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Attività di vigilanza sulla gestione dei rifiuti: i dati 2017

La Giunta regionale, con la deliberazione n. 9/62 del 22/02/2019, ha disposto la pubblicazione dei dati utili a definire lo stato di attuazione dei piani regionali di gestione dei rifiuti e dei programmi, secondo quanto previsto dall’articolo 199 del D. Lgs. n. 152 del 3.4.2006, come modificato dalla legge n. 221 del 28.12.2015. I dati relativi al 2017 sono stati raccolti ed elaborati dal Catasto rifiuti incardinato presso l’ARPAS e dal competente Servizio dell’Assessorato della Difesa dell’Ambiente.

La Sardegna ha raggiunto il 62,8% di raccolta differenziata, con un incremento superiore al 3% rispetto al dato 2016 e pertanto coerente con le previsioni dell’aggiornamento del Piano regionale di gestione dei rifiuti urbani approvato nel dicembre del 2016. Questo risultato porta la nostra regione al settimo posto fra le regioni italiane, con un minimo scarto dalle Marche, ma ancora distante da Veneto e Trentino Alto Adige che hanno superato il 70%.

315 Comuni (contro i 253 del 2016) hanno raggiunto e superato l’obiettivo di legge del 65%, per una popolazione che quasi raggiunge il 70% del totale (nel 2016 era il 50%). In particolare si segnalano ben 63 Comuni che nel 2017 hanno superato l’80% di raccolta differenziata, 74 Comuni si collocano fra l’80% e il 75%, 97 Comuni fra il 75% e il 70% e 81 fra il 70% e il 65%.

A livello comunale le migliori prestazioni sono state raggiunte da Comuni interessati da importanti flussi turistici come Orosei, che si migliora ulteriormente conseguendo un eccellente 88%, Tortolì e Siniscola, affiancati da Comuni meno popolosi come Mandas e Ussassai, nonché da interi territori nei quali i servizi di raccolta sono svolti in maniera associata come la Comunità Montana del Gennargentu Mandrolisai, l’Unione della Trexenta e la Comunità Montana del Goceano.

Dopo l’aumento registrato nel 2016, riprende la riduzione della produzione dei rifiuti urbani: in particolare 225 comuni mostrano una tendenza, più o meno evidente, alla diminuzione dei rifiuti prodotti.

Continua il trend positivo di crescita del riciclaggio con il raggiungimento di valori superiori all’obiettivo di legge fissato per il 50% al 2020: a seconda del metodo di calcolo utilizzato fra quelli proposti dalle norme comunitarie, la nostra isola ha conseguito un risultato pari al 50% o al 56%, in aumento di diversi punti percentuali rispetto al dato 2016.

Si evidenzia il soddisfacimento del fabbisogno di trattamento dei rifiuti urbani prima del conferimento a discarica e un deficit nel fabbisogno di termovalorizzazione da coprire con gli interventi previsti nel Piano regionale. Il fabbisogno di riciclaggio della frazione organica è ampiamente coperto dall’esistente impiantistica di compostaggio e digestione anaerobica mentre si evidenzia la sostanziale assenza di veri e propri impianti di riciclaggio per le altre frazioni da raccolta differenziata.

Le volumetrie residue in discarica destinate alla chiusura del ciclo dei rifiuti urbani risultano in decremento del 31% rispetto all’anno precedente, mentre i conferimenti aumentano del 12% a fronte della diminuzione del 46% dei rifiuti termovalorizzati. Tale calo è dovuto alle fermate del termovalorizzatore di Capoterra a seguito di due incendi che hanno determinato il blocco di alcune linee dell’impianto oltre alla fermata del termovalorizzatore di Tossilo per revamping.

I conferimenti in discarica per rifiuti speciali non pericolosi aumentano del 29%, mentre le corrispondenti volumetrie residue si riducono del 38%, risultando ancora sufficienti per coprire le esigenze delle utenze diffuse. I conferimenti nelle discariche per rifiuti inerti invece calano del 19% e i volumi residui del 5%.

Consulta i documenti
Deliberazione n. 9/62 del 22/02/2019
Allegato Deliberazione n. 9/62