Rete Natura 2000
Natura 2000 è il principale strumento della politica dell'Unione Europea per la conservazione della biodiversità. Si tratta di una rete ecologica diffusa su tutto il territorio dell'Unione, istituita ai sensi della Direttiva 92/43/CEE "Habitat" per garantire il mantenimento a lungo termine degli habitat naturali e delle specie di flora e fauna minacciati o rari a livello comunitario.
La rete Natura 2000 è costituita dai Siti di importanza Comunitaria (SIC), identificati dagli Stati Membri secondo quanto stabilito dalla Direttiva Habitat, e dalle Zone di Protezione Speciale (ZPS) istituite ai sensi della Direttiva 2009/147/CE "Uccelli" concernente la conservazione degli uccelli selvatici.
Come da normativa, secondo quanto previsto dall’articolo 4 della Direttiva Habitat, è in corso il processo di trasformazione dei SIC in Zone Speciali di Conservazione (ZSC): la designazione delle ZSC è un passaggio fondamentale per la piena attuazione della Rete Natura 2000 perché garantisce l’entrata a pieno regime di misure di conservazione sito specifiche e offre una maggiore certezza per la gestione della rete e per il suo ruolo strategico finalizzato al raggiungimento dell’obiettivo di arrestare la perdita di biodiversità in Europa entro il 2020. In Sardegna sono stati designate 89 ZSC, e rimangono ulteriori 8 SIC in attesa di completamento del processo.
La Gestione della Rete Natura 2000 è preminentemente in capo allo Stato e alle Regioni.
La gestione si sostanzia nella conservazione dei siti (degli habitat e delle specie che li caratterizzano), fissando obiettivi di conservazione specifici e adottando relative misure di conservazione (declinati in Piani di gestione, ora man mano integrati da Format obiettivi e misure)
Le Regioni approvano le misure di conservazione e individuano i soggetti gestori, finanziando l'attuazione dele misure con i propri bilanci regionali, anche mediante fondi europei e statali.
I soggetti che svolgono la funzione di enti gestori (delegati) possono essere:
- Parchi nazionali e Aree Marine Protette, per siti Natura 2000 sovrapposti in tutto o in parte agli stessi parchi e AMP (in questo caso i soggetti gestori sono designati direttamente dal Ministero dell’Ambiente)
- Parchi regionali, per siti Natura 2000 sovrapposti in tutto o in parte agli stessi parchi (l’ente gestore è designato dalla Regione)
- Enti pubblici in forma singola o associata (enti locali come comuni, unioni di comuni, associazioni diverse dalle unioni di comuni, città metropolitane, province, agenzie regionali, associazioni tra queste tipologie di enti o con gli stessi parchi/aree protette).
Se non sono individuati enti gestori locali, la gestione rimane in capo alla Regione.
- Gli enti gestori, mediante programmi sui quali basano l’attuazione delle misure di conservazione e l’utilizzo dei finanziamenti ricevuti, coinvolgono anche soggetti privati secondo la disciplina vigente del codice dei contratti, oppure i soggetti titolari di proprietà privata o di qualsiasi altro diritto ed uso sulle superfici sottoposte a tutela (ad esempio nella gestione del suolo, del pascolo, nell’ agricoltura sostenibile). Sono sempre fatti salvi gli usi civici.
- Gli enti gestori possono stipulare altresì forme di collaborazione e partenariato con altri soggetti, pubblici e privati, quali enti di studio e ricerca, centri di educazione ambientale, soggetti che operano sul territorio (ad esempio guide ambientali e turistiche, cooperative sociali ma non solo) purché tali collaborazioni siano mirate al perseguimento degli scopi di tutela e valorizzazione dei siti Natura 2000.
I soggetti gestori devono essere enti pubblici, per due motivi principali
- I fondi che la Regione Sardegna può erogare per la gestione di Natura 2000 consentono solo il trasferimento di risorse verso enti pubblici, che rispondono della responsabilità dell’utilizzo delle risorse e rendicontano alla Regione la spendita e le azioni concrete realizzate, con specifici obiettivi di mantenimento o di miglioramento delle condizioni ecologiche dei siti
- La gestione di siti Natura 2000 comporta anche la presa in carico di procedimenti amministrativi che solo un ente pubblico può assicurare (ad esempio appalti di lavori, servizi, forniture ma anche pareri in procedimenti autorizzativi o la presa in carico del procedimento di valutazione di incidenza ambientale purchè l’ente gestore sia adeguatamente strutturato).
Per approfondimenti visita la pagina SIC, ZSC e ZPS
Reintroduzione dell’Aquila di Bonelli in Sardegna: presentato a Cagliari il nuovo progetto “Life Abilas” nel cui ambito rientra il rilascio dei 7 individui
Reintroduzione dell’Aquila di Bonelli in Sardegna: presentato a Cagliari il nuovo progetto “Life Abilas” nel cui ambito rientra il rilascio dei 7 individui
L’Assessorato della Difesa dell’Ambiente della Regione Sardegna è partner del Progetto Life ABILAS (codice LIFE23-NAT-IT) - avviato a ottobre 2024 e in conclusione a settembre 2030 - assieme all’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale ISPRA (Capofila), all’Agenzia Forestas, e-Distribuzione S.p.A. e dalla ONG spagnola GREFA (Grupo para la Rehabilitación de la Fauna Autóctona y su Hábitat-ES). In occasione del rilascio di 7 individui di Aquila di Bonelli avvenuto all’alba del 30 giugno, è stato ufficialmente presentato a Cagliari, il nuovo progetto Life Abilas, che punta alla reintroduzione stabile dell’Aquila di Bonelli (Aquila fasciata) sull’isola. Si tratta di una specie scomparsa dalla Sardegna negli anni ’80-’90 per un insieme di cause tra cui la persecuzione diretta e la mortalità causata dall’elettrocuzione sui tralicci della rete elettrica di media tensione. Il progetto, in continuità con il precedente Aquila A-Life, rappresenta un importante esempio di conservazione della biodiversità su scala europea.Tra gli obiettivi principali del progetto: il rilascio controllato di individui, la mitigazione dei fattori di mortalità (come elettrocuzione, avvelenamento e annegamento), l’aumento della disponibilità trofica (soprattutto conigli selvatici) e la sensibilizzazione delle comunità locali.
Durante l’incontro Rosanna Laconi, Assessora regionale della Difesa dell’Ambiente, ha ricordato che “Difendere la biodiversità significa difendere il nostro futuro”, e ha definito il progetto un esempio virtuoso di collaborazione tra enti pubblici e privati.
Elisabetta Raganella, coordinatrice di Life Abilas, ha illustrato in dettaglio la strategia pluriennale del progetto che prevede il rilascio progressivo di individui provenienti dai partner dell’Andalusia, Sicilia e francesi e l’adozione di misure tecniche e scientifiche per sostenere la sopravvivenza dei soggetti in natura, come l’alimentazione supplementare, l’uso di GPS per il monitoraggio dei territori di insediamento e la messa in sicurezza delle linee elettriche.
Nel corso della mattinata sono intervenuti numerosi relatori, Salvatore Piras, amministratore di Forestas, che ha evidenziato la necessità di creare un servizio strutturato e permanente dedicato alla reintroduzione faunistica, Antonio Casula Direttore Generale di Forestas ha evidenziato il ruolo dell’Agenzia Forestas nella conservazione della fauna selvatica minacciata e Silvia Serra responsabile del Settore Rete Ecologica Regionale della Regione Sardegna, che ha posto l’accento sull’importanza di adottare misure di conservazione efficaci per la protezione delle specie e dei loro habitat.
Successivamente Orietta Andretta di e-distribuzione ha spiegato le misure di mitigazione del rischio di elettrocuzione, con l’isolamento dei conduttori nudi e la mappatura delle linee a rischio, Michele Ravaglioli (Comandante dei Carabinieri Forestali) ha descritto il ruolo cruciale del presidio territoriale nel contrasto ai comportamenti illegittimi e Fabrizio Madeddu Commissario superiore del CFVA ha evidenziato le importanti attività di monitoraggio sul territorio, recupero degli individui feriti o deceduti portate avanti dal corpo forestale. La Direttrice del Parco naturale regionale di Tepilora, Marianna Mossa ha sottolineato l'importanza delle aree protette come serbatoi di biodiversità”. Gianluca Doa, in rappresentanza dell’Associazione Sos Abbilarjos, che collabora al progetto, ha raccontato attraverso le immagini il ciclo biologico dell’Aquila reale con cui l’Aquila di Bonelli condivide parte dell’areale.
Infine, prima della chiusura dei lavori, il moderatore ha invitato sul palco la Prof.ssa Fiammetta Berlinguer, docente dell’Università di Sassari che ha raccontato brevemente le attività portate avanti per la conservazione del Grifone attraverso i progetti LIFE, e il noto fotografo naturalista Domenico Ruiu che invece ha posto l’attenzione sull’importanza della comunicazione dei risultati nei progetti di conservazione.
L’evento ha testimoniato l’importanza del processo in atto che anche attraverso percorsi di educazione ambientale come webinar, attività con le scuole e iniziative di citizen science, con il coinvolgimento attivo delle comunità locali – agricoltori, cacciatori, associazioni – Life Abilas punta a trasformare un sogno di conservazione in una realtà sostenibile e duratura.
Foto di Michele Mendi
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Dati ambientali Rete Natura 2000