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25° Rapporto sulla gestione dei rifiuti urbani in Sardegna

Il 25° Rapporto annuale sulla gestione dei rifiuti urbani in Sardegna, redatto dalla Sezione regionale del Catasto dei rifiuti dell’ARPAS, con la collaborazione degli Osservatori Provinciali dei rifiuti e dell’Assessorato della Difesa dell’Ambiente della Regione, analizza la situazione dei rifiuti urbani raccolti e gestiti in Sardegna nel 2023.

Le informazioni riportate sono ottenute della validazione dei dati conseguita ponendo a confronto i dati dichiarati da Comuni e loro aggregazioni sul Modulo Osservatorio Rifiuti Urbani del SIRA, con i dati forniti dagli impianti che hanno ricevuto e trattato i rifiuti urbani nel 2023, integrati, laddove necessario, con gli ulteriori dati disponibili come le dichiarazioni MUD. I dati validati vengono poi forniti anche all’ISPRA per l’elaborazione del Rapporto nazionale sui rifiuti urbani.

Nel 2023 la produzione totale dei rifiuti urbani in Sardegna è pari a 721.727 tonnellate, in diminuzione dell’1,5% rispetto al 2022; tale calo è in controtendenza con quello registrato dall’ISPRA a livello nazionale nel “Rapporto rifiuti urbani – edizione 2024” (+0,7%), dove tuttavia l’aumento si concentra nelle regioni del Nord Italia mentre nel Sud Italia la tendenza alla dimuzione è analoga a quella della nostra regione.
Il pro capite di rifiuti urbani totali sottolinea la diminuzione del quantitativo totale dei rifiuti urbani prodotti, posizionandosi su un valore di 460 kg/ab/anno (di circa 5 kg/ab/anno in meno rispetto al 2022).
Si tratta di una riduzione che, fra l’altro, è correlabile anche all’ulteriore calo della popolazione regionale registrato dai dati ISTAT (circa 5.200 residenti in meno rispetto al 2022).

Soprattutto risulta in calo rispetto al 2022 la produzione di rifiuti destinati allo smaltimento che cala ancora del 7,0% mentre è decisamente meno marcata la diminuzione del totale delle frazioni differenziate raccolte (-0,6%), ove il calo interessa in particolare il rifiuto alimentare ed il vetro.
Grazie al minor decremento dei rifiuti differenziati, rispetto a quello dei rifiuti allo smaltimento, la percentuale regionale di raccolta differenziata è in lieve aumento (+0,65%), portandosi al 76,46%, con un tasso di crescita tuttavia inferiore a quello riscontrato nell’anno precedente.
Questo dato, come riportato da ISPRA nel rapporto annuale già citato, colloca la Sardegna al terzo posto per percentuale di RD raggiunta a livello nazionale, preceduta dal Veneto (77,6%) e dall’Emilia Romagna, che supera anch’essa il 77%.

A livello provinciale, la provincia di Oristano supera l’80% di raccolta differenziata mentre le province di Nuoro e Sud Sardegna sono di poco sotto l’80%; la Città Metropolitana di Cagliari supera il 78%; quella di Sassari invece supera di poco il 71%.

Il numero dei Comuni che non hanno ancora raggiunto l’obiettivo di legge del 65% di raccolta differenziata previsto dalle norme nazionali per il 2012 si è ridotto a cinque (due in meno del 2022), per una popolazione pari all’8% del totale, poiché vi è compreso ancora il comune di Sassari.
Sono ben 30 i Comuni che hanno superato l’85% e 168 quelli con percentuali comprese fra l’80% e l’85%. Sono pertanto 198 i Comuni che hanno superato l’obiettivo dell’80% previsto per il 2029 dall’aggiornamento del Piano regionale approvato all’inizio del 2024.

Sul Geoportale interattivo ARPAS (link) sono già pubblicati dei report interattivi (dashboard) utili per la visualizzazione dei dati a partire dal 2021.

Documenti e collegamenti correlati:
 25° Rapporto sulla gestione dei rifiuti urbani in Sardegna - Anno 2023
Geoportale ARPAS: La gestione dei rifiuti urbani in Sardegna
Report Osservatorio regionale dei rifiuti
Rapporti annuali sulla gestione dei rifiuti urbani


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Pubblicati i dati sulla gestione dei rifiuti sanitari in Sardegna nel 2023

I rifiuti derivanti dalle strutture sanitarie sono disciplinati dal D.P.R. 15 luglio 2003, n. 254; tale decreto regola la gestione dei rifiuti sanitari a norma dell'articolo 24 della legge 31 luglio 2002, n. 179. Le Regioni sono tenute a istituire sistemi di monitoraggio e di analisi dei costi e della congruità dei medesimi relativamente alla gestione e allo smaltimento dei rifiuti sanitari e a inviare i dati risultanti all’ISPRA, che li comunica al Ministero dell’ambiente e al Ministero della salute, ai sensi dell’art. 4, comma 5 del decreto citato.

Nel corso del 2024 il competente Servizio dell’Assessorato della difesa dell’ambiente ha avviato una raccolta dati presso i produttori dei rifiuti sanitari (aziende sanitarie locali, aziende ospedaliere universitarie, azienda ospedaliera Brotzu e cliniche private) e presso i soggetti autorizzati a raccolta, deposito preliminare e smaltimento finale. I risultati sono raccolti nel documento “Relazione sulla produzione e gestione dei rifiuti sanitari nella Regione Sardegna - Anno 2023”, consultabile a fondo pagina.

I risultati dell’analisi mostrano che la produzione totale di rifiuti sanitari, di qualunque codice dell’elenco europeo, è pari a circa 6.700 tonnellate, di cui 6.000 provenienti dalle strutture pubbliche e 700 da quelle private.

Circa 5.500 tonnellate sono costituite da rifiuti distinti dalle prime quattro cifre del codice dell’Elenco Europeo dei Rifiuti 1801, cioè derivanti dalla cura della salute umana.

Il dato di produzione pro-capite dei rifiuti di codice 1801 è pari a 3,5 kg/ab, leggermente inferiore al dato dell’anno precedente.

La produzione annuale di rifiuti con codice 1801 per posto letto nelle strutture pubbliche è stata pari a 1.045 kg/anno, contro i 1.083 kg dell’anno precedente.

La produzione del codice 180103*, ovvero rifiuti (pericolosi) che devono essere raccolti e smaltiti applicando precauzioni particolari per evitare infezioni, è pari a circa 5.040 t. L’88% di questi rifiuti, i più significativi nell’ambito della sanità (92% dei codici 1801, 75% dei rifiuti prodotti in totale), deriva dalle strutture pubbliche, il restante 12% da quelle private.

Nel periodo in esame (1.1.2023 ÷ 31.12.2023) la destinazione dei rifiuti sanitari è stata prevalentemente l’incenerimento: diretto nel 50% dei casi, preceduto da una fase di deposito preliminare nel 46%. La messa in riserva e il raggruppamento preliminare si dividono la rimanente, ridotta, percentuale di destinazione.

Il costo medio di gestione, che risente di una notevole variabilità a seconda dell’ubicazione e della dimensione delle strutture, si attesta intorno a 1.830 €/t per le strutture pubbliche e a 1.690 €/t per quelle private.
Consulta i documenti
Relazione sulla produzione e gestione dei rifiuti sanitari - Anno 2023


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Attività di vigilanza sulla gestione dei rifiuti: i dati 2022

La Giunta regionale, con la deliberazione n. 5/45 del 29.1.2025, ha preso atto dei dati utili a definire lo stato di attuazione dei piani regionali di gestione dei rifiuti, secondo quanto previsto dall’articolo 199 del d. lgs. n. 152 del 3.4.2006, come modificato dalla legge n. 221 del 28.12.2015 e dal d. lgs. 116 del 3.9.2020. I dati relativi al 2022 sono stati raccolti ed elaborati dal Catasto rifiuti incardinato presso l’ARPAS e dal competente Servizio dell’Assessorato della Difesa dell’Ambiente.

Nel 2022 la Sardegna ha raggiunto il 75,8% di raccolta differenziata, migliorando leggermente il risultato del 2021 e confermandosi, per il quarto anno consecutivo, al secondo posto fra le regioni italiane.

Il numero dei Comuni che non hanno ancora raggiunto l’obiettivo di legge del 65% previsto per il 2012 si è ridotto a sette (uno in meno del 2021), per una popolazione pari al 8% del totale; tra questi è ancora presente il Comune di Sassari che ha appena superato il 60% e che, per via della sua dimensione in termini di popolazione, avrebbe consentito il raggiungimento degli obiettivi di Piano ed in particolare per il conseguimento dell’80% al 2022. Sono, quindi, 370 su 377, per una popolazione coinvolta di oltre il 91% del totale, i Comuni che hanno superato l’obiettivo del 65%. Tra questi sono aumentati da 17 a 20 i Comuni che hanno superato l’85% e da 103 a 146 quelli con percentuali comprese fra l’80% e l’85%. Sono pertanto 166 i Comuni che hanno superato l’obiettivo dell’80% previsto dal Piano regionale per il 2022. Come nelle precedenti annualità, nella fascia di Comuni che hanno superato l’obiettivo di Piano al 2022 si confermano Comuni interessati da importanti flussi turistici come Orosei, Budoni e Palau, affiancati da Comuni meno popolosi come Barrali, Soleminis e Mandas, nonché da interi territori nei quali i servizi di raccolta sono svolti in maniera associata come l’Associazione dei Comuni di Irgoli, Loculi, Onifai e Galtellì e l’Unione dei Comuni del Coros. A livello provinciale, tutti i territori hanno superato il 70% di raccolta differenziata; le province di Nuoro e di Oristano hanno sfiorato l’80% mentre quella di Sassari è più vicina al 70%.

L’indicatore relativo alla percentuale di rifiuti urbani avviati a preparazione per il riutilizzo e a riciclaggio è rimasto invariato rispetto a quanto rilevato nel 2021. Si tratta in ogni caso di un valore superiore all’obiettivo di legge del 55% al 2025: in funzione del metodo di calcolo utilizzato fra quelli proposti dalle norme comunitarie, la nostra Isola ha conseguito un risultato pari al 59% o al 63%.

La produzione complessiva dei rifiuti urbani è diminuita di circa 18.500 tonnellate rispetto al 2021, con un decremento del 2,5%, superiore a quello registrato a livello nazionale.

Nonostante rispetto al 2021 siano aumentati i rifiuti avviati a termovalorizzazione e diminuiti quelli avviati a smaltimento in discarica, i relativi obiettivi di Piano sono ancora molto lontani a causa dei ritardi nei lavori di ristrutturazione dei termovalorizzatori; tali ritardi hanno inoltre determinato un consumo della volumetria residua delle discariche superiore alle previsioni.

I conferimenti in discarica per rifiuti speciali non pericolosi sono diminuiti del 24,0% e le corrispondenti volumetrie residue del 1,5%. Tenendo in considerazione le sole utenze diffuse i conferimenti sono diminuiti del 16,7%. I conferimenti nelle discariche per rifiuti inerti sono aumentati del 17,4% e i volumi residui si sono ridotti del 12,3%.

La produzione totale di rifiuti speciali nel 2022 è diminuita dello 0,5% rispetto al 2021. In particolare, si registra una variazione percentuale della produzione di rifiuti speciali per unità di PIL rispetto al 2010 pari a -2,5% per i rifiuti non pericolosi e -24,4% per i rifiuti pericolosi.

La percentuale di rifiuti speciali avviati a preparazione per il riutilizzo e il riciclaggio rispetto al totale gestito nel 2022 è stata del 58,3%, superiore al valore del 2021 di oltre cinque punti percentuali.

La percentuale di rifiuti speciali avviati a termovalorizzazione e incenerimento (0,7% nel 2022) è sostanzialmente stabile (0,8% nel 2021, 0,6% nel 2020 e 0,8% nel 2019).

È ulteriormente diminuita la percentuale di rifiuti speciali avviati a smaltimento in discarica rispetto al totale gestito, passata dal 32,1% del 2021 al 26,3% del 2022.

La superficie destinata al riutilizzo di fanghi in agricoltura è stata pari a 2.352 ettari, leggermente superiore (+1,85%) rispetto al valore del 2021.

Consulta i documenti
Delibera 5-45 del 29.01.2025
Delibera 5-45 del 29.01.2025 - Allegato1


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Raccolta differenziata in Sardegna nell’anno 2023 al 76,46%

La Sardegna ha raggiunto il 76,46% di raccolta differenziata migliorando ancora leggermente il risultato rispetto al 2022.

Il dato è stato validato da ARPAS sulla base delle informazioni trasmesse dai Comuni entro il termine del 30 aprile 2024.

Inoltre, l’ARPAS ha comunicato:

  • la quantità delle singole frazioni di rifiuto che hanno concorso alla determinazione della sommatoria dei quantitativi delle diverse frazioni che compongono la raccolta differenziata nonché il valore di quest’ultimo;
  • la quantità delle singole frazioni di rifiuto che hanno concorso alla determinazione della sommatoria dei quantitativi di rifiuti urbani indifferenziati nonché il valore di quest’ultimo;
  • la quantità di rifiuti totali prodotta;
  • la quantità di rifiuti pro capite prodotta;
  • la percentuale di raccolta differenziata validata con due cifre decimali.

Il calcolo e la verifica delle percentuali di raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani raggiunte in ogni Comune sono stati svolti secondo quanto previsto dall’art. 205 del D. Lgs. n. 152/2006 e sulla base delle linee guida definite dal decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare del 26 maggio 2016, recepiti con atto di indirizzo allegato alla D.G.R. n. 23/8 del 9.5.2017.

Conseguentemente, con determinazione del Direttore del Servizio tutela dell’atmosfera e del territorio n. 1242 del 5 dicembre 2024 è stata stabilita la percentuale di raccolta differenziata di ciascun Comune nell’anno 2023 e l’elenco dei Comuni che hanno conseguito nel 2023 una produzione pro capite di rifiuti inferiore al 70% del valore medio regionale (pari a 460 kg/abitante/anno), ai quali non andrà applicata l’addizionale di cui al comma 3 dell’art. 205 del D. Lgs. n. 152/2006 a decorrere dalle quantificazioni del tributo e dell’addizionale relative al primo trimestre 2025.

È stato, inoltre, stabilito l’elenco dei Comuni che hanno omesso di trasmettere i dati e sono quindi esclusi dall'applicazione della modulazione dell’ecotassa di cui al comma 3-bis dell’art. 205 del D. Lgs. n. 152/2006, sempre a decorrere dalle quantificazioni del tributo e dell’addizionale relative al primo trimestre 2025.

Tali elenchi sono stati utilizzati per stabilire le eventuali riduzioni, fatto salvo l’ammontare di 5,16 €/ton fissato dall’art. 3, comma 29, della Legge n. 549/1995, o maggiorazioni del tributo di smaltimento in discarica per ciascun Comune, in coerenza con il citato atto di indirizzo regionale.

Consulta i documenti
Determinazione n. 1242 del 05.12.2024 con allegati


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Stipulato l’Accordo di programma con il Consorzio italiano compostatori

E’ stato siglato in data 25 novembre 2024 un nuovo Accordo di programma triennale tra la Regione Sardegna e il CIC, il Consorzio italiano compostatori, allo scopo di favorire la produzione di ammendante compostato e la sua valorizzazione in agricoltura, nel florovivaismo e negli acquisiti pubblici ecologici.

La prosecuzione della collaborazione con le associazioni di riferimento dei produttori di compost di qualità, iniziata nel 2011, rappresenta una delle azioni previste dall’aggiornamento del Piano regionale di gestione dei rifiuti urbani approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 4/145 del 15.02.2024, per raggiungere l’obiettivo del 70% di riciclaggio dei rifiuti urbani al 2029.

La gestione della frazione organica in Sardegna è prioritaria in quanto è l’unico flusso di rifiuti, oltre al rifiuto indifferenziato, che gli impianti regionali riescono a gestire in maniera autonoma.

Secondo quanto riportato nell’ultimo rapporto ARPAS sulla gestione dei rifiuti urbani in Sardegna, riferito ai dati del 2022, la frazione organica rappresenta la quota più rilevante della raccolta differenziata nell’Isola, pari a circa il 42% del rifiuto differenziato e la sua separazione dal flusso dei rifiuti ed il successivo avvio al recupero è fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi della normativa europea e nazionale. Inoltre, la produzione di fertilizzanti/ammendanti ha un elevato valore aggiunto, in quanto permette di contribuire in modo fattivo, attraverso l’apporto di sostanza organica, alla lotta alla desertificazione ed al miglioramento della qualità dei suoli con il mantenimento, o il ripristino, delle proprietà chimiche, fisiche e biologiche che determinano la fertilità.

Con la stipula del nuovo Accordo di programma il C.I.C., a fronte di un mero rimborso spese, proseguirà nell’azione di accompagnamento alla Regione con le seguenti attività:

  1. fornire assistenza tecnico-consultiva alla Regione per l’attuazione delle azioni previste dalla pianificazione regionale, anche condividendo le esperienze attuate da altre Regioni;
  2. fornire assistenza tecnica agli impianti di trattamento della frazione organica da raccolta differenziata del territorio regionale, al fine del miglioramento della qualità del compost prodotto;
  3. fornire supporto alla predisposizione e attuazione di un programma di attività con le Agenzie agricole e l’Amministrazione regionale, inerenti all’utilizzo del compost in agricoltura;
  4. fornire supporto alla predisposizione e attuazione di un programma di attività con l’Agenzia regionale Forestas al fine di garantire l’utilizzo di compost nelle attività legate alla gestione dell’ambiente forestato;
  5. fornire supporto alla stipula e l’attuazione di un accordo di programma con le associazioni di categoria del comparto florovivaistico e dei manutentori del verde, finalizzato al recupero dei materiali di risulta e all’utilizzo del compost nel comparto stesso;
  6. organizzare apposite giornate formative e dimostrazioni in campo per il comparto agricolo e/o florovivaistico e/o silvicolturale al fine di incentivare la commercializzazione del compost pro-dotto negli impianti della Sardegna;
  7. organizzare attività formative rivolte agli Enti pubblici sull’acquisto di ammendanti compostati nell’ambito dei propri acquisti pubblici ecologici;
  8. organizzare apposite giornate formative indirizzate ai dottori agronomi e forestali al fine di in-centivare nei piani agronomici l’utilizzo del compost prodotto negli impianti della Sardegna.

Consulta i documenti
Accordo di programma Regione Sardegna  - Consorzio italiano compostatori - 2024-2026


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Pubblicati i dati sulla gestione dei veicoli fuori uso in Sardegna nel 2022

La direttiva 2000/53/CE, recepita nell’ordinamento nazionale dal decreto legislativo 209 del 24 giugno 2003, ha fissato, con riguardo ai rifiuti provenienti dall’attività di demolizione dei veicoli fuori uso, degli obiettivi di reimpiego, riciclaggio e recupero. In particolare “per tutti i veicoli fuori uso la percentuale di reimpiego e di recupero è pari almeno al 95 per cento del peso medio per veicolo e per anno e la percentuale di reimpiego e di riciclaggio è pari almeno all'85 per cento del peso medio per veicolo e per anno”.

Nel corso del 2023 il Servizio tutela dell’atmosfera e del territorio ha avviato una raccolta dati presso i soggetti autorizzati alla demolizione dei veicoli fuori uso e li ha confrontati con quelli provenienti dal modulo unico di dichiarazione (MUD) e del pubblico registro automobilistico (PRA). I risultati dello studio sono raccolti nel documento “Gestione dei rifiuti derivanti da autodemolizione in Sardegna. Anno 2022.”.

Consulta i documenti
Gestione dei rifiuti derivanti da autodemolizione in Sardegna - Anno 2022


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Pubblicati i dati sulla gestione dei rifiuti sanitari in Sardegna nel 2022

I rifiuti derivanti dalle strutture sanitarie sono disciplinati dal D.P.R. 15 luglio 2003, n. 254; tale decreto regola la gestione dei rifiuti sanitari a norma dell'articolo 24 della legge 31 luglio 2002, n. 179.
La Regioni sono tenute a istituire sistemi di monitoraggio e di analisi dei costi e della congruità dei medesimi relativamente alla gestione e allo smaltimento dei rifiuti sanitari e a inviare i dati risultanti all’ISPRA, che li comunica al Ministero dell’ambiente e al Ministero della salute, ai sensi dell’art. 4, comma 5 del decreto citato.

Nel corso del 2023 il competente Servizio dell’Assessorato della difesa dell’ambiente ha avviato una raccolta dati presso i produttori dei rifiuti sanitari (aziende sanitarie locali, aziende ospedaliere universitarie, azienda ospedaliera Brotzu e cliniche private) e presso  i soggetti autorizzati a raccolta, deposito preliminare e smaltimento finale, sia mediante termodistruzione sia tramite sterilizzazione.
I risultati sono raccolti nel documento “Relazione sulla produzione e gestione dei rifiuti sanitari nella Regione Sardegna - Anno 2022”, consultabile a fondo pagina.

I risultati dell’analisi mostrano che la produzione totale di rifiuti sanitari, di qualunque codice dell’elenco europeo, è pari a circa 6.815 tonnellate, di cui 6.125 provenienti dalle strutture pubbliche e 690 da quelle private.

5.687 tonnellate sono costituite da rifiuti distinti dalle prime quattro cifre del codice dell’Elenco Europeo dei Rifiuti 1801, cioè derivanti dalla cura della salute umana.

Il dato di produzione pro-capite dei rifiuti di codice 1801 è pari a 3,45 kg/ab, leggermente superiore al dato dell’anno precedente.

La produzione annuale di rifiuti con codice 1801 per posto letto nelle strutture pubbliche è stata pari a 1.083 kg/anno, contro i 918 kg dell’anno precedente.

La produzione del codice 180103*, ovvero rifiuti (pericolosi) che devono essere raccolti e smaltiti applicando precauzioni particolari per evitare infezioni, sfiora le 4.700 t. L’88% di questi rifiuti, i più significativi nell’ambito della sanità (78% dei rifiuti prodotti in totale), deriva dalle strutture pubbliche, il restante 12% da quelle private.

Nel periodo in esame (1.1.2022 ÷ 31.12.2022) la destinazione dei rifiuti sanitari è stata prevalentemente l’incenerimento: diretto nel 34% dei casi, preceduto da una fase di deposito preliminare nel 64%. La messa in riserva e il raggruppamento preliminare si dividono la rimanente, ridottissima, percentuale di destinazione.

Il costo medio di gestione, che risente di una notevole variabilità a seconda dell’ubicazione e della dimensione delle strutture, si attesta intorno a 1.740 €/t per le strutture pubbliche e a 1.690 €/t per quelle private.

Consulta i documenti
Relazione sulla produzione e gestione dei rifiuti sanitari - Anno 2022


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Attività di vigilanza sulla gestione dei rifiuti: i dati 2021

La Giunta regionale, con la deliberazione n. 44/23 del 14.12.2023, ha preso atto dei dati utili a definire lo stato di attuazione dei piani regionali di gestione dei rifiuti, secondo quanto previsto dall’articolo 199 del d. lgs. n. 152 del 3.4.2006, come modificato dalla legge n. 221 del 28.12.2015 e dal d. lgs. 116 del 3.9.2020. I dati relativi al 2021 sono stati raccolti ed elaborati dal Catasto rifiuti incardinato presso l’ARPAS e dal competente Servizio dell’Assessorato della Difesa dell’Ambiente.

La Sardegna ha raggiunto il 74,63% di raccolta differenziata, migliorando leggermente il risultato del 2020 e confermandosi, per il terzo anno consecutivo, al secondo posto fra le regioni italiane, a circa 2 punti percentuali dal Veneto.

Solo 8 Comuni, 3 in meno del 2020, per una popolazione pari al 9% del totale, non hanno raggiunto l'obiettivo di legge del 65%; tra questi è presente il Comune di Sassari che, per via della sua dimensione in termini di popolazione, è determinante per il raggiungimento degli obiettivi di Piano e in particolare per il conseguimento dell'80% al 2022. Sono, quindi, 369 su 377 i Comuni che hanno superato l’obiettivo di legge del 65%. In particolare 120 Comuni hanno superato l’80% di raccolta differenziata, anticipando in tal modo a livello locale l’obiettivo stabilito dal Piano regionale per il 2022. Tra questi, sono aumentati da 8 a 17 i Comuni che hanno superato l’85% mentre sono diminuiti quelli compresi tra l’80% e l’85%, che sono passati da 136 a 103. Inoltre 230 Comuni si collocano fra il 70% e l’80% e 19 fra il 65% e il 70%. Come nelle precedenti annualità, nella prima fascia si collocano Comuni interessati da importanti flussi turistici come Orosei e Siniscola, affiancati da Comuni meno popolosi come Monti, Sant’Antonio di Gallura e Ussassai, nonché da interi territori nei quali i servizi di raccolta sono svolti in maniera associata come l’Associazione dei Comuni di Irgoli, Loculi, Onifai e Galtellì, l’Unione dei Comuni del Coros e la Comunità Montana del Gennargentu Mandrolisai.

L’indicatore relativo alla percentuale di rifiuti urbani avviati a preparazione per il riutilizzo e a riciclaggio non è migliorato rispetto a quanto rilevato nel 2020. Si tratta in ogni caso di un valore superiore all’obiettivo di legge del 55% al 2025: in funzione del metodo di calcolo utilizzato fra quelli proposti dalle norme comunitarie, la nostra Isola ha conseguito un risultato pari al 59% o al 63%.

La produzione complessiva dei rifiuti urbani è aumentata di quasi 37.000 tonnellate rispetto al 2020, con un incremento del 5,2%, superiore anche a quello registrato a livello nazionale (+2,3%).

Si registra una forte diminuzione dei rifiuti avviati alla termovalorizzazione, con conseguente incremento delle quantità di rifiuti urbani che sono state conferite direttamente in discarica, a causa dei lavori di ristrutturazione dei termovalorizzatori.

Le volumetrie residue in discarica destinate alla chiusura del ciclo dei rifiuti urbani sono aumentate del 40% nel 2021 rispetto al 2020, malgrado l’aumento dei conferimenti, a causa dei ritardi accumulati nella ristrutturazione dei termovalorizzatori che hanno comportato l’autorizzazione di incrementi di volumetria di discarica nel centro nord Sardegna.

I conferimenti in discarica per la totalità dei rifiuti speciali non pericolosi sono diminuiti del 5,7% e le corrispondenti volumetrie residue del 10,7%. Tenendo in considerazione le sole utenze diffuse i conferimenti sono diminuiti del 15%. I conferimenti nelle discariche per rifiuti inerti sono diminuiti del 3,9% e i volumi residui si sono ridotti del 3,3%.

La produzione totale di rifiuti speciali nel 2021 è aumentata del 12,4% rispetto al 2020. In particolare si registra una variazione percentuale della produzione di rifiuti speciali per unità di PIL rispetto al 2010 pari a +0,7% per i rifiuti non pericolosi e -1,3% per i rifiuti pericolosi.

La percentuale di rifiuti speciali avviati a preparazione per il riutilizzo e il riciclaggio rispetto al totale gestito nel 2021 è stata del 53,0%, quasi un punto percentuale superiore al valore del 2020; mentre, la percentuale di rifiuti speciali avviati a termovalorizzazione e incenerimento si è riportata al valore registrato nel 2019 (0,8%) dopo il decremento registrato nel 2020 (0,6%).

È diminuita la percentuale di rifiuti speciali avviati a smaltimento in discarica rispetto al totale gestito, passata dal 33,7% del 2020 al 32,1% del 2021.

Infine, si segnala che la superficie destinata al riutilizzo di fanghi in agricoltura è stata pari a 2.310 ettari, inferiore di diversi punti percentuali (13,3%) rispetto al valore del 2020.

Consulta i documenti
Delibera 44/23 del 14.12.2023
Attività di vigilanza sulla gestione dei rifiuti in Sardegna 2021


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Aggiornamento del Piano regionale di gestione dei rifiuti urbani

Con la deliberazione n. 4/145 del 15 febbraio 2024 la Giunta regionale ha approvato l’aggiornamento della sezione rifiuti urbani del Piano regionale di gestione dei rifiuti. Si ricorda che il Piano è costituito anche dalle sezioni riguardanti i rifiuti speciali, la bonifica delle aree inquinate e l’amianto.

Il Piano è stato aggiornato alla luce delle prescrizioni della direttiva 2008/98/CE, dell’Ottavo programma d'azione per l'ambiente dell’Unione, del programma nazionale per la gestione dei rifiuti e delle nuove norme che attengono alla gestione dei rifiuti urbani intervenute tra il 2017 e il 2023.

Il documento è impostato sul rispetto della gerarchia comunitaria della gestione dei rifiuti, che individua la seguente scala di opzioni nella gestione di un rifiuto:

  • prevenzione della produzione dei rifiuti;
  • preparazione per il riutilizzo;
  • riciclaggio o recupero di materia;
  • recupero di altro tipo, per esempio il recupero di energia;
  • smaltimento.

Il documento ha individuato le azioni necessarie affinché:

  • la produzione dei rifiuti urbani sia ridotta;
  • le discariche siano limitate ai rifiuti non riciclabili e non recuperabili;
  • il recupero energetico sia limitato ai materiali non riciclabili;
  • sia massimizzata la reimmissione dei rifiuti urbani nel ciclo economico ovvero siano promossi l’utilizzo dei rifiuti per la produzione di materiali commerciali debitamente certificati e la loro commercializzazione anche a livello locale;
  • sia promosso lo sviluppo di una “green economy” regionale, fornendo impulso al sistema economico produttivo nell’ottica di uno sviluppo sostenibile, all’insegna dell’innovazione e della modernizzazione;
  • siano ottimizzate le fasi di raccolta, trasporto, recupero e smaltimento;
  • siano confermati gli obiettivi del Piano vigente al 2022 e sia verificata la possibilità di porre obiettivi più ambiziosi al 2029.

Il ciclo di gestione dei rifiuti deve essere innanzitutto orientato alla riduzione della produzione dei rifiuti. A tale proposito, il Piano aggiorna e rafforza il programma di prevenzione della produzione dei rifiuti presente nel Piano del 2016, anche in considerazione dei contenuti dell’aggiornamento del programma nazionale di prevenzione in corso di revisione.

L'aggiornamento del Piano sottolinea l’importanza di una puntuale ed attenta progettazione di raccolte differenziate ad alta efficienza, che consentano di intercettare già a livello domiciliare frazioni di rifiuto a basso grado di impurità da inviare direttamente al riciclo; pertanto, il documento prevede il coinvolgimento degli ultimi Comuni ancora in ritardo al fine di conseguire l’obiettivo dell’80% di raccolta differenziata al 31.12.2029. Il Piano prevede, inoltre, azioni volte ad assicurare la raccolta separata dei rifiuti tessili da parte dei Comuni.

Altro obiettivo qualificante dell’aggiornamento del Piano è il conseguimento del 70% di riciclo al 2029, in netto anticipo rispetto all’obiettivo comunitario del 60% al 2030 e del 65% al 2035, attraverso:

  • l’applicazione sistematica agli impianti di compostaggio di qualità delle linee guida tecniche finalizzate al miglioramento della qualità del compost e alla realizzazione degli impianti di digestione anaerobica previsti;
  • il completamento dell'infrastrutturazione del territorio regionale attraverso la realizzazione di centri di preparazione per il riutilizzo, di piattaforme di recupero dei rifiuti tessili, degli ingombranti e dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche, nonché la realizzazione delle piattaforme di prima valorizzazione degli imballaggi e dei centri di selezione e stoccaggio ancora mancanti;
  • la promozione del recupero del compost attraverso appositi accordi di programma con gli utilizzatori e i produttori;
  • il rinnovo del protocollo di intesa con il CONAI;
  • il mantenimento dello strumento delle analisi merceologiche anche al fine di modulare le tariffe di conferimento in funzione della qualità dell'umido;
  • il controllo strutturato degli impianti al fine di garantire la qualità della filiera di riciclo a valle della raccolta differenziata;
  • la promozione degli acquisti verdi da parte delle Pubbliche Amministrazioni.

Inoltre, l'aggiornamento del Piano regionale minimizza ulteriormente l'importanza delle operazioni di smaltimento, che dovrà riguardare una quota ridotta del rifiuto urbano. In particolare, il conferimento in discarica dovrà essere ridotto ai rifiuti non idonei al riciclaggio o al recupero di altro tipo; in aggiunta, la quantità di rifiuti urbani collocati in discarica dovrà essere, al 31.12.2029, inferiore al 10% del totale dei rifiuti urbani. L'aggiornamento del Piano conferma lo schema impiantistico di riferimento caratterizzato dall'individuazione di due centri di termovalorizzazione, ubicati a Macchiareddu e a Tossilo, e la previsione di un unico Ambito Territoriale Ottimale coincidente con l'intero territorio regionale.

Il Piano regionale aggiorna, infine, i criteri per l'individuazione, da parte delle Province, delle aree idonee e non idonee alla localizzazione degli impianti di recupero e smaltimento dei rifiuti sul territorio regionale; tali criteri riguardano anche gli impianti dei rifiuti speciali.

L'aggiornamento del Piano regionale di gestione dei rifiuti urbani è stato assoggettato alla procedura di verifica dell'assoggettabilità a valutazione ambientale strategica e a verifica di assoggettabilità a valutazione di incidenza, entrambe concluse positivamente senza la necessità di attivare ulteriori fasi del procedimento.
Consulta i documenti
Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti - Aggiornamento
Deliberazione n.4/145 del 15.02.2024


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24° Rapporto sulla gestione dei rifiuti urbani in Sardegna

Il 24°Rapporto annuale sulla gestione dei rifiuti urbani in Sardegna è redatto dalla Sezione regionale del Catasto dei rifiuti dell’ARPAS, con la collaborazione degli Osservatori Provinciali dei rifiuti e dell’Assessorato della Difesa dell’Ambiente della Regione, ed espone e analizza la situazione dei rifiuti urbani raccolti e gestiti in Sardegna nel 2022.

Le informazioni del Rapporto derivano dalla validazione dei dati ottenuta attraverso il confronto tra i dati dichiarati dai Comuni e le loro aggregazioni sul Modulo Osservatorio Rifiuti Urbani del SIRA, e quelli forniti dagli impianti che hanno gestito i rifiuti urbani nel 2022. Questi dati sono stati integrati, quando necessario, con altre fonti come le dichiarazioni MUD. I dati validati sono stati inoltre trasmessi all’ISPRA per l’elaborazione del Rapporto nazionale sui rifiuti urbani.

Nel 2022 la produzione totale dei rifiuti urbani in Sardegna è pari a 732.071,44 tonnellate, in diminuzione del 2,5% rispetto al 2021, con un calo che risulta superiore a quello registrato a livello nazionale dall’ISPRA nel “Rapporto rifiuti urbani – edizione 2023” (-1,8%). Il pro capite di rifiuti urbani totali sottolinea la diminuzione del quantitativo totale dei rifiuti urbani prodotti, posizionandosi su un valore pari a poco meno di 465 kg/ab/anno (di circa 10 kg/ab/anno in meno rispetto al 2021).

Si tratta di una riduzione che, fra l’altro, è in controtendenza rispetto alla ripresa economica testimoniata dall’aumento del PIL regionale riportato dall’ISTAT per il 2022.

Sopratutto risulta in calo rispetto al 2021 la produzione di rifiuti destinati allo smaltimento (-7,0%), ma appare in lieve diminuzione anche il totale delle frazioni differenziate raccolte (-0,9%).

Grazie al minor decremento dei rifiuti differenziati, rispetto a quello registrato dalla produzione dei rifiuti allo smaltimento, la percentuale regionale di raccolta differenziata è in lieve crescita (+1,18%), portandosi al 75,81%, con un tasso di crescita superiore a quello riscontrato nell’anno precedente.

Questo dato, come riportato da ISPRA nel rapporto annuale già citato, colloca la Sardegna al secondo posto per percentuale di RD raggiunta a livello nazionale, per il quarto anno consecutivo, con una distanza davvero minima dal primo posto del Veneto.

A livello provinciale, tutti i territori hanno superato il 70% di raccolta differenziata: le province di Nuoro e di Oristano hanno sfiorato l’80% mentre quella di Sassari è più vicina al 70%.

Il numero dei Comuni che non hanno ancora raggiunto l’obiettivo di legge del 65% di raccolta differenziata previsto dalle norme nazionali per il 2012 si è ridotto a sette (uno in meno del 2021), per una popolazione pari all’8% del totale. Sono invece aumentati da 17 a 20 i Comuni che hanno superato l’85% e da 103 a 146 quelli con percentuali comprese fra l’80% e l’85%. Sono pertanto 166 i Comuni che hanno superato l’obiettivo dell’80% previsto dal Piano regionale per il 2022 (erano 120 nel 2021).

Documenti e collegamenti correlati:
24° Rapporto sulla gestione dei rifiuti urbani in Sardegna - Anno 2022