stoccare il gas importato o prodotto, depositandolo in apposite riserve.
  • Dispacciamento. Come per l’energia elettrica, anche per il gas l’equilibrio fra domanda e offerta richiede un controllo costante della rete di trasporto ed è garantito dal dispacciamento..

Sul piano operativo, il monitoraggio della rete viene attuato tramite dispositivi di telecontrollo che agiscono sulla pressione del gas in entrata dai giacimenti naturali o da quelli di stoccaggio, regolando anche i flussi in determinati tratti della rete.

La pressione del gas viene regolata tramite apposite centrali di compressione e decompressione, collocate in punti nodali della rete di trasmissione e distribuzione.

4. Distribuzione
La distribuzione è la fase conclusiva della filiera del gas e si distingue in primaria e secondaria.

  • Distribuzione primaria. Consiste nella vendita a grossi utenti industriali e termoelettrici e ad aziende di distribuzione civile. Tecnicamente consiste nell’allacciamento diretto di questi utenti alla rete primaria, che trasporta il gas ad alta pressione.
  • Distribuzione secondaria. Consiste nella vendita diretta all’utenza civile, per la quale è necessaria una fornitura in bassa pressione: l’allacciamento della rete di distribuzione alla rete in alta pressione avviene tramite appositi impianti di decompressione

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