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Allontanamento dei volatili mediante l’utilizzo dei rapaci in Sardegna (Bird Control)

Nel 2018 con la Delibera della Giunta regionale n. 36/30 è stata disciplinata l’attività di Bird Control, pratica molto diffusa nel resto d’Italia. Il Bird Control, consente un allontanamento incruento e naturale dei volatili che colonizzando aree pubbliche o private possono creare problemi igienico-sanitari, danni alle produzioni agricole e al patrimonio storico artistico.

Queste attività, se svolte correttamente, non comportano la cattura o la morte della specie target o di altre specie, la distruzione di nidi, di uova o l’uccisione dei pulli. L’attività di Bird Control in Sardegna è svolta sotto il controllo del Corpo Forestale di Vigilanza Ambientale.

I falconieri interessati ad abilitarsi devono presentare domanda all’Assessorato della Difesa dell’Ambiente. Alla domanda dovranno allegare:

  • curriculum vitae e professionale;
  • documentazione attestante la provenienza e il regolare possesso dei “rapaci” di proprietà (documentazione CITES o, nel caso di specie non CITES altra documentazione che ne attesti la provenienza e il regolare possesso);
  • documentazione attestante il rispetto della normativa sanitaria in materia di benessere animale durante tutte le fasi di possesso, trasporto, lavoro e riposo.

Per maggiori informazioni si consiglia di consultare la DGR 36/30 del 2018 o scrivere all’indirizzo PEC  difesa.ambiente@pec.regione.sardegna.it all’attenzione del Servizio Tutela della Natura e politiche forestali.

Elenco falconieri abilitati

DGR 36/30 del 17.07.2018

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Ritrovamento di un piccolo esemplare (recluta) di Pinna nobilis nei mari sardi

Si è concluso positivamente il secondo anno del progetto RECOLL (Studio del REclutamento di Pinna nobilis in Sardegna con l’utilizzo di COLLettori nel triennio 2022-2024), finanziato dall’Assessorato della Difesa dell’ambiente e coordinato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche – Istituto per lo studio degli impatti antropici e sostenibilità in ambiente marino (CNR-IAS) che vede coinvolte tutte le Aree Marine Protette della Sardegna (Penisola del Sinis – Isola di Mal di Ventre, Capo Carbonara, Capo Caccia – Isola Piana, Isola dell’Asinara, Tavolara – Punta Coda Cavallo, Capo Testa – Punta Falcone) e la collaborazione con un network internazionale di ricercatori.

Un evento di mortalità di massa, osservato per la prima volta nel 2016 e causato principalmente dal protozoo Haplosporidium pinnae, sta portando quasi all'estinzione Pinna nobilis, il più grande mollusco bivalve del Mediterraneo.

La moria ha iniziato a colpire le popolazioni della Sardegna nel 2018. L’anno seguente P. nobilis è stata inserita nella lista rossa della IUCN (International Union for Conservation of Nature) come specie in pericolo critico di estinzione (CR - “Critically Endangered”; https://www.iucnredlist.org/species/160075998/160081499).

Attualmente i siti che ospitano ancora esemplari vivi in Mediterraneo sono pochi e spesso circoscritti ad ambienti di transizione. Indagare la presenza di superstiti, studiare il successo riproduttivo e la dispersione larvale sono azioni fondamentali per valutare le possibilità di recupero di questa specie endemica. In questo ambito, il progetto RECOLL ha tra gli obiettivi principali quello di valutare se negli ambienti marino-costieri della Sardegna sono ancora presenti larve di P. nobilis, siano esse il risultato di riproduzione avvenuta localmente o in altre zone mediterranee.

Quest’anno il lavoro dei ricercatori del CNR e dello staff delle Aree Marine Protette si è concluso con il ritrovamento, lo scorso ottobre, di una piccola recluta di Pinna nobilis nell’AMP Capo Carbonara. L’esemplare è stato lasciato nel sito di ritrovamento protetto all’interno una gabbia per limitare il rischio di predazione naturale e massimizzare le sue possibilità di sopravvivenza. Vengono monitorate regolarmente la sua crescita e le condizioni ambientali (es. temperatura dell’acqua). Questo ritrovamento è un segnale importante che indica come P. nobilis sia ancora in grado di riprodursi. Di conseguenza, il recupero di questa specie, sebbene difficile, potrebbe ancora essere possibile nel lungo termine. Per approfondire le conoscenze sulle eventuali dinamiche di ricolonizzazione di P. nobilis in Sardegna sarà fondamentale una sempre più stretta collaborazione fra comunità scientifica, istituzioni e cittadini. Il progetto RECOLL sta contribuendo all’aumento delle conoscenze sull’attuale distribuzione di P. nobilis e sulle sue potenzialità di ripresa e può favorire lo sviluppo di processi partecipativi utili a monitorarne le dinamiche e a ideare soluzioni che ne scongiurino l’estinzione.
[Foto collettore - Pinna nobilis]


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Proposta di istituzione del Monumento Naturale Grotta Santa Barbara nel Comune di Iglesias

Su richiesta del Comune di Iglesias, l’Assessorato della Difesa dell’Ambiente – Servizio Tutela della Natura e Politiche Forestali ha avviato l’iter istitutivo per il Monumento Naturale Grotta Santa Barbara in Comune di Iglesias.

La Grotta Santa Barbara si estende per circa 110 m a 155 metri slm, in aree nel sottosuolo presso la Miniera di San Giovanni (Iglesias), all’interno del sito Natura 2000 ZSC ITB040029 “Costa di Nebida”.

La grotta rimase sconosciuta finché fu intercettata dai lavori minerari nel Marzo del 1952: data la notevole importanza del ritrovamento, la società esercente la miniera modificò i piani di lavoro per salvaguardare la grotta, riconoscendone da subito l’estrema importanza della sua conservazione, essendo ricca di formazioni carsiche spettacolari. La grotta si presentava con pareti tappezzate da cristalli di barite estremamente scenografiche e di rilevante interesse scientifico – mineralogico, tuttora conservate. Venne intitolata a Santa Barbara, patrona dei minatori.

La grotta è oggi una singolarità geologica unica nel suo genere nello scenario internazionale, caratterizzata dal contrasto di colori che vanno dal bianco candido delle concrezioni, al marrone scuro e quasi nero di ampie porzioni della volta generati dall’azione di acidi forti che hanno interagito con i vuoti carsici. Questa disomogeneità cromatica si sussegue in tutta la grotta con una vasta gamma di colori che testimoniano le varietà di composizione chimica delle acque percolanti.

Il Servizio Tutela della natura e politiche forestali successivamente all’acquisizione dell’istanza da parte del Comune di Iglesias ha verificato positivamente i requisiti previsti dalla Legge Regionale n. 31 del 1989 che definisce i monumenti naturali come “singoli elementi o piccole superfici di particolare pregio naturalistico o scientifico, che debbono essere conservati nella loro integrità” (art. 4 comma 1) e ha provveduto a pubblicare la proposta di istituzione del Monumento Naturale sul BURAS.

Si ricorda che saranno disponibili 60 giorni dalla data della pubblicazione per la presentazione di eventuali osservazioni al Servizio tutela della natura e politiche forestali.

Le osservazioni dovranno essere trasmesse tramite PEC all’indirizzo  difesa.ambiente@pec.regione.sardegna.it  all’attenzione del Servizio Tutela della Natura e politiche forestali entro il sessantesimo giorno dalla data di pubblicazione sul BURAS.

Consulta i documenti

- Relazione naturalistica

- Tav. 1 – inquadramento

- Tav. 2 – planimetria

- Tav. 3A – sezioni

- Tav. 3B – sezioni


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Aggiornamento tracking tartarughe Ottobre 2023

Procede il progetto di tracciamento degli spostamenti delle tartarughe marine Caretta caretta portato avanti nell’ambito delle attività di ricerca della Rete regionale per la conservazione della fauna marina, coordinata dall'Assessorato della difesa dell'ambiente sotto la supervisione scientifica dell’IAS -CNR di Torregrande,

 Analogamente a quanto accaduto all’esemplare di Caretta caretta Azzurra, anche Graziella ha sfortunatamente terminato il suo viaggio nelle acque del golfo di Hammamet in Tunisia.

 Rilasciata lo scorso 6 maggio presso la spiaggia di San Giovanni di Sinis, a Cabras, la tartaruga si è diretta verso le coste dell’Africa per poi trattenersi diversi giorni vicino alla costa della Penisola di Capo Bon e successivamente, passando a sud di Pantelleria, ha fatto rotta verso le coste sud-occidentali della Sicilia. Nella rotta di ritorno in Tunisia, a poco più di 30 miglia dalla costa, Azzurra è rimasta intrappolata probabilmente in una rete da pesca, a circa 50 metri di profondità. Il corpo dell’animale è stato ritrovato spiaggiato e grazie all’intervento dell'Istituto Nazionale tunisino di Scienze e Tecnologie Marine (INSTM) è stato possibile effettuare l’autopsia e recuperare il dispositivo di tracciamento satellitare.

Graziella ha percorso circa 1900 km in circa 3 mesi, spingendosi più volte intorno ai 100 metri di profondità.

Gioia, liberata il 27 maggio scorso da Cala di Spalmatore nel Parco Nazionale dell’Asinara, ha percorso circa 1400 km. Appena aver lasciato l’isola si è diretta verso ovest, trasmettendo per i primi giorni poche informazioni, ma mostrando comunque notevoli spostamenti; dopo aver raggiunto l’isola spagnola di Minorca, ha proseguito verso nord per poi invertire la rotta dirigendosi nuovamente verso la Sardegna.

I dati del trasmettitore continuano ad indicare che Gioia non sta effettuando immersioni particolarmente profonde.

 Il progetto prosegue con il tracciamento di un nuovo, piccolo esemplare: Diva è una tartaruga Caretta caretta poco più grande di 35 cm, equipaggiata con un dispositivo satellitare molto piccolo e leggero, che consente di monitorare i suoi spostamenti attraverso il sistema satellitare Argos. L’acquisizione del dispositivo è stata possibile grazie alla sponsorizzazione della società Finlandese Baltic Yachts e la liberazione, effettuata dall’Area Marina Protetta “Tavolara – Capo Coda Cavallo” il 16 settembre a Porto Rotondo, è avvenuta in collaborazione con Nautica Assistance di Olbia.

Diva, in poco più di un mese ha percorso oltre 1000 km, spingendosi prima lungo la costa laziale, poi, passando accanto all’arcipelago toscano, ha costeggiato la Corsica e raggiunto la Liguria. Da alcuni giorni si trova tra la Corsica e la costa Francese. 

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[foto mappa, elaborazione CReS]


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Aggiornamento tracking tartarughe Luglio 2023

Procede il progetto di tracciamento degli spostamenti delle tartarughe marine Caretta caretta portato avanti nell’ambito delle attività di ricerca della Rete regionale per la conservazione della fauna marina, coordinata dall'Assessorato della difesa dell'ambiente sotto la supervisione scientifica dell’IAS -CNR di Torregrande,

Graziella e Gioia continuano a trasmettere, oltre alla loro posizione, anche altri dati di interesse scientifico quali le temperature, le profondità raggiunte ed i tempi di apnea.

Graziella, recuperata dall’AMP Capo Carbonara, nodo della Rete competente per territorio, dopo sette mesi di mantenimento, monitoraggio e riabilitazione presso il CReS e la rimozione della lenza di nylon che si trovava all'interno del tratto digerente, è stata rilasciata il 6 maggio dalle coste di San Giovanni di Sinis: dopo poco più di un mese i dati del tracciamento mostrano che ha percorso più di 1300 chilometri e, dopo aver lambito le coste nord della Tunisia, si sta dirigendo verso la Sicilia.

Gioia invece ha ripreso il mare sabato 27 maggio nella Cala di Spalmatore, nel Parco dell’Asinara: recuperata il 2 agosto dello scorso anno grazie alla segnalazione di un diportista nelle acque del Parco della Maddalena, è stata accolta e ricoverata presso il Centro di Recupero Animali Marini dell'Asinara (CRAMA) grazie alla collaborazione tra i due Parchi nell’ambito delle attività della Rete regionale. A quasi due mesi dal rilascio, i dati accessori ricevuti non sono molti (c’è stato un momento in cui sono mancate le trasmissioni) ma ci consentono di dire che Gioia si sta muovendo verso le Isole Baleari, avendo nuotato per oltre 300 km, anche controcorrente, sotto il pelo dell'acqua e spingendosi ad una profondità massima di 5 metri.

I rilasci di esemplari da monitorare sono fermi, a causa dell’intenso traffico lungo le coste della Sardegna, ma riprenderanno a settembre con ulteriori sperimentazioni.

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[foto mappa, elaborazione CReS]


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Primi nidi Caretta 2023

Questo fine settimana ha registrato l’apertura col botto della stagione delle nidificazioni di Caretta caretta sulle spiagge della Sardegna, in leggero ritardo rispetto al resto d'Italia: sono infatti tre i siti nei quali, grazie alle segnalazioni dei cittadini, sono stati individuati e messi in sicurezza altrettanti nidi di tartaruga marina.

Il primo rinvenimento si è avuto la mattina di venerdì 7 luglio, nel litorale di Li Junchi a Badesi, nel quale l’operatore che puliva la spiaggia ha notato tracce evidenti di emersione: l’intervento della stazione del CFVA di Trinità d’Agultu ha consentito di delimitare provvisoriamente l’area ed attendere l’intervento del nodo della Rete regionale per la conservazione della fauna marina competente per territorio, Area Marina Protetta Isola dell’Asinara col supporto dell’Associazione CRAMA.

Il giorno successivo, alla presenza del coordinamento della Rete regionale e del responsabile scientifico IAS – CNR, è stata rinvenuta la camera del nido con le uova e messo in sicurezza il sito secondo i protocolli regionali.

Nella notte di sabato 8 la segnalazione alla sala operativa del CFVA da parte dei frequentatori della spiaggia del Poetto di Quartu S.Elena ha consentito di individuare e osservare una tartaruga che scavava il nido e deponeva le uova: sul posto, l’assessore della Difesa dell’Ambiente Marco Porcu ha atteso l’arrivo del personale della Base Logistica Operativa Navale locale del CFVA e dell’Area marina Protetta Capo Carbonara, nodo competente per territorio, che hanno messo provvisoriamente in sicurezza il sito. Accertata immediatamente la presenza delle uova nella camera del nido, la mattina successiva si è sistemata la recinzione del sito secondo il disciplinare operativo per le nidificazioni e disposto un presidio straordinario, grazie alla disponibilità delle associazioni di volontariato iscritte all’elenco regionale di protezione civile.

Il rinvenimento del terzo nido è dell’alba di domenica 10 nella spiaggia di Cea in Comune di Tortolì: la segnalazione di un turista che passeggiava in spiaggia alle prime ore del mattino ha consentito di individuare la deposizione, provvisoriamente messa in sicurezza dal personale del Corpo Forestale di Tortolì ed Arbatax. La competenza territoriale delle coste ogliastrine è del CReS, Centro di Recupero del Sinis, che nella serata di lunedì ha ispezionato il sito, individuando la camera con le uova e predisponendo le misure di protezione del nido.

Le spiagge del Poetto e di Tortolì si confermano tra le destinazioni tra le preferite dalla Caretta: già da anni infatti si registrano, oltre a numerosi avvistamenti e recuperi di esemplari in mare, ricorrenti eventi straordinari di nidificazione.

La schiusa dei tre nidi è prevista per le prime settimane di settembre, dopo un tempo medio di incubazione, alle nostre latitudini e temperature, di 50-60 giorni: nelle tre camere del nido sono stati sistemati altrettanti termometri che consentiranno ai biologi di stabilire con buona approssimazione il periodo della schiusa.

La tempestività di allerta ai numeri di emergenza della sala operativa della Rete regionale (1515 e 1530) ha consentito, anche in questo caso, di mettere in moto la macchina costituita da Assessorato della Difesa dell'Ambiente, CFVA, Guardia Costiera, Centri di recupero e CNR e garantire la messa in sicurezza, il monitoraggio e la tutela del nido, fondamentale per la conservazione della specie: l’attenzione rimane alta e si rimane in attesa, ancora per qualche settimana, di nuove segnalazioni.

 


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Aggiornamento tracking tartarughe giugno 2023

E’ ripreso il progetto di tracciamento degli spostamenti delle tartarughe marine Caretta caretta portato avanti nell’ambito delle attività di ricerca della Rete regionale per la conservazione della fauna marina, coordinata dall'Assessorato della difesa dell'ambiente sotto la supervisione scientifica dell’IAS -CNR di Torregrande,

Graziella e Gioia sono i nomi dei due esemplari attualmente monitorati nell’ambito del progetto di ricerca, già avviato nel 2021 con il tracciamento dei quattro esemplari, tra cui l’ormai nota coppia Genoveffa e Gavino, rilasciata dopo una lunghissima storia di detenzione al Centro di Recupero del Sinis (CReS) a seguito di un sequestro.

Graziella, recuperata dall’AMP Capo Carbonara, nodo della Rete competente per territorio, dopo sette mesi di mantenimento, monitoraggio e riabilitazione presso il CReS e la rimozione della lenza di nylon che si trovava all'interno del tratto digerente, è stata rilasciata il 6 maggio dalle coste di San Giovanni di Sinis: dopo poco più di un mese i dati del tracciamento mostrano che ha percorso più di 820 chilometri e, dopo aver lambito le coste nord della Tunisia, si sta dirigendo verso la Sicilia.

Gioia invece ha ripreso il mare sabato 27 maggio nella Cala di Spalmatore, nel Parco dell’Asinara: recuperata il 2 agosto dello scorso anno grazie alla segnalazione di un diportista nelle acque del Parco della Maddalena, è stata accolta e ricoverata presso il Centro di Recupero Animali Marini dell'Asinara (CRAMA) grazie alla collaborazione tra i due Parchi nell’ambito delle attività della Rete regionale. A pochi giorni dal rilascio, da quanto si evince dai dati di trasmissione, ha percorso circa 130 chilometri in direzione nord-ovest e sembra puntare verso la Francia

Il monitoraggio degli esemplari con dispositivi satellitari e GPS è di straordinaria importanza per lo studio e la conservazione della specie, in quanto consente di verificare le rotte, i tempi di apnea e le profondità raggiunte da animali tenuti per lungo tempo in vasca presso i Centri di recupero, per i quali è interessante capire se sia possibile riprendere una vita perfettamente normale, osservandone il comportamento dopo la reimmissione in ambiente naturale: i risultati in questo senso sono confortanti.

La batteria dei dispositivi consente di monitorare gli spostamenti per circa 18 mesi, un tempo già importante sia per lo scopo primario di acquisire i dati scientifici che per l’azione divulgativa che questo comporta, con la possibilità di far conoscere a tutti gli spostamenti delle tartarughe ed alcune curiosità sul loro trascorso e tenere alta l’attenzione sugli aspetti di tutela della specie.

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[foto mappa, elaborazione CReS]


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Gioia torna in mare.

Ha ripreso il mare sabato pomeriggio nella Cala di Spalmatore, sull’isola dell’Asinara, la Caretta caretta ribattezzata Gioia, recuperata il 2 agosto dello scorso anno grazie alla segnalazione di un diportista nelle acque del Parco della Maddalena: grazie alla collaborazione tra i due parchi nazionali all'interno della Rete regionale per la conservazione della fauna marina, Gioia è stata accolta e ricoverata presso il Centro di Recupero Animali Marini dell'Asinara (CRAMA), sotto la sorveglianza sanitaria del veterinario Giovannantonio Pilo.

Lo stato di salute dell’esemplare aveva destato preoccupazione fina dal primo momento: la pinna interiore amputata a causa dell'impatto accidentale con l'elica di un'imbarcazione, un importante deperimento organico ed un'infezione persistente che ha comportato un quadro di anemia hanno richiesto il massimo della cura per l’esemplare, 31 chili per 64 cm di lunghezza del carapace.

Dopo 9 mesi di terapia e riabilitazione, le condizioni di salute si sono stabilizzate e finalmente si è potuta disporre la dimissione ed il reinserimento in natura di Gioia: si è scelto di dotarla, in via sperimentale, di un dispositivo satellitare analogo a quello utilizzato per la tartaruga Graziella liberata nelle acque del Sinis il 6 maggio scorso nell’ambito del progetto di ricerca portato avanti dalla Rete regionale per la conservazione della fauna marina sotto la supervisione scientifica del CReS, che permetterà per circa un anno di monitorare tutti i suoi spostamenti, di seguirne le rotte e di raccogliere dati e parametri ambientali che consentiranno di valutarne l'adattamento e il comportamento.

L’evento è di straordinaria importanza: poter studiare con un dispositivo del genere i comportamenti di un esemplare menomato di una pinna rappresenta per la Rete regionale della fauna marina un grandissimo risultato.

Al rilascio in mare ha voluto essere presente, oltre al personale del CRAMA ed al direttore del Parco Vittorio Gazale, ai biologi del CReS, al CFVA ed alla coordinatrice della Rete regionale, anche l'assessore regionale della Difesa dell’Ambiente Marco Porcu, che ha tenuto particolarmente ad avere vicino, per questa occasione, Giommaria Deriu, ultimo ispettore della polizia penitenziaria delle carceri sull’isola, che all’Asinara è arrivato da ragazzo e che da allora ne è il silenzioso custode.


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Riparte il tracciamento delle tartarughe

Riprende il progetto di tracciamento degli spostamenti delle tartarughe marine Caretta caretta portato avanti nell’ambito delle attività della Rete regionale per la conservazione della fauna marina coordinata dall'Assessorato della difesa dell'ambiente sotto la supervisione scientifica del CNR .

La giornata del 6 maggio ha visto, a chiusura del Primo workshop della Rete regionale tenutosi a Cabras i giorni precedenti, il rilascio in mare di una tartaruga battezzata col nome di Graziella dai due pescatori sportivi che, nel mese di settembre 2022, l’hanno recuperata in gravi condizioni di salute nelle acque di Sant’Elmo (Castiadas).

L’evento ha richiamato la presenza di oltre duecento persone: presenti tutti i rappresentanti della Rete regionale, del Corpo Forestale e della Guardia costiera, presenti al workshop, compreso l’Assessore della difesa dell’Ambiente, Marco Porcu, che ha personalmente partecipato alle attività di liberazione, ma anche  moltissimi turisti, bambini e curiosi arrivati da tutto il territorio.

Graziella, dopo la chiamata al numero di emergenza, era stata recuperata dall’AMP Capo Carbonara, nodo della Rete competente per territorio e, con la consueta staffetta, portata alla Clinica Veterinaria Duemari di Oristano: dopo sette mesi di mantenimento, monitoraggio e riabilitazione al CReS -Centro di Recupero del Sinis e alla rimozione della lenza di nylon che si trovava all'interno del tratto digerente, l'esemplare ha recuperato tutte le sue capacità motorie, fisiologiche e comportamentali e ne è stata disposta la dimissione.

Il rilascio in mare è stato preceduto dalla posa di un dispositivo satellitare/GPS, analogo a quelli utilizzati per il monitoraggio delle quattro tartarughe, tra cui Genoveffa e Gavino provenienti dall’Acquario di Alghero, oggetto di studio dall’ottobre 2021.

La ripresa delle attività di monitoraggio è stata immediata: da pochi minuti dopo il rilascio in mare Graziella ha iniziato a dare notizie di sé. La posizione, che viene trasmessa quando l'esemplare emerge per respirare, è stata registrata più volte: il tracciato, come riportato dalla mappa, mostra che l’esemplare ha costeggiato la parte ovest della Sardegna percorrendo oltre 190 Km, fino alla posizione odierna localizzata oltre Capo Spartivento, in discesa verso le consuete rotte di migrazione. L'attività trasmessa ha mostrato apnee regolari e frequenti a emersioni, segno della perfetta ripresa in salute della tartaruga.

Il monitoraggio degli esemplari con dispositivi satellitari e GPS, portato avanti come attività di ricerca della Rete regionale per la conservazione della fauna marina, è di straordinaria importanza per lo studio e la conservazione della specie e verrà presto implementata con la posa di altri dispositivi satellitari su esemplari riabilitati e pronti per il rilascio: il prossimo appuntamento è per fine mese all’Asinara.

Buon viaggio Graziella!

 

  Fotografie Marcello Chiodino e CReS.

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[foto mappa, elaborazione CReS]


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Manifestazione di interesse per l’attuazione di interventi di tutela e valorizzazione ambientale in aree di particolare interesse naturalistico, compresa la Rete Natura 2000

Approvato e pubblicato dall’Assessorato della Difesa dell’Ambiente – Servizio Tutela della Natura e Politiche Forestali l’avviso rivolto ai Comuni, in forma singola o associata, comprese le forme di aggregazione riconosciute per legge (Unione di Comuni, Comunità Montane etc), e agli Enti gestori di aree naturali protette (Parchi Nazionali, Parchi Regionali, Aree Marine Protette) per l’attuazione di interventi di tutela e valorizzazione ambientale in aree di particolare interesse naturalistico, privilegiando quelli situati all’interno dei siti della Rete Natura 2000 e, in particolare, nelle Zone Speciali di Conservazione (ZSC).

Saranno prioritariamente finanziati gli interventi di conservazione e tutela della biodiversità, mentre quelli di valorizzazione potranno essere ammessi solo se complementari ai primi. Gli interventi da realizzare in siti della Rete Natura 2000 potranno essere finanziati se si configurano come misure di conservazione rispondenti agli obiettivi di mantenimento o ripristino in uno stato di conservazione soddisfacente degli habitat naturali e delle specie di fauna e flora selvatiche di interesse comunitario, in coerenza con i Piani di Gestione approvati, o in corso di approvazione o di aggiornamento, con le Misure di conservazione approvate e con il PAF.

Saranno finanziate le proposte progettuali che otterranno i migliori punteggi, fino all’esaurimento delle risorse disponibili ed entro un importo massimo di euro 200.000,00. È possibile il cofinanziamento da parte dell’ente proponente.

Gli enti interessati dovranno presentare le proposte di intervento e i relativi allegati, compilati e sottoscritti digitalmente, oltre a eventuale documentazione progettuale disponibile, come indicato nell’art. 12 dell’avviso, esclusivamente tramite PEC all’indirizzo difesa.ambiente@pec.regione.sardegna.it all’attenzione del Servizio Tutela della Natura e politiche forestali, entro il 10/07/2023 alle ore 23:59:59.

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Bandi e gare - Regione Autonoma della Sardegna